SPIRE è il nuovo progetto di Paolo Iocca (Boxeur The Coeur, A Toys Orchestra) che dal cantautorato passa all’elettronica tout court, abbracciando una sofisticata etica del sottrarre. “Healing Loops” è il suo primo EP ed ha una veste minimal fatta di laptop, sample e synth che guardano all’afro beat e ai riti voodoo.
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Healing Loops
Si chiama così perché me la sono immaginata come una sorta di terapia attraverso l’ascolto di determinate frequenze sonore. Ci sono in realtà dei piccolissimi loop in sottofondo, sulle cui note ho costruito l’impianto armonico della traccia. Le voci pure le ho pensate un po’ come un inno al liberarsi da costrizioni emotive (come certe voci gridate soul anni Sessanta). Infine il ritmo – un loop di batteria rubato all’afro-beat – vuole anch’esso dare il senso dello scrollarsi di dosso i problemi e le paure attraverso il ballo. Come nella danza afro ad esempio. Sono tutte piccole idee che si richiamano a esperienze personali passate che non saprei neanche spiegare. A ogni modo questa è la traccia della “svolta”, quella che ha “curato” il mio blocco artistico.
Life
“Life” è una traccia che, mi viene in mente, potrebbe essere perfetta per farti compagnia nei momenti bui, aiutarti a convogliare l’energia negativa e trasformarla in una reazione sana. Sembra che tutto sia sbagliato, il tempo è troppo lento, la batteria è tutta rovesciata, dove dovrebbe esserci il colpo “forte”, al contrario si svuota… Assomiglia a quando sei arrabbiato perché intorno a te c’è il caos e non capisci come sia potuto succedere e ti arrabbi. Poi pian piano, se convogli bene la tua rabbia, riuscirai a recuperare le energie e la lucidità per trasformare quel caos in ordine.
Zonbi
“Zonbi” è una traccia che è nata molto prima delle altre, in un periodo in cui il mio suono era molto cupo e pensavo che quello sarebbe divenuto il mio stile. In effetti tra tutte, è anche l’unica in cui c’è un synth analogico. L’ho voluta recuperare perché questo mood oscuro era un bel tassello nel viaggio che stavo cercando di assemblare. In più ci sono molti contrasti e chiaroscuri – che sono la caratteristica prominente di questo disco, a partire dallo stesso artwork. In particolare le percussioni afro terzinate e le voci pitchate (che contrastano con l’incedere ossessivo del ritmo e della linea di basso) mi fanno pensare a un rito voodoo (di qui il titolo) in una piantagione sperduta, in cui qualcuno viene finalmente guarito dalla follia, oppure risorge dopo essere stato dato per morto.
Tale Of Mistery
Questa traccia mi piace molto, perché ha tutte le caratteristiche delle altre, aggregate tra loro però in un modo ancora diverso. Sono molto fiero della scelta delle voci e dei synth – che sono tendenzialmente solari ma non convenzionali – in un contesto invece abbastanza inquietante. Se ascolti con attenzione è come se provassero a tirare, come fuori da un’immersione, tutta la traccia. In effetti se c’è una cosa che adoro del mio disco è il break di questo pezzo, in cui c’è un sample di jazz messo di traverso e che miracolosamente sposta tutto il senso della stessa. Che è un po’ il succo di quello che cerco di fare io con la musica. A questo proposito aggiungo che di questa traccia è in arrivo un video stupendo.