Già da qualche settimana i festival più attesi della stagione hanno iniziato a darci un assaggio delle loro line up da sogno: dal Dekmantel ad Amsterdam al Dimensions in Croazia, passando per il Weather di Parigi. Tra gli artisti non poteva mancare Danilo Plessow aka Motor City Drum Ensemble, un vero talento nel coinvolgere l’audience con i suoi set spumeggianti e carichi di groove. L’abbiamo incontrato per qualche domanda e abbiamo trovato una persona sorprendentemente disponibile.
Intervista di Chiara Caporicci
Benvenuto Danilo! Un vero piacere intervistare un talento come te! Iniziamo dalla tua passione sfrenata per il vinile. Sei stato in qualche vinyl shop qui a Milano? Qual è il miglior vinyl shop nel quale sei stato?
Certamente. Sono stato da Vinylbrokers: piccolo ma con un’ottima selezione di vinili e buoni prezzi. Il vinile di cui sono rimasto più soddisfatto è dell’artista jazz LaMont Johnson, piuttosto raro da trovare! Difficile doverne selezionare uno in generale. Ma direi che il paradiso per gli amanti del vinile nel mondo si trova a Tokyo e si chiama Disk Union.
Sei un appassionato di vinili appunto, dai tuoi set e produzioni si evince la tua ricerca verso un suono profondo e ricercato…
Ho iniziato a collezionare vinili all’età di 15 anni. Quello che conta sta nella carica innovativa del vinile. Se per me rappresenta qualcosa di nuovo allora decido che deve essere mio ad ogni costo. Soprattutto con la house e la disco: le tracce più underground, rimaste per un tempo “incomprese”, finalmente hanno trovato il loro giusto contesto e sono quelle che cerco sempre.
Quali sono stati i fattori che hanno più influenzato la tua carriera da deejay? Cosa ti ha portato ad inseguire la tua vera “soul” musicale?
Recentemente ho affrontato questo argomento con Jus-Ed, direttore di Underground Quality Records. Jus-Ed è cresciuto con il genere di musica che mi rappresenta di più. Io, invece, essendo nato in un’area rurale tedesca, mi sono dovuto davvero impegnare per cercare quello che volevo e documentarmi su quegli stili musicali dei quali non c’era una cultura in Germania.La mia anima musicale è frutto di curiosità e ricerca. Ho scoperto la passione soprattutto per i generi soul, funk e jazz. Sono stato sempre considerato come un’outsider dalle persone che abitavano nella mia città: tutti ascoltavano principalmente musica rock. Io, invece, mi dedicavo esclusivamente al funk e al soul, due generi che spopolavano negli Stati Uniti. È interessante vedere come persone che abitano in parti diverse dell’universo possono però condividere gli stessi gusti musicali.
Cosa vuol dire essere un deejay in un’era dove molti si avvicinano a questo tipo di carriera?
Per me, non è importante solo creare qualcosa di nuovo, ma anche e soprattutto suonare un genere che si avvicina alla Chicago House School.
Senza distinguere tra house e techno, mi piace suonare di tutto! E questo è quello che insegnano i maestri di Chicago. La mia missione consiste nel far conoscere alle nuove generazioni il sound di Ron Hardy or Frankie Knuckles.
Parlando di emozioni e sensazioni… Come cambiano i tuoi stati d’animo in base alla location, al pubblico e all’atmosfera in cui suoni? Qual è stata la tua “best experience” finora?
Southport Weekender in Inghilterrra. Si tratta di un festival nato circa 25 anni fa, dove persone di tutte le età si lasciano trasportare a ritmo di house e old soul. E ciò che ti colpisce è vedere nei loro occhi una passione vera e genuina per la musica.
In un’intervista al SunceBeat Croatia nel 2013 hai detto che hai avuto sempre belle esperienze nel suonare in Italia. Cosa pensi della scena musicale di Milano?
Credo che Milano sia il fulcro per la musica in Italia. Mi diverto molto a suonare nei club italiani e ci sono alcuni artisti emergenti con le giuste carte in regola. Inoltre dell’Italia apprezzo molto la cultura.
Da poco siamo entrati nel nuovo anno: alcuni (traccia, album, etichetta) tra i tuoi preferiti del 2014?
Harvey Sutherland: uno degli artisti che mi ha più colpito nel 2014. Artista australiano che sto cercando di inserire nella mia etichetta. Il suo sound è un mix tra cosmic boogie e disco house music.
