Santelena è il progetto solista di Simone Uccelli, ex chitarrista delle Case del Futuro, che nell’anno e mezzo di esilio dal trio bresciano riformula la sua idea di cantautorato e in sei mesi mette su il suo EP di debutto: “Gli inseparabili”. Scrittura scanzonata, pochi fronzoli. Tutto quello che serve a Santelena è una voce che si strascica su melodie lineari spesso malinconiche e quasi mai artificiose, una manciata di sonorità d’altri tempi e un sentimentalismo che, al contrario, non invecchia mai.
Ve lo facciamo ascoltare qui. Più giù trovate il racconto traccia per traccia.
Un Incubo
Un Incubo è la prima canzone che ho scritto per questo progetto. Volevo creare un’atmosfera morbida e distensiva che si contrapponesse al tormento e a quel senso di noia cosmica presente nel testo. E’ stato anche il pezzo con cui ho iniziato a lavorare sui suoni, scegliendo solamente tra gli strumenti che possedevo realmente. La sezione strumentale con i pad e il solo di juno mi prende benissimo.
Insetto
Insetto è un brano che parla di una cosa di cui parlano un milione di altre canzoni, ovvero l’indifferenza da parte della persona amata. Era ciò di cui volevo parlare, ma non volevo in alcun modo che si creasse quel classico dramma in cui l’autore si autoflagella perché il proprio sogno d’amore non esisterà mai. Io ho cercato di parlarne servendomi di un suono leggero e con una punta di rabbia nella voce, che non guasta mai.
Questa è una canzone che sta cominciando a invecchiare, o meglio, possiamo dire che inizia ad avere il permesso dei genitori per andare a giocare al parco sotto casa con le proprie amiche. Io non ho fatto altro che adescarla, portarla a mangiare un gelato e riconsegnarla a loro.Gli Inseparabili
Era un po’ che volevo fare un brano strumentale: avevo delle idee, ma nulla di pronto. Parallelamente avevo una bozza per una canzone che parlava di un pappagallo che scopre che inseparabili è soltanto un’ approsimazione e che in realtà «siamo inseparabili, ma tu puoi stare senza di me». Quando ho finito di scriverla ho trovato questo tema che accompagnava benissimo il pezzo cantato e ho unito tutto in questa composizione che dà il nome al disco. L’arrangiamento dell’intro è rimasto quello che avevo fatto nel mio piccolo studio, con tutte le sue imperfezioni, ma mi piace sempre moltissimo, soprattutto l’incedere del basso.
Piazza Garibaldi
Una storia d’amore atipica, descritta quasi come se io che sono stato una merda con te ti invitassi a stare attenta, a non abbassare troppo le difese e prepararti per una fine che sta per arrivare. Un punto di vista strano, un sogno che ha come sfondo la piazza dove è nata davvero la storia di cui volevo parlare.