Due sperimentatori senza limiti, un maestro della musica nordafricana, due singoli.
Eglo e Border Community, le etichette di Floating Points e James Holden, pubblicheranno tra fine aprile e inizio maggio le loro collaborazioni con Mahmoud Guinia, risultato di un progetto incluso nella quinta Biennale di Marrakech, a levigare il confine tra l’elettronica europea e la musica Gnawa.
Dei quattro pezzi registrati, due usciranno in vinile e digitale.
Mimoun Marhaba è un’ipnotica cavalcata di voce e guembri, strumento a corde di cui Guinia è eccelso esecutore.
A metà traccia è riconoscibile e benvenuta la tipica virtuosa tastiera di Floating Points, e gli otto insistenti minuti di brano incarnano il potere curativo di cui la cultura Gnawa è portatrice.
Bania vede James Holden continuare l’ipnosi, i suoi synth modulari profondi a circondare i rituali dell’artista marocchino, seguendo la progressiva scomparsa delle krakebs, percussioni metalliche e incantatorie, responsabili dei ritmi complessi che ritornano nella parte finale.
Tutto ciò suonato al bordo di una piscina.