Se non lo conoscete, ora è il momento giusto per farci amicizia. Lo scambierete a primo impatto per Ghostface Killah, vi passerà entro due tre ostriche francesi.
Se lo conoscete, probabilmente gli volete bene.
Se gli volete un bene tanto grande da elevarlo a vostro rapper prediletto, di sicuro è anche uno dei vostri comici preferiti.
Action Bronson, nato Arian Arslani, albanese cresciuto nel Queens, chef taglia forte diventato “il rapper più simpatico di tutti”.
Mr Wonderful è il suo secondo album, il primo su una major.
Progetti con Statik Selektah, Alchemist e Harry Fraud a parte, è emerso dalle acque underground grazie a Blue Chips, una serie (non ancora conclusa, si spera) di due mixtape prodotti interamente da Party Supplies.
[column size=”3/4″ center=”yes”]Autoironia speziata, vocabolario rispettabile, orgoglio balcanico e al contempo newyorkese, infiniti riferimenti all’alta cucina: tutti elementi conditi e riproposti nel nuovo disco, naturale sintesi dello spontaneo umorismo di zio Bam-Bam.[/column][spacer size=”15″]
Brand New Car introduce il salvatore, che arriverà più fotogenico che mai in The Rising, prodotta da Statik Selektah.
La presenza di Mark Ronson (superproducer nonché punto fermo della musica pop, ora più rilevante che mai) assicura la più professionale qualità dell’intro, che campiona Billy Joel e termina con il tipico errore da backstage, registrato senza filtri per mettere sul piatto solo sapori reali. In mezzo miti su se stesso, nomi italo-americani di atleti della Grande Mela e furbi giochi di parole: è al bar, sguardo freddo come uno svedese, sa di essere il più bello nella stanza, e da un momento all’altro placcherà il Frigo (che oltre ad essere di certo il suo cimelio preferito, è il nome di un giocatore di football) proprio come ha placcato qualche fan irrispettoso in passato.
Mark Ronson perfeziona anche il quarto singolo, recentemente uscito come terzo video ufficiale. Traccia conclusiva dell’intenso trittico centrale ─una sorta di musical interno al disco, una Thug Love Story che si rinnova ad ogni release─ Baby Blue racconta di un cuore spezzato che sceglie di andare avanti e trionfare. La specialità del giorno è “white snake in underwear sauce”, e qui tradurre non è necessario né opportuno per alcune fasce orarie. Il glorioso nonsense di Bronsolino è seguito da sofferenti, nude maledizioni scagliate ad arte da Chance The Rapper, paroliere eccelso e spirito creativo in imprevedibile espansione. Il cuoco non è perfetto, ma bellissimo, proprio come un cavallo (?), mentre l’acid-rapper augura lattine già agitate e cerniere incastrate al sorriso colpevole di un simile naufragio. Persino uno spaesato Letterman approva, la traccia è grandiosamente ricca di suono.
Lo pseudo-musical apre il sipario con City Boy Blues, un lamento blues (appunto) assistito da Chauncy Sherod dei CharlieRED. L’esperto 88 Keys produce, i fedelissimi Party Supplies alla chitarra, tutto mixato da Tom Elmhirst, ingegnere del suono che tende ad uscire con lo zainetto pieno da ogni edizione dei Grammy.
Il testo sgrida l’atteggiamento di una donna mangia-denaro, Bronson si dice stanco dei giochi, niente 808. 808 come esempio di sound troppo futuristico per essere genuino, 808 come codice della polizia per gli schiamazzi con cui non ha più tempo da perdere.
La stessa bufera interiore dà il via a Light In The Addict, in versione estesa rispetto alla traccia condivisa sul SoundCloud dei Party Supplies. Uno di loro supporta il rapper nel ritornello, e la strumentazione è deliziosa. Lui guarda giù dall’aereo, “chissà se cado che succede”, l’erba lo tranquillizza ma non è certo di nulla, in volo tra una data e un’altra della sua nuova vita. Una strofa sola, tanto pianoforte, mood azzeccato.
La medesima coppia di producer si occupa delle due tracce finali.
The Passage funge da lungo, psichedelico intro a Easy Rider. Tastiere d’altri tempi ornano cori per il nostro beniamino, la parentesi dice che siamo a Praga, ma non sorprenderebbe smascherare uno scherzetto nella tracklist. Il pezzo conclusivo, singolo pilota dell’intero album, è a detta di Bronson “probabilmente la cosa più meravigliosa che abbia mai fatto”.
