Tourismo è un disco registrato in estate ed uscito in inverno. È un album molto più ‘suonato’ rispetto al precedente YES/SUN. E questo è uno dei motivi principali che ci ha spinto a pensare di preparare il live con una band vera e propria. Ogni suono è stato trattato con molta cura e con più cognizione di causa rispetto a quanto fatto in precedenza. Niente computer, plug-in o strumenti virtuali (non abbiamo molta pazienza su ste cose) ma solo oggetti tangibili e strumenti reali. Sui i testi, come di consueto, ci ha messo lo zampino Giulia B. che da sempre cura questo aspetto. Di tutto quello che riguarda grafica, video e immagine invece me ne occupo io in prima persona (salvo rare occasioni di collaborazione) perché mi piace ragionare a 360° al progetto WBS.
BEST FRIEND
I rapporti di amicizia a volte non sono quello che sembrano: quando il sentimento entra in gioco, le cose possono cambiare all’improvviso o più lentamente, con il tempo. “Best friend” riassume un po’ questo concetto in modo solare, senza svelare troppo come va a finire. È stata scelta come primo singolo perché è il brano che maggiormente rispecchia l’idea che volevamo dare del disco. Diciamo che per noi è un buon biglietto da visita. Direi che è uno dei pochi pezzi che non ha subito grossi stravolgimenti dal punto di vista compositivo, solo la sezione ritmica inizialmente era un filo diversa. Prima del periodo in studio con Suri abbiamo analizzato tutte le parti ritmiche di tutti i brani scelti per Tourismo ed abbiamo passato un periodo in un altro studio a Reggio Emilia da Davide Favuzza (Giusto, Kool Water) dove abbiamo lavorato alle batterie. Ecco qui abbiamo dato un senso al ritmo del brano prima di essere definitivamente registrato a Bologna.
FACES
In giro per l’Italia spesso ci siamo soffermati tra amici a discutere di ciò che ci piace e di cosa non ci piace della situazione globale odierna. Questa canzone non è stata pensata per rispecchiare le attuali condizioni in cui versa l’Italia, o di gran parte dell’Europa, ma senza farlo apposta un po’ sembra riferirsi proprio a quello, anche se in modo molto generico ed aperto ad altre possibili interpretazioni, e con la costante di un barlume di speranza al quale aggrapparsi…Dal punto di vista compositivo è un brano strutturato con un costante crescendo di suoni e che si basa principalmente su un arpeggiatore ipnotico generato da un sintetizzatore digitale. Il suono di quel synth è stato poi costantemente elaborato da diversi parametri in alcune parti del pezzo. È il primo brano del disco che suoniamo durante i live.
LOVE IS A MIRROR
L’amore è uno specchio, l’immagine che riflettiamo è quella dei sentimenti che proviamo e che gli altri ci fanno provare: è una cosa risaputa, ci piace ribadirla in questo pezzo un po’ romantico! Brano molto ‘soul’ e poco ‘electro’ arricchito dal featuring di Sara Loreni alla voce.
FALLING
Cadere può essere piacevole a volte, o divertente, se si prendono le cose nel modo giusto e se si è pronti a farlo, specialmente se più che di ‘falling‘ e basta si tratta di ‘falling in love’, di questo si parla! Abbiamo conosciuto Sara Loreni durante un live qualche anno fa. Ovviamente è stato amore a prima vista. Ci eravamo promessi che un giorno o l’altro avremmo combinato qualcosa assieme e questo è il risultato di quella promessa.
SHINING BLUE
È un’avventura, un cambiamento, qualcosa che si muove molto velocemente, splende e fa risplendere. Ed è blu! Pezzo circolare di ampio respiro, luminoso. Il ritornello è cantato tutto d’un fiato con lo sguardo rivolto verso il cielo.
PANORAMA
Inizialmente avrebbe dovuto essere la prima traccia del disco, il primo impatto. Poi col tempo le cose sono cambiate così come è cambiata la struttura del disco. Abbiamo pensato alla scaletta per lungo tempo in base ai pezzi che avevamo a disposizione e alla fine il brano ha trovato posto come prima traccia ma del lato B.
LONELY BOY
La solitudine è una brutta bestia. E anche le allucinazioni. È un brano introspettivo che parte cupo per poi aprirsi in una sovrapposizione di linee vocali. La luce in fondo al tunnel intesa come speranza. Musicalmente è il pezzo più scarno dell’album. Tutto è basato su piano, voce ed interventi di basso sintetico. La batteria è quasi totalmente assente fino a tre quarti della canzone. Solo una cassa a mo’ di battito cardiaco scandisce il tempo di tanto in tanto fino ad intensificarsi sul finale dove l’emozione cresce ed il battito si fa più sostenuto.
SOMETHING GREAT
Come si evince dal titolo, qui si parla di un’impresa epica, da portare a termine insieme, potrebbe parlare di noi, di quello che sogniamo per il nostro futuro, ma come spesso accade con le canzoni, dà voce a chiunque abbia un sogno da realizzare, grande o piccolo che sia. Musicalmente sintetico, analogico.
TODAY
Storie che non finiscono mai del tutto e a volte ricominciano o finiscono senza finire, la difficoltà di comunicare davvero quello che si prova… Insomma, un bel casino! “Today” è il brano più ‘anziano’ dell’album, è uno di quelli che sono usciti durante il tour di YES/SUN. Lo abbiamo suonato e registrato diverse volte prima di arrivare alla versione dell’album. Questo è il risultato.
ACT LIKE YOU ARE CRAZY
Questo brano parla di una persona reale, un’amica, ed è stato scritto dopo un pomeriggio passato con lei durante le vacanze di Natale 2013. Riguarda una serie di stati d’animo che da un certo punto di vista sono negativi, ma durante il pezzo, che è una sorta di incitamento a non preoccuparsi troppo, a fermarsi a guardare come evolvono le cose senza volerle sempre tenere sotto controllo, la tensione si scioglie grazie ad una ‘sana’ dose di pazzia, intesa come antidoto che ridona positività. Il brano è impreziosito dal sax di Stefano Cristi (Wolther Goes Stranger) che dopo avergli inviato una demo del brano via mail (vive a Barcellona) e una traccia in falsetto con la melodia che più o meno ci sarebbe piaciuta, si presentò il giorno della registrazione senza ancora averci fatto sentire nulla. Se non ricordo male la sua parte è stata registrata in un quarto d’ora..idolo! Ci ha totalmente esaltato. Non abbiamo cambiato una virgola di quello che ci ha proposto.
JASON DILL
È un omaggio allo skater californiano. Tutto è cominciato una sera in studio mentre ci guardavamo dei video di skate. In un momento di cazzeggio abbiamo lasciato che il video proseguisse e ci siamo messi a suonare ispirati dalle immagini. Il caso ha voluto che proprio mentre eravamo riversi sui synth, Jason iniziasse a parlare sulle immagini. Abbiamo campionato l’intervista, l’abbiamo segmentata, manipolata ed infine usata come tappeto sonoro del brano. Il pezzo comunque è molto intimo e racconta dei momenti solitari trascorsi sulla tavola sognando gli eroi americani quando lo skateboard qui da noi era ancora visto come sinonimo di vandalismo…mah!
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