Last but not least, prima della tua tanto attesa performance sul palco di Voyage Tunnel. Quali sono i tuoi progetti per il 2015?
Finire il mio album, portare avanti alcuni progetti con dei colleghi (ad esempio, Vermont, una collaborazione con il producer di Innervisions Marcus Worgull) e un 12-inch con Mike Huckaby.
VERSIONE INGLESE
Welcome Danilo! It’s a great pleasure to have a talented deejay like you playing live tonight! Since your passion for vinyl, did you go vinyl shopping today before tonight’s show? What’s in your opinion the best vinyl shop you’ve ever visited?
Oh yes! I went to Vinylbrokers: a nice and small shop with a great selection of records and also quite cheap prices. And I found a lot of good stuff! The vinyl I’m most proud of is a jazz record from LaMont Johnson, pretty rare to find and I’m very satisfied to have it now! It’s hard to pick up one. It always depends on the collections of records. But if I had to pick up one, I would say Disk Union in Tokyo. It’s a paradise for vinyl lovers, you can find the rarest records on earth.
You are passionate about records, you seem to be always seeking the deepness and preciousness of every single sound you play.
Well, I have been collecting records since I was 15. It’s not about precious vinyls but it’s more related to the newness of the record. If it’s something I haven’t heard and I like it, I want to own it. Especially with house and disco music: sometimes it’s more the underground stuff that people created and played back then, but that was understood by almost nobody before. Maybe because it was far ahead of its time, but now…it all makes sense all of a sudden, this music finally found the right context. That’s the kind of records that you want to have.
Which are the factors that influenced the most your way of playing and djing? What have been driving you to keep following your musical passion?
I recently had this discussion with Jus-Ed, Underground Quality Records’ Boss. He’s in his early 50s and I’m almost 30. So, he basically grew up with most of the music I play and he was there during the first wave of the music I love. I was born in a rural area in Germany where there was no deep concept of music. I really had to search hard to find the vibes and the information I was looking for. I just started to investigate more and more and I discovered my love for all kinds of music, especially American music like soul, funk, jazz. I always had to struggle a lot to affirm my musical tastes, to develop and improve them. Normally, all people from where I was born, usually listened to rock music, which is a genre I am not connected to. I was always the “outsider” listening to that different kind of music, to funk and soul, whereas in the USA everybody was listening to funk and soul. This is an interesting story of how people can end up being passionate about the same music but living in two total different places.
From your words it’s so clear to see the power that music has to connect people. And music is what also interests many people. How is it to be a deejay nowadays? How can you differentiate yourself in your job in this world where everyone is trying to become a deejay? What are your successful keys in your opinion?
For me, it’s not just about creating something new but it mostly relates to play very close to the original Chicago House School. I don’t care if it’s house or techno or disco or jazz or whatever, I play everything! This is the Chicago way of djing and this is what I want to do: bring it back for a new generation of people who never knew what Ron Hardy or Frankie Knuckles used to play. And I guess this is my key to success.
Speaking about sharing emotions and sensations…Do you have different feelings when you play in different countries and cities? Do you want to share with us any specific event?
Well, definitely Southport Weekender in the UK. It’s a festival that has been running since 25 years, there you can find people around 50 or 60 years old dancing crazily with new house music tracks or old soul. They have a great music culture but they are not snobby about it, they are genuinely into music. That’s one of my favourite festivals.
In an interview at SunceBeat Croatia in 2013 you said Italy is one of those countries where you had some of your best gigs. What is your opinion about the musical scene Milan?
If I play in Italy, I mostly play in Milan, so I think here is the musical hub of Italy. I like playing in Italy, there are also a lot of things I appreciate about the Italian culture and there are also some good Italian artists coming out. It’s really good to be back here.
It’s the beginning of a new year: your favourites (track, album, label) of 2014?
An artist that made a big impression on me: Harvey Sutherland, from Australia. I’m trying to make him sign for my label. His music is really inspiring: a sort of cosmic boogie disco house music.
Last but not least, and then we’ll be waiting for your live performance. What about your projects for 2015?
I’ll definitely be working on the release of my album, plus other projects with some colleagues (e.g. Vermont, a collaboration with Innervisions producer Marcus Worgull) and a 12-inch with Mike Huckaby.