Giulio Castagnaro: pessimo digital manager di se stesso, gran cucinatore di pancake e appassionato fruitore di video di gattini. Lavora a Roma in uno studio creativo tutto suo e lo abbiamo scoperto grazie ad un’illustrazione apparsa su La Repubblica. Prendi una tazza di thé, c’è Passaporto in mondo visione.
Qual è stata la molla che ti ha fatto scattare la passione per il disegno?
Disegno da quando ho memoria, sono sempre stato affascinato dai fumetti prima e dall’illustrazione poi.
La passione c’è sempre stata, ci ho messo invece molto più tempo (a causa di un’atavica insicurezza che mi accompagna) a capire che sarebbe potuto effettivamente diventare il mio lavoro.
Studio Pilar è un collettivo di base a Roma che condividi insieme ad altri tre creativi (uno dei quali è nella shortlist dei miei preferiti). Come si combinano le vostre figure?
Studio Pilar è ormai una macchina rodata, non saprei dire come e perché funzioniamo in gruppo, lo facciamo e basta. Credo dipenda dal fatto che siamo innanzitutto molto amici, conosciamo i pregi e i difetti di ognuno e li accettiamo senza troppe difficoltà.
Dire che non si discute mai sarebbe una bugia, ma sono sempre discussioni che mirano a tirar fuori quanto ci sia di meglio per Studio, anche a discapito delle singole individualità.
Nelle tue illustrazioni è spesso esplicitato il collegamento a doppio filo con la tecnologia. Stai cercando di esorcizzare una dipendenza?
Sono affascinato dalla tecnologia e da come ha preso piede nella nostra vita quotidiana, trovo sia un campo di ricerca ricco di spunti.
Personalmente ne sono dipendente come ormai ne siamo dipendenti tutti, ma accetto il fatto con serenità.
In cosa sei negato?
Rimanendo in ambito professionale non sono molto bravo nella gestione online del mio lavoro (sito, tumblr etc.). Per il resto sono completamente negato in cucina, in compenso preparo degli ottimi pancakes.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Come immagini la tua vita se fossi nato dieci anni più tardi?
Mi sarei risparmiato gli anni novanta e non avrei mai usato una musicassetta.
Una situazione che ti fa sentire inadeguato.
Le feste.
Ti piace di più la tua vita reale o quella digitale?
La mia vita digitale si limita all’utilizzo di facebook, al guardare i gatti su youtube e alla gestione del mio sito. Direi senza dubbio di preferire quella reale.
Come mai hai un agente?
Per me è un’esperienza nuova, penso possa darmi la possibilità di lavorare per clienti che da solo non sarei riuscito a raggiungere.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?