Esiste un affascinante feticismo che riguarda molti di quei ragazzoni che si dilettano a giocare con gli elettrofoni: reinterpretare e rielaborare i themes che hanno ispirato, affascinato e fatto rabbrividire intere generazioni di amanti della sci-fi e degli horror movie, e non solo; stiamo parlando delle colonne sonore di film culto come Distretto 13, 1997: Fuga da New York, Christine, vere opere d’arte totali firmate John Carpenter. Evidentemente sedotti dal minimalismo raggelante che caratterizza il lavoro del regista americano, sia quello dietro la macchina da presa che quello prodotto con il sintetizzatore, in molti si sono cimentati nel rimaneggiare tali capolavori (un nome su tutti: Zombie Zombie); adesso tocca ai Crimea X, un progetto a due tutto italiano, composto da Jukka Reverberi (Giardini di Mirò) e DJ Rocca (Maffia Soundsystem).
Già da qualche mese i due si esibiscono in uno show live in cui ripropongono in versione kraut-balearic alcuni dei lavori di Carpenter, e ora hanno deciso di dare una forma concreta al loro Incubo Sintetico, riportando su vinile i risultati migliori della tanto ispirata manipolazione. L’EP raccoglie quattro tracce, testimoni essenziali di un’operazione di alto livello che consiste, impresa non facile, nel rendere propria una musica già “ultrafamosa”; senza negarne la tensione inquietante e apocalittica, le melodie distopiche originali vengono diluite in un immaginario sonoro cosmico e scandite da quel tocco balearico che è marchio di fabbrica del duo emiliano.
L’ascolto induce ad immaginarsi all’inizio di un corridoio, le melodie che si dilatano in Car Obsession e Napoleon rappresentano gli ambienti immaginifici che vi si affacciano, e crescono fino a raggiungere vette emozionali affini tanto ai Glass Candy quanto a Daniele Baldelli, vero capostipite del cosmic sound più oltranzista e radicale, mentre il lato più divertente e rilassato che, per intenderci, fa capo ad artisti come Lindstrøm e Todd Terje, si rivela in Christine, l’apice indiscusso dell’EP.
Il vuoto lasciato da Carpenter nelle tracce originali, ovvero lo spazio affidato all’immaginazione e, ovviamente, alle storie e ai dialoghi dei suoi lungometraggi, è frutto di una semplificazione formale nella struttura dei temi, studiata per non prevalere sull’immagine; una base senza orpelli su cui i Crimea X hanno saputo costruire un apparato musicale completo, dove le percussioni baleariche riportano chi ascolta in una dimensione temporale, mentre i fiati leggeri, elemento particolarmente caratterizzante, restituiscono una composizione estremamente più morbida rispetto all’originale.
Tutto è sapientemente congegnato e il risultato funziona davvero bene, a dimostrare che si può scavare in un materiale ormai di culto, quasi leggendario, per far proprie le idee e i suoni di altri, anche quando questi sono marchiati a fuoco nella memoria collettiva. Non manca una copertina d’autore, firmata Marcello Crescenzi (ha collaborato con Carhartt e Nike, per citarne due). In più, il materiale è presentato in una confezione lussuosissima, e questo fa sempre piacere. Soprattutto quando si avvicina San Valentino.
Incubo Sintetico – Crimea X plays Carpenter esce per To Lose La Track su licenza Hell Yeah Recordings.
Qui il pre-order.
Qui ti leggi la storia della copertina.