La collaborazione tra Logos & Mumdance e la seconda ondata grime a Londra.
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[column size=”3/4″ center=”yes”] Come accadde con la dubstep ─prima che il termine venisse violentato ed esteso a motoseghe e taglia erba da americani fieri di torte di faccia e ormoni fluorescenti─ quando Hyperdub interpretava tutte le sue componenti guardandole da angolazioni diverse, ora la nuova ondata di artisti grime fa rinascere il genere che più di un decennio fa infuocava Londra e ne seziona i suoni con grande lungimiranza.
Se al tempo erano gli MC ad accendere i club azzannando i bassi distorti e le batterie ossessive e orgogliosamente digitali, ora il revival è guidato da producers come Visionist, Murlo, Mr. Mitch ─dopo uno degli album dell’anno, è entrato nel 2015 con un singolo trionfante─ Dark0, Rabit, i cui stimoli creativi differiscono nei modi, ma convergono nell’intenzione ultima: scovare i suoni del futuro, tagliarli in frammenti irregolari, rimodellarli a misura di club, cuffia o radio ─altro punto comune è la nostalgica gratitudine alle stazioni pirata di Londra, immortale punto di riferimento per le realtà urban dei sobborghi.
L’approccio diretto, non filtrato, degli artisti della grime-secondwave si concretizza nelle serate con dj set che fungono da showcase per ogni musicista e da garanzia di innovazione per i londinesi.
Logos è fondatore e resident dj di BoxedLDN insieme a Mr Mitch, Oil Gang e Slackk.
Se Kowloon EP di Logos ha aperto le acque del nuovo instrumentalgrime nel 2012 con synth densi, riverberi metallici e snares isolati, Mumdance le ha esplorate con sapienza, permettendosi di definire due tracce del suo mixtape Twists and Turns del 2013 #DrumTrack e #Shoegaze, senza apparire profano nella realizzazione di un album con il solo utilizzo di hardware analogico. Proprio Mumdance detiene il singolare merito di aver riportato il genere vero e proprio ─basi ipnotiche e rap aggressivo─ nel mare dei sound di grande popolarità internazionale, regalando la rabbia di Take Time a Novelist, MC neodiciottenne ─nostro newbie 2015─ con cui ha pubblicato 1 Sec EP sulla “major indipendente” XL Recordings. Ora, forte di una residency su Rinse FM, crea Proto a quattro mani con Logos, pubblicandolo su TectonicRecordings, etichetta appartenente, appunto, a una leggenda dubstep, Pinch.
Proto è un tributo ai sottogeneri dell’elettronica hardcore anni 90; l’omaggio più altisonante è dedicato alla jungle, nata a inizio 90s, nella cosiddetta “proto era” dell’hardcore. Tale influenza si riconosce chiara e pulsante in Dance Energy, seconda traccia dal basso acido e crudo che segue Border Drone, il sentiero più delicato in tutto l’LP, che ricorda l’Actress di Hazyville liberato dagli sbalzi d’umore.
Chaos Engine e Legion allarmano ferocemente l’ascoltatore a perdersi nell’insistenza, così come Move Your Body, il cui scopo si evince dal titolo e dal campione di voce che supplica le serate di infiammarsi.
Il pezzo di chiusura, Cold, fa pensare a the HaxanCloak ─impegnato di recente in Vulnicura di Bjork─ svegliato a notte fonda dal suono di un termosifone gocciolante.
La title-track è il punto più alto ed eloquente: qui l’ansia battente di Mumdance corre decisa e l’atmosfera jungle è decorata con il pad isolato, caratteristico dei pezzi di Logos, con cesure inattese come ninfee del 2100 che perdono il respiro: l’assenza di suono, nel nuovo grime, diviene un suono aggiuntivo a tutti gli effetti.
In dieci tracce destinate quasi esclusivamente ai club, i due producers si presentano come decoratori del tempo e ammiratori dello spazio: in sintesi, artisti.
Logos modella il clima con synth ariosi e scelti al miliardesimo di secondo, Mumdance guida i brani dritto fino ai club. Con residency varie e un mix per Benji B ─dj di BBC1 autoproclamato esploratore di beat del futuro─ ora possono permettersi una sperimentazione ambiziosa. La scoperta di nuovi territori sonori avviene in Proto più di quanto non sembri per il semplice fatto che a Londra il tempo scorre veloce, proprio perché gli artisti creano e creano, inventano e re-iventano.
Le percussioni filtrate e invertite di Mumdance scivolano e impattano l’atmosfera eterea di Logos come una valigia che striscia di fretta, come se la city la aspettasse. Ora come ora, Londra significa grime. E a dirlo è la varietà di ammiratori e collaboratori nonché l’estensione sempre più mondiale del fenomeno: Kelela, straordinaria creatura dell’R&B transoceanico alternativo e macchiato perfettamente dall’elettronica nuova, lavora con Bok Bok; Fatima Al-Qadiri ha generato un album che ha le sembianze di un’ode al fascino dell’estremo oriente e ha già collaborato ovunque, con chiunque; Pixel Wave Embrace di Yamaneko è percettibilmente influenzata dalle melodie pacificamente disturbanti dei videogames giapponesi.
Londra significa grime quindi, ma grime potrebbe non significare più esclusivamente LDN.[/column]
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Mumdance lo trovi all’aftershow del concerto di FKA Twigs a Milano─qui puoi vincere due ingressi─ insieme a Dave Saved e Lorenzo Senni.