Issue 1.
Album 3.
July 2015.
Ecco come Frank Ocean lascia trapelare la notizia che attendiamo da quasi tre anni, da quando l’arancione è diventato il colore preferito di molti di noi.
Nel frattempo è comparso negli album di Earl Sweatshirt, Beyoncé, Jay-Z e John Mayer. In mezzo, un conflitto creativo con Brian Wilson.
Attendiamo dolci note, parole reali, poesie da ripetere e ripetere.
Nel frattempo, riviviamo la sua carriera. In sette gocce.
I PIEDI A MOLLO
Nato in California nel 1987, a cinque anni si trasferisce a New Orleans, Louisiana.
Niente più mare, ma Frank nuota nelle imprevedibili acque del jazz, prendendo appunti dalle note di Anita, Stevie, e altri CD scoperti nel cruscotto della madre. Primi demo in studio, tra lavoretti da dogsitter e automobili lavate. Si iscrive all’università di New Orleans, proprio nel 2005.
L’ACQUA SALE, IL CIELO CADE
L’uragano Katrina costringe Frank a spostarsi all’università di Lafayette, e a traslocare a Los Angeles dopo che l’attrezzatura per registrare è ridotta in poltiglia.
Il soggiorno losangeleno, inizialmente progettato come pausa temporanea di sei settimane, si prolunga a tempo indefinito quando un paio di conoscenze giuste capovolgono la sorte del ragazzo allora conosciuto come Lonny Breaux.
BOCCATE D’ARIA
Beyoncé, John Legend, Brandy: poco fa li vedeva piccoli al telescopio, ora scrive canzoni per loro.
Il ruolo di ghost-writer, comoda fonte di introiti, non rendeva giustizia né garantiva sufficiente soddisfazione al suo talento, dunque urge una svolta da solista.
Nel 2009 incontra due dei personaggi più importanti per lo straripante corso della sua carriera: Tyler The Creator, la cui amicizia lo porta ad unirsi un anno dopo alla Odd Future, crew e collettivo che presto diventerà fenomeno mondiale; Tricky Stewart, pesce grosso dell’industria che lo aiuterà ad ottenere un contratto con la Def Jam.
SWIM GOOD
Nel febbraio 2011 esce Nostalgia, Ultra, il primo e acclamato mixtape di Frank Ocean. Samples inequivocabili, reinterpretazioni R&B tanto dolci quanto crude, sensibilità sonora spaventosamente moderna: la BMW dei sogni in copertina è molto più che una fotografia, ora.
Compare com’era prevedibile nel secondo album di Tyler, per poi tuffarsi nel dorato trono di Jay-Z e Kanye, collaborando a due pezzi del loro album.
WATER IN JULY IS GOOD FOR NOTHING
A luglio 2011, una nuova traccia di Frank Ocean scivola sul web.
Scritta come “demo di riferimento” per una promessa R&B, Thinkin Bout You è tormentata, passionale perfezione.
Nove mesi dopo, la versione studio del pezzo esce come singolo introduttivo del suo nuovo album.
A luglio 2012, il suo Tumblr ufficiale lascia tutti a bocca aperta e peli ritti. In una bozza scritta di getto nel suo Mac, e inizialmente destinata alla sezione ringraziamenti del disco, Frankie racconta del suo primo, autentico, disarmante amore: un uomo. Una rarità nel mondo hip-hop, soprattutto a causa di ricorrenti preconcetti di facciata.
Pochi giorni dopo, ecco l’uscita ufficiale di Channel Orange, presto definito album dell’anno da miriadi di addetti ai lavori. Ora come tra cinquant’anni, la coerente consapevolezza artistica di quelle diciassette tracce è sconvolgente. Collaborano Pharrell, André 3000, James Fauntleroy: non esattamente gli ultimi arrivati.
THE WATER’S BLUE, DON’T CURSE ME
Dopo un tour mondiale, e un presunto e comprensibile distacco da OFWGKTA -da molto non si esibisce con loro, anche se nel 2013 contribuisce agli LP di Earl e Tyler- , Frank rimane a lungo in apnea, ma il nascondiglio è solo apparente.
Gli occhi sono sempre in superficie, e C.Breaux è menzionato nelle tracklist di Jay-Z, Kanye, Beyoncé, John Mayer. Nel frattempo, un conflitto creativo con Brian Wilson scongiura un glorioso featuring, perché Frank voleva una strofa rap. Lui è giovane, mentre il frontman dei Beach Boys, ahimè, non lo è più.
Assaggi di nuove maree arrivano da un’out-take della colonna sonora di Django Unchained e da un’improbabile lavoro a sei mani per Converse, in cui Frank unisce le sue forze a Diplo e a due superstiti dei Clash.
A novembre 2014 emerge Memrise, traccia ovattata e riflessiva, e non è chiaro se si tratti della versione definitiva.
BOYS CRY GOLDEN TEARS
Il 6 aprile 2015, ovviamente sul suo Tumblr, Frank lascia trapelare la buona novella.
Due pile di riviste al centro, e a lato, solo semi-visibile, un quadro di Bjarne Melgaarde, artista newyorkese dedito alla “pittura amorale”, la cui ricerca parte proprio dal “fallimento eterosessuale” e dall’inviolabilità dei diritti LGBT.
Insieme al nuovo album -il terzo, considerando Nostalgia come tale- Ocean pubblicherà in due versioni il primo numero di Boys Don’t Cry, un magazine di cui per ora si sa poco.
Quando, tutto questo?
Sembra ovvio: #JULY2015.