a cura di Giulia Matteagi e Mirko Carera
Abbiamo parlato al telefono con Megan dei Purity Ring alla vigilia del loro sophomore Another Eternity. Quello che emerge è il ritratto di una cantante ormai consacrata (l’abbiamo letteralmente rincorsa per giorni), elettrizzata dall’idea di far ascoltare un lavoro intenso, desiderato e dalla creazione misurata. Questo è ciò che ci ha raccontato tra mezze ammissioni e un sogno soul.
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Ho ascoltato Another Eternity, ne sono entusiasta ed eccitata perché manca poco all’uscita. Immagino tu lo sia ancora di più. Come ti senti?
Non so se posso dire di essere molto più eccitata. Ovviamente sono entusiasta. Sono contenta che sia pronto per uscire, e poter andare avanti. È ancora una situazione bizzarra per me, ma finora è andata sempre benissimo. Ne sono felice e non vedo l’ora che le persone possano ascoltarlo, che è la cosa importante.
Questo album è molto diverso dal precedente. Com’è nato?
La stesura di questo album è avvenuta in maniera molto diversa rispetto al primo. In realtà abbiamo scritto tutto nella stessa stanza, provando a scrivere tutto in una volta, che poi era l’unica cosa che potevamo fare. È un lavoro frutto di un’intensa attività di collaborazione, quindi molto più coeso: per questo è così diverso, ed è molto meglio poter comporre con qualcuno con cui puoi lavorare insieme realmente.
Cosa tratta Another Eternity? Sembra che racconti di un uomo molto insicuro e di una donna coraggiosa e decisa. È corretto?
Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere, ma suona bene. Non parlo molo dei miei testi, ma questa analogia mi piace davvero. La stesura dell’album è avvenuta nell’ultimo anno ma i testi sono stati scritti negli ultimi tre anni, quindi ho convogliato all’interno davvero tantissime idee ed esperienze diverse. È per questo che ci è voluto tanto tempo.
I testi sono molto metafisici, ma anche molto carnali. Sembra di essere all’interno di un sogno che diventa cruda realtà, e in cui per esempio le vene cominciano davvero a pulsare intensamente e il sudore a bagnare la pelle; probabilmente era il tuo scopo. Sono storie che nascono da esperienze personali particolari?
Noi sperimentiamo sempre cose nuove quando registriamo e scriviamo, ci liberiamo delle cose che non ci piacciono e poi nel processo creativo raccogliamo quelle più giuste per noi. Spero che le persone che ascoltano le nostre canzoni possano davvero immergersi nelle parole ed essere parte del mondo che vi è descritto, che possano vederne i colori. È il tentativo personale di calarsi in un altro mondo.
Another Eternity è musicalmente molto più vigoroso ed energico rispetto al vostro primo album. Shrines era un disco intimo e introspettivo, mentre questo è un album travolgente dove sembra che la musica costruisca un muro intorno alla tua voce. Qual è il vostro modo di approcciare la musica in fase compositiva? È cambiato rispetto all’album precedente?
Questo disco è stato scritto tutto in una volta, e le singole tracce sono state scritte in molte maniere diverse. Ogni canzone richiede un approccio diverso per noi, poiché la nostra intenzione è quella creare qualcosa che sia il più spontaneo possibile. A volte cominciamo con la melodia, altre volte l’idea nasce da qualche accordo e poi io aggiungo le parole ancora in fase di elaborazione, ed effettivamente mi stupisco ogni volta di quanto questo metodo funzioni bene.
Ascoltando il disco ho sentito diversi generi musicali: dal Wonky alla Witch House passando per un’elegantissima EDM. Voi vi definite Future Pop. È una definizione fatta per permettervi di non vincolare la vostra musica a qualche genere particolare ed avere la libertà di sperimentare stili e generi diversi?
Future Pop è un modo facile per descrivere la nostra musica, perché nel momento in cui le persone chiedono cosa significhi, siamo noi stessi a darne la definizione. Classificare la propria attività artistica all’interno di un genere è una cosa priva di significato alla quale dedichiamo davvero poca attenzione. Chiamarci Future Pop ci permette di passare oltre; inoltre è un modo per creare un genere nuovo che possa diventare il nostro universo, in cui esistere e lavorare bene.
C’è un artista con cui ti piacerebbe lavorare?
R: Non ci ho mai pensato, essendo sempre molto concentrata a portare avanti il mio lavoro. Sicuramente qualcuno in grado di trasmettermi delle buone vibrazioni. Magari un artista del passato, come Nina Simone.
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[tab title=”ENG”]
I listened to Another Eternity and I’m really excited for the upcoming release. I guess you’re much more excited than me. How do you feel about that?
I don’t know if I can say I’m more excited. I mean I’m excited. I’m full with excitement. It’s really nice to have it done and moving along. It feels kinda crazy, it’s going well so far. I feel good about it for sure and I’m excited for people to hear it. It’s an important part.
Can you tell me something about the composition and recording phases of the new songs? They sound very different from your past songs.
We wrote this record a lot differently than we did the last one. We actually wrote the whole thing in the same room. We tried to do everything long distance which is the only thing we were able to do. This record was a very match and very collaborative effort and a lot more cohesive. I think the songs sounds different for that. As a cohesive piece of work it always feels better to make chords with someone if you can actually work together.
What does Another Eternity tell us? What does it talk about? It seems to talk about an insecure man and a very determined woman. Is it correct?
No one said that to me before but that’s really good. I don’t really talk a lot about it but I like the analogy. The record was written in the last year the lyrics in the last three years and I shifted a lot of things around. It took a long time because of that.
I found the lyrics very metaphysical and fleshly at the same time. I got the sensation of being in a dream turning into reality, as if I could really touch with my hand the veins and the sweat you sing about. Maybe this was your purpose. Does they come from some special experience?
We constantly experimenting in recording and songwriting and get rid of things we don’t want and therefore creating things that are good for us, and I hope that people go into the lyric and be a part of it and see the things and the colours, it’s definitely an attempt personally to go to that place.
Another Eternity seems to be much more powerful than your previous album. I mean, Shrines was very intimate and introspective, Another Eternity is energetic and strong and there seem to be a solid wall made of sound built all around your voice. Tell me something about the way you approach to music: did it change?
This album was written all long distance, the songs happened and were written in an indefinable way. We approach each song pretty differently, kinda to keep it more spontaneous. Sometimes we started with the melody, other times with chords, and I add lyrics in the process and I was always surprised that it worked.
While listening at your album I heard some different genres. A lil bit of Wonky and Witch House and also an amazing and sophisticated reworking of EDM. I know you describe your music as Future Pop. Is it a definition made to allow you to experience new styles and different genres?
Future Pop is an easy thing to call ourselves because people can ask what it is and we can define it ourselves. The “genre part” of being a musician is the most nonsense part, and I care at least about what genre we are and I want to think about that the least. Future Pop allow us to be just “over”. It’s also about creating our own world that we can exist in and feel good about it.
Is there any artist you would like to work with?
A: I haven’t thought about that in so long because during the records I’m just thinking about getting it out. Someone I got really god vibes, maybe someone from the past, like Nina Simone.
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