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Una domenica mattina di circa un anno (e qualche mese) fa, ho avuto il piacere di far due tiri al Rucker Park. Il leggendario Rucker Park. Il più mitico dei mitici playground newyorkesi, quindi d’America. Io e il mio amico Pierre, abbiamo preso una sonora lezione in 2 contro 2, da due ragazzini di 14 anni circa, che a me sembravano davvero forti. (Se vi steste chiedendo come mai c’hanno fatto giocare, noi due bianchi altri 1 metro e settanta-voglia-di-crescere, è perché aveva praticamente appena smesso di piovere. Dopo pochi minuti di partita, ma sufficienti a subire una ventina di punti, sono arrivati i “grandi”).
La mia esperienza personale, per altro abbastanza ridicola, serve solo da ponte per dirvi che, a discapito delle orrende stagioni di NY Knicks (molto) e Brooklyn Nets (un po’ meno) quest’anno il grande basket NBA torna a NY, con il più grande spettacolo dopo il Big Bang: l’All Star Weekend.
Non sto qui a spiegarvi di cosa si tratti, vi basti sapere che il meglio della NBA si ritrova un fine settimana, per far divertire (si tratta soprattutto di questo) quelli di voi che avranno la pazienza di aspettare fino alle 2 a.m., o giù di lì.
Durante gli All Star Weekend, si sono consumati alcuni dei momenti più magici e storici dell’NBA, come quello che potete ammirare in foto di copertina (e da cui questo blog prende nome, ciao Shaq tvb) o come la schiacciata di quello col 23 in rosso, che dovrebbe aver poi dato adito ad un intera generazione di indossare graziose sneakers, troppo spesso abbinate in modi orrendi.
Per celebrare l’evento, che comincia stanotte ora italiana, abbiamo pensato di chiedere ad amici di DLSO e grandi esperti in materia, di svelarci i loro momenti preferiti dell’intero All Star Weekend. La fanno le padrone le schiacciate, come quelle scelte da Luca Marinucci (metà dei Beat Soup), da Borut Viola (aka Scuola Furano) o da Stefano Marra (illustratore, e già nostro ospite nella rubrica Passaporto) ma trovate anche un mini-saggio di Dario Vismara (redattore di Rivista Ufficiale NBA).
Scuola Furano
(Dee Brown in tutta la sua giustezza)
Premessa: sono da sempre tifoso Celtics come risposta a mio fratello Mitja , da sempre tifoso Lakers.
Siamo in pieno periodo boom Reebok Pump, e ricordo che la pompata alle reebok nere e poi il salto senza vedere di Dee Brown è uno dei miei momenti al quale sono più affezionato. Poi bullo mio fratello, torno dagli states quell’anno e mi regalo la tee di Brown che schiaccia con il volto coperto. Tipo troppo respect da tutte le basket heads di Gorizia, che nonostante i piccoli numeri è sempre stata una città con cultura cestista notevole.
Dario Vismara (Rivista Ufficiale NBA)
(se non vi scappa una lacrimuccia per la telecronaca di Flavio&Fede avete davvero un cuore di marmo)
Mi ci sono voluti all’incirca 3 secondi per trovare il mio momento preferito della storia dell’All-Star Game. Voi direte: una schiacciata? Naa. Un canestro emozionante? Nope. Una storia particolare? Macché. Quando penso all’ASG, la prima cosa che mi viene in mente l’atteggiamento ribelle, sdegnoso, anti-convenzionale e provocatorio di Rasheed Wallace nel 2008. Lui a quella partita nemmeno ci doveva andare: aveva già prenotato per un weekend di relax con la (sempre sia lodata) signora Fatima, ma all’ultimo secondo Kevin Garnett aveva dato buca si era fatto male e David Stern, sadico come non mai, lo aveva invitato per fargli uno sgarbo.
“Ah sì?” pensa ‘Sheed. “E allora non solo non difendo (non lo fa nessuno, figuratevi un obiettore di coscienza come me), ma nemmeno faccio finta di non essere assolutamente schifato da ‘sta sub-partita”. I tiri del primo tempo? Solo di sinistro, tanto non è mai stato un problema. Se il pallone mi finisce in mano? Scarico senza nemmeno guardare. C’è da portare un blocco? Sì, ma solo se lo chiedi per favore, e comunque non pensare che lui scatti per venire lì. “E vediamo di sbrigarci con ‘sta puttanata, che ho di meglio da fare”. Come sempre: un solo, unico DIO.
Luca Marinucci (BEAT SOUP)
(Did someone call for Superman?)
Più che momento preciso scelgo un personaggio: Superman Dwight Howard nel 2008 e 2009. Sono stati i primi Slam Dunk contest che ho visto in diretta e stavo super in fissa con l’NBA e tutto ciò di nigga-pacchiano che c’era e c’è intorno.
Nel 2008 Howard si mette il mantello di Superman, fa un salto lungo che ciao-proprio e vince. Nel 2009 non gli riesce la doppietta. Ma ripete la scena del mantello questa volta andandosi a cambiare in una cabina telefonica e facendosi montare un canestro più alto. Ciao.
Stefano Marra
Anche io faccio una premessa: scelgo tra quelli che ho vissuto in prima persona (altrimenti citerei la schiacciata di MJ dal tiro libero) .
Allora, All-Star Saturday 2002, Jason Richardson e le sue schiacciate nello Slam Dunk Contest. . Erano proprio i primi anni in cui scoprivo il mondo NBA e ho vissuto l’All Star Weekend del 2002 come una fiaba. Jason Richardson mi scioccò, nello SDC fece vedere cose incredibili, un misto tra atletismo e potenza, con un eleganza paragonabile solo a Vince Carter. Poi, se posso citarne un altro: 2014, vedere Marco vincere il 3 point shootout in diretta, mi ha emozionato tanto. (Fuori classifica: la remix di T-Mac :’) )
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