Curt Chambers (i Grammy li conosce anche lui, suona per Eminem da un bel po’) strimpella, le tastiere invocano divinità folkloristiche ma l’unico simil-dio è lui, la Harley sfreccia sullo stradone deserto. Il video ufficiale, ovviamente, è un racconto assurdamente divertente, con pellerossa e tutto il resto. Action conclude con il marchio di fabbrica “it’s me”, trasmettendo la scioltezza di chi avrebbe voluto rendere fiero Dennis Hopper.
Il tema rock-ballad si ritrova in Only In America: Oh No (fratello di Madlib) si stacca dal suo stile per campionare una band della Berlino anni ’80, con un risultato spiritoso se non per forza coinvolgente.
Bam-Bam giura di essere concentrato, e nel giro di dieci secondi si è già autoproclamato Golden Child. In mezzo, tra nostalgie varie, un piccolo assolo ragtime al pianoforte, per precisare ancora una volta l’umore del momento.
Galactic Love è puro Alchemist: la connessione di Rare Chandeliers è riproposta in simpatia ed estro, con il sample di basso a guidare un calmo viaggio defaticante. La madre di Arian fa una comparsa, per ricordare che i burattini visti in giro valgono e pesano metà di lui.
Lui cita un titolo dei Fleetwood Mac, uscito nel 1968, anno in cui la stessa band pubblicò l’album Mr Wonderful. Anche lì c’entravano canne e quant’altro, anche lì la psiche fluttuava lieve lieve. Ora Bronsolino regala iPad e televisori ai concerti, a quel tempo avrebbe lanciato, chissà, modellini di Steve McQueen o innovativi forni a microonde.
Alchemist è anche la mente dietro a Falconry, una nervosa presa in giro condotta dall’intesa Bronson-Meyhem Lauren-Big Body Bes. Il primo spiega come riesce a rendere tutto saporito senza perdere eleganza, il secondo si definisce “New York prima delle piste ciclabili”, l’ultimo (inseparabile amico di A.B.) parla della strada, per la strada. Terry, terza base di Al nel progetto con annesso occhiolino ad Isaac Hayes, è dorato relax. Un MC che ipotizza con tale naturalezza una collaborazione con Pitbull può schernire dolori e insuccessi; non lo fa per il denaro, ma si può permettere ugualmente una pelliccia verde, rigorosamente siberiana. Il brano termina con synth e pad dall’iperspazio, Chauncy Sherod chiede che cosa si stia aspettando.
Action Bronson risponde con Actin Crazy: 40 confeziona un beat impeccabilmente moderno, con un sample di piano che lo intona all’LP, e lo regala al rapper più diverso da Drake nella storia del genere, o poco ci manca. L’opportunità ha bussato alla sua cucina, lui ha risposto presente.
[column size=”3/4″ center=”yes”]La personalità di quest’uomo è strabordante. Il personaggio che si è creato fotografa esattamente il modo in cui vive ogni ora delle sue avventure, ed è sicuramente più appropriato di Dr Lecter, figura interpretata nel primo lavoro indipendente, quando forse non ci credeva ancora così tanto.[/column][spacer size=”15″]
Tutto l’album, coeso e quasi continuativamente rilevante, lascia la stessa giallissima impressione del primo ascolto di Blue Chips, quando i suoi unici compagni erano droghe e pregiati cannoli siciliani. Il trentaduenne, oltre ad essere uno chef invidiabile, ha strade nel cuore e flow nel petto ed è maledettamente felice di poter sviluppare ogni sua assurda idea.
Fa quello che ama fare, non intende cambiare la storia della musica né capovolgere l’industria discografica (lo dice proprio nel paesaggio estivo e spensierato di Terry, “there’s no hit records on the demo”), ma non getterà mai via la passione.
Per ulteriore conferma, si veda il “documentario” di 3 minuti su Mr Wonderful, un suo qualunque video-tutorial di cucina o un’intervista a caso. I video ufficiali sono sempre meglio, intrattenimento con il puro scopo di intrattenere, il successo viene di conseguenza e sente di meritarselo. Bugiardo chi dice che non vorrebbe un pranzo cotto, cantato e stonato da zio Bam-Bam.
Se mai vi capiterà di andare ad un suo concerto, attenti a non stupirvi quando ritornerete a casa con diversi sandwich, più erba di quanta non ne aveste all’inizio e una PlayStation 4 scintillante.
Vi sentirete straordinari, perché lui vi avrà sorriso.
“I should kiss myself.”