Marco Maiole, non smetterò mai di dirlo, è un super artista: deriva da una formazione classica e sa fare la musica come si deve. Marco è più Yuksek e meno Daft Punk, Marco ascolta gli Spandau Ballet, a Marco piace il french touch ed è campano.
Marco Maiole oggi rilascia How to Feel Warm EP, il suo secondo lavoro dopo Pollen; ora goditi la lettura/ascolto di oggi.
Ho scritto questo disco mentre finalizzavo mio lavoro precedente (Pollen,uscito per Telefuture), con l’intenzione di concentrarmi di più sulle voci e sulle strutture delle canzoni. Mentre Pollen è più elettronico, più dance, How to feel warm è più melodico, più suonato e meno sintetico nel feeling (ma non nei suoni) – non è un caso che abbia deciso di pubblicare il primo con un’etichetta americana e il secondo con un’etichetta italiana, una dimensione più intima.
I feel you
Ho scritto questo pezzo pensando ai suoni di gruppi come Spandau Ballet o ABBA che, per quanto cheesy, hanno su di me un impatto fortissimo. Parla della sensazione che si prova pensando a cose e persone di cui, ormai, non ti importa più niente. É anche il primo pezzo dell’EP che ho scritto in ordine cronologico, ed è su queste note che ho sperimentato i cori che caratterizzano anche il resto del disco.
Hit the ground
Questo è il pezzo di collegamento con i miei brani più vecchi, un po’ più elettronico e dark. É il pezzo che, secondo me, si balla più facilmente, ed è quello in cui mi piace di più il suono della mia voce – ho scelto di non usare il vocoder in questo EP per rendere ancora meglio l’idea di elettronica “suonata”. I concerti che ho fatto negli ultimi mesi mi hanno sicuramente influenzato in questa scelta.
So suspicious
É il brano a cui sono più legato di tutti, il testo è venuto fuori di getto e secondo me parla,molto concretamente, di come ci si sente ad essere trattati senza tatto. Lo riconduco come sonorità ad I feel you – sento che il disco ha una sorta di struttura ABAB anche se la cosa non è pensata. Ho suonato le chitarre del brano con una chitarra degli anni 60 che mi è stata regalata da un caro amico con cui suonavo nel mio vecchio gruppo punk, i MaD – voglio un gran bene a lui e alla chitarra.
Moving on desire
L’ultimo brano deve molto del suo sound all’amico Osc2x, compagno d’etichetta, che è venuto a trovarmi a casa e mi ha dato un paio di consigli su come secondo lui il brano dovesse suonare; non sono sicuro che la versione definitiva sia troppo simile a ciò che lui intendeva, ma di sicuro mi ha portato a riflettere su alcune scelte da fare. Lo dedico a lui!