Un venerdì sera di fine febbraio al Locomotiv di Bologna: il cantautore torinese Bianco, in apertura, è stata una piacevolissima scoperta: bene si intona alla primavera in arrivo, cantando di colori pallidi e di profumi dolci. E’ solo sul palco, ma la sua voce e la sua chitarra sono un ottimo e docile accompagnamento per lʼinizio della serata, come una una bimba che ti tira per la mano chiedendoti di seguirla.Dice di essere emozionato perchè è la prima volta che suona i nuovi pezzi dal vivo ma dalla grinta sincera che ci mette non sembra affatto; pochi pezzi, vestiti solo di una chitarra acustica, ma dritti al punto.
Colapesce (di cui siamo amici) invece è molto più scenografico a confronto: si presentano 4 ragazzi di rosa vestiti, richiamando subito alla mente quel geniale colore di sfondo della copertina nel nuovo disco “Egomostro” (ve ne abbiamo parlato qui). La voce eterea di Colapesce come sempre non delude, si diffonde fra la folla sostenuta e riempita da un rinnovato groove sospeso fra lʼelettronica e il rock. I suoi compagni di gruppo sono bellissimi e fanno da cornice allʼeleganza e alla dolcezza dei movimenti di Colapesce. Ci sono però momenti anche più ruvidi, in cui le luci cominciano a farsi più intermittenti e decise creando unʼatmosfera di leggera psichedelia; culmine massimo nel momento dei bis, Colapesce si fa prestare un accendino dal pubblico e dà letteralmente fuoco alla scaletta.