Era uno di quei caffellatte che ti prendi la notte, con mille biscotti e qualcosa di chimico contro la chimica, era tipo il 2004 ed Mtv era ancora una degna Mtv e non una paccottiglia di ginnaste e calciatori teen. Era un programma di quelli fighi della notte tanto quanto poteva essere al tempo Brand New o Mtv Your Noize o cose così. Era un sacco di tempo fa, dicevo, tipo dieci anni quando in quel programma ho scoperto Scuola Furano.
Prima Chocolate Glazed poi Milky Way due pezzi straccia magliette e un primo album che per i miei ricordi di allora risultava introvabile, un’incredibile abilità come producer e dj, una maestria nel suonare una semplice house infarcita di ricordi passati che guardava tanto all’old school quanto a breakers e testa sul marciapiede da farmelo amare incondizionatamente subito.
Poi otto anni di silenzio fino a 108 anno 2012 estate, caldo e Danceteria allo sfinimento, un omaggio alla riviera, alle serate ai posti d’estate in un secondo album declinato al singolare, dagli Scuola furano a Scuola furano, accompagnato da Fiorius nel cantato alla stessa maniera in cui i Daft Punk avevano Romanthony e, credetemi, nel paragone non ci perde nessuno.
Nel mentre, lui si trasferisce a Madrid, passano due anni e finalmente – mentre l’Italia s’interroga su quale sia il pezzo più brutto di una manifestazione che tutti contestano ma che tutti guardano – Scuola Furano tira fuori il dolcetto di carnevale, quello che mangi anche quando non ti mascheri più e con coriandoli e stelle filanti hai fatto il tuo tempo.
Eccolo allora New Kid in Town il nuovo ep del mio amico Borut, due bei traccioni che sanno di house dell’inizio, quella di “in the beginning was jack, and jack has a groove”. La prima ha un kick e uno snare che ricordano quelle suggestioni di cui parlavamo poco fa (Da funk?), una bella linea di basso che non è house U.K. né propriamente jersey sound, ma è solo dannatamente house e un synth anni ’80 che credo sia puro tributo e omaggio ai pezzi che hanno fatto la storia.
La seconda è già più avanzata negli anni – se volessimo datarla direi più novanta. Un perfetto incastro tra synth, basso, tormentone canticchiato e quella sirena che mi ricorda stop the music and go home I repeat.
C’è un nuovo ragazzo in città a Madrid ed è un’ottima conferma per chi lo segue qui. I pezzi dimostrano una superba scelta di suoni e d’idee che solo chi straconosce il settore e il genere può permettersi.
Facciamo che da da oggi comincio a desiderare intensamente il terzo album di Scuola Furano.