Pearl River Sound è lo pseudonimo sotto il quale si cela il giovanissimo Roberto Semeraro. Romano, poco più che ventenne, due uscite su cassetta alle spalle, Roberto arriva in questi giorni ad un traguardo importante, o forse sarebbe meglio vederlo come un punto di partenza, ovvero l`uscita del suo primo EP intitolato “Remember Every Moment” per una label dal profilo internazionale, la britannica Meda Fury/R&S. Quale occasione migliore per cercare di conoscerlo meglio se non questa? Ecco che cosa ci ha raccontato:
Ci racconti qualcosa di te e del tuo background musicale?
Se devo partire dall’origine e quindi dai primi suoni che credo abbiano pesato sulle mie influenze, potrei parlarti di mio fratello che, dieci anni più grande di me, comprava un sacco di dischi dance anni 90, roba tipo Corona, Datura, Jam & Spoon. Io avevo sei o sette anni e lui diciassette. Quelle sono state di sicuro le mie prime influenze (inconsce) perchè all’epoca sentivo quello che faceva solo come un gran fracasso! Crescendo mi sono avvicinato alla musica dance e club, questa volta diciamo volutamente. E’ stato però un terreno che ho esplorato molto velocemente e mi ha annoiato dopo poco tempo, quindi ho lasciato per un po’ quei primi ascolti elettronici, per avvicinarmi al pop e al rock… cercavo qualcosa che potesse rispecchiare al meglio me stesso e quello che sentivo, la mia solitudine e il mio sentirmi inadeguato al mondo… un po’ i problemi adolescenziali di milioni di ragazzi, e soprattutto sono sempre stato interessato nel creare “cose”. Per cui ho iniziato a desiderare più o meno in quel periodo di fare musica. Ho preso due lezioni di chitarra e dopo la seconda ho mollato, ero troppo pigro e sono sempre stato uno che “non legge le istruzioni”. Subito dopo ho scoperto Aphex e per la prima volta ho sentito nella musica elettronica qualcosa che andasse oltre i rumori con i rumori stessi. Lui mi ha aperto la strada ad un mondo nuovo e da li ho iniziato ad ascoltare un sacco di roba anni 90 ma anche nuova, Skinny Puppy, Nine Inch Nails, Arvo Part…
Abbastanza prevedibilmente ti vorrei chiedere come hai attirato l´attentione della Meda Fury, sub-label R&S?
Ho conosciuto Nick di Meda Fury via Soundcloud, avevo dei lavori nuovi che volevo far uscire e Meda Fury pur avendo un forte timbro house mi è sembrata gestita da un uomo molto poliedrico e aperto. Sono stato fortunato poichè Nick ha subito amato i miei lavori, anche se a dir la verità una delle tracce dell´EP è stata implementata successivamente, fatta ad hoc per quella release.
C´è un disco R&S, o uno delle sue varie sub-labels, al quale ti senti particolarmente legato?
Quando ho scoperto che Meda Fury era in realtà una divisione R&S quel cavallino mi ha portato subito alla mente uno dei miei ep preferiti di sempre: “Xylem Tube”.
Mi è piaciuto molto il sound del tuo nuovo EP “Remember Every Moment”. Lo definirei “senza tempo”. I brani potrebbero essere usciti in un momento qualsiasi tra i primi anni 90 ed oggi. Ci racconti qualcosa dal punto di vista degli strumenti che usi, anche qui la mia impressione è che tu non cerchi di seguire mode passeggere concentrandoti piuttosto nello sviluppare una tua propria identità.
Grazie mille “per il senza tempo”. Diciamo che gli strumenti che uso per me sono dei semplici ingredienti per una buona minestra. Ho un rack analogico, un Oberheim Matrix 1000 e una Yamaha TX81Z che fa sintesi FM, e poi ho da poco comprato una TB-3. Ma a dire la verità finora ho quasi esclusivamente usato strumenti digitali. Il mio primo album per Further Records ad esempio è tutto fatto con plugin, niente analogico. Il mio pensiero è che se hai da dire qualcosa puoi farlo anche con due pentole. La gente più interessante che conosco scrive musica senza usare nessun particolare strumento o hardware analogico. C’è un mio amico che riesce a scrivere una traccia con un solo campione e un semplice editor digitale e fa cose incredibili! L’importante per me quando vado a “spremere” uno strumento che sia digitale o analog, è che mi emozioni, mi faccia piangere o al contrario sorridere, e forse questo può essere inteso come cercare la mia strada, la mia identità.
Sei anche attivo come dj? È un campo che ti interessa o preferisci concentrarti sull´attività di produttore?
La cosa che preferisco è fare musica lontano da occhi indiscreti, essere sentito e non visto, ma ho da poco intrapreso un legame come resident per una organizzazione romana che si chiama Amen (http://www.improvearts.net/amen/) e loro sono stati gli unici per ora ad essere riusciti a tirarmi fuori dalla tana!
A dire la verità ci sono state altre occasioni in cui ho messo dischi in giro, ma è stato molto tempo fa, con il mio migliore amico Alessandro ma quella è un’altra storia.
Raccontaci i tuoi progetti per il 2015.
Il progetto più ambizioso che ho per il 2015 è di dedicarmi alla scrittura di un nuovo album ma ho un rapporto un po’ complicato con la musica, nel senso che tra me e lei non comando io ma lei. Quindi, decidere non serve a niente. Tutto quello che ho fatto finora non è stato programmato e non credo lo saranno anche le cose future che farò. Infatti mi sento abbastanza lontano e fuori luogo da come dovrebbe essere gestito il business nel mondo della musica, scadenze, obblighi etc. Tutto affinché l’interesse verso di te non cali, sono necessità che quasi tutti gli artisti sentono di dover rispettare a prescindere dalla qualità della musica che faranno… Io invece non riuscirei mai ad essere cosi. Probabilmente il mio prossimo album o EP uscirà quando quei pochi a cui è piaciuto questo disco per Meda Fury si saranno completamente dimenticati di me e del mio suono, che poi non è male perchè alla fine in questo modo la tua musica viene ascoltata sempre come fosse la prima volta e quindi sempre come qualcosa di fresco e nuovo!