Ci voleva Richard James per mettere nel sacco, una volta tanto, il popolo del leak a tutti costi, quello del “Mamma! Mamma! L’ho ascoltato prima io!”. Prima ancora di metterti all’ascolto di questa sua nuova fatica, in uscita oggi e come da tradizione su label Warp, il suo titolo Computer Controlled Acoustic Instrument pt2 ti ha già svelato senza mezzi termini il contenuto. Ciò che leggi sulla copertina è esattamente ciò che ascolterai. Cercavi una sorpresa? L’artista ti ha già spiattellato crudelmente sotto il naso lo spoiler.
Naturalmente questo non è l’unico scherzo che Richard il sornione anche questa volta fa ai suoi numerosi seguaci. Continua ad esempio a confondere le carte in tavola quando tratta la cronologia della sua discografia. In riferimento a questo nuovo EP si parla di una seconda parte, ma dove si è nascosta la prima? Un altro tassello del puzzle che si è perso chissà dove? Come il disco che precede l’epocale Selected Ambient Works Volume II e che stando alla logica dovrebbe essere Selected Ambient Works 85-92, potrebbe esserlo… ma forse anche no… Titoli come Diskhat ALL prepared1 mixed 13, brano che apre questo nuovo EP, fanno pensare ad una didascalico riferimento, anche se un po’ distorto, alla metodologia di preparazione del pianoforte, lo strumento usato -apparentemente – per tutti i brani. O forse anche qui si nasconde qualcos’altro? Forse non si tratta di un pianoforte vero e proprio ma solo samples piegati alla volontà del produttore arcigno e della sua macchina. E allora a quale strumento acustico si riferisce il titolo? Certo è che dopo Syro, e dopo aver messo a disposizione in forma gratuita in rete una trentina di inediti, esperimenti, ritagli di studio di registrazione, Aphex Twin sembra aver voluto fare pulizia sulla usuale tavolozza sonora fatti di synths e drum machines d’epoca e chissà quale altre diavolerie, quelle che ha sempre cercato di nascondere dietro ad una cortina fumogena di “si dice”. Perchè sappiamo bene che a riguardo il produttore ha sempre amato alimentare leggende metropolitane, materia della quale sono fatti i sogni di legioni di produttori da cameretta di tutto il mondo.
Ed è così che le dissonanze armoniche ed i drones austeri tipici dello stile di Aphex Twin, dopo i preziosismi melodici del recente album, tornano a farla un po’ da padrone in questi nuovi brani, che virati in forma acustica risultano, se possibile, ancora più sinistri: la loro rigidità ritmica si contrappone a breakbeats funky, organici e grassi, forse la vera sorpresa del disco. Parallelismi sonori si possono trovare, nemmeno troppo nascosti, nel’album Drukqs oppure, ma qui bisogna cercare un po’ più attentamente, all’interno dello stesso Syro. La cui traccia conclusiva, la fragile, squisita aisatsana [102] aveva già suggerito palesemente – ecco un altro spoiler nascosto – di quale natura sarebbe stato questo nuovo disco e trova nel piano di un10 it happened la propria anima gemella.
Per cercare di riassumere e dare un senso al tutto: facile vedere questo EP come transitorio, addirittura quasi slegato dal contesto della discografia del produttore britannico. A chi scrive piace più vederlo come un punto di partenza, come un promettente presagio. Tanto, anche questo lo sappiamo già, con Richard James le sorprese non sono comunque mai finite.