Venerdì mattina, colazione: Giulia mi lancia un’occhiata: “Guarda che oggi esce il nuovo singolo dei Disclosure”. Nessuna reazione di entusiasmo, lei mi guarda perplessa: “Ma non ti piacevano tanto?” “Sì, molto, troppo”. Ho consumato Settle e lo consumerò ancora, ma senza perdersi nelle divagazioni su quanto sia difficile scrivere un secondo disco, è innegabile non notare quanto i Disclosure siano al centro di un mirino che non concederà appelli: se si sbaglia si rischia l’oblio. Ecco perché tutta quell’attrazione verso le stars and stripes, fatta di collaborazioni con Mary J Blige (tra l’ altro è meglio l’ originale) e di foto con Lady Ciccone, ormai diventata controfigura della Madame D. di The Grand Budapest Hotel, mi avevano spiazzato.
Ore 22 e 30: Bang That è uscita da 5 minuti e ha spazzato via ogni dubbio; Giulia balla in pigiama sul divano e amabilmente mi schernisce con fare saputello “cantonata Carera, eh?”.
Qualche giorno dopo a mente fredda: Bang That diventerà il pezzo dell’ estate, lo dico con una certa sicurezza, la stessa con cui affermo che se è questa la direzione intrapresa dal nuovo percorso Disclosure va benissimo così; il pezzo somiglia dannatamente a quella hooligan house degli ormai dimenticati Audio Bullys, tra Ego War e Break Down The Door e suona grezza, aggressiva, con la giusta dose di durezza che finalmente sporca la faccia da San Carlini dei due fratellini.
Ora, i fratellini non è la prima volta che per produrre qualcosa di nuovo guardano al passato, quindi se proprio non li conosci ancora bene oppure se la Cristoforetti ha preso il tuo posto nello spazio intergalattico, qui trovi qualche traccia per ripercorrere la loro ancora breve carriera e per arrivare preparati a quando non faranno solo qualche passaggio sulle radio mainstream, ma le domineranno completamente.
Street Light Chronicle:
Praticamente l’inizio o quasi di tutto, il pezzo dichiara l’amore incondizionato per la U.K. garage e il 2 step, vero pride britannico: già si intravede l’evoluzione che esattamente dieci anni dopo i fratellini (qui poco più adolescenti) daranno al genere; non è future garage né post dubstep è proprio U.K. garage, che dopo il break diventa speed garage; manca una divas al cantato per immergersi ancora più nel genere. Arriverà. Le distorsioni sono un errore di gioventù che verrà presto eliminato.
Boiling:
Eccola la prima delle divas. Lei è Sinead Hernett e il pezzo fa prepotentemente il verso a M.j. Cole. La nuova ondata U.K. garage sta per scoppiare in tutta l’Inghilterra, il pezzo finisce in quel gioiellino che è la compila Traxx The House That Garage Build (recuperarla è un must) insieme ad altri nomi in procinto di esplodere: l’attenzione verso i bros è già alta, molto alta.
Please dont turn me on
Gli Artful Dodger sono tra i nomi di chi l’ u.k. garage l’ ha inventato, il loro primo e unico album è il manifesto del genere, a loro si deve la scoperta di Craig David. Questo, insieme a Re-rewind, è il loro singolo più famoso, con questo pezzo l’ u.k. garage approda su mtv e per 3 buoni anni non ne esce più. Qui i Disclosure pagano il giusto tributo ai loro idoli impreziosendo e spolverando la canzone; inutile dire che il pezzo sia un vero e proprio strappa mutande: provare per credere. Esce in free download su Soundcloud, chissà che non lo si trovi ancora.
Latch:
Un po’ meno u.k garage, un filino di house u.k; chi ascolta Rinse fm impazzisce quando un allora poco conosciuta Dj Monki (a breve firmerà il nuovo Fabric) suona questo pezzo nella sua trasmissione del sabato pomeriggio.
Il cantato è di Sam Smith: sì signore, a loro il merito di averlo come amico e forse, senza immodestia, di averlo scoperto. Con questo fate pace con la ragazza sicuro.
When a fire start to burn
Bisogno di motivazioni? Devi passare un esame e sai poco? Devi chiarirti con la fidanzata? Ci pensano i fratellini magique che inaugurano Settle campionando il discorso motivazionale di Eric Thomas, il guru dei segreti per il successo (aka ET the hip hop preacher). Quando un fuoco comincia a bruciare e comincia ad espandersi lei porterà a casa quell’ atteggiamento, più o meno si traduce così. Musicalmente è il vero stile Disclosure: un perfetto connubio di house uk e uk garage a rispolverare un genere e rimettergli il lustro, un po’ come il ritorno del bomber o quando torneranno quelle fottute Nike silver.
Help me lose my mind:
Una ballad? Già, con l’aiuto dei London Grammar tirano fuori un pezzo che è dichiarazione d’amore, impegno e abbracci: sembra incredibile, ma questa è una delle più belle del disco.
Occhio al falsetto però.
F for you
Si potrebbe discutere per ore se sia deep house o house uk (la differenza sta più o meno nel basso, ma questa è dottrina musicale che interessa poco). Meglio l’ originale del remix con Mary J, ma son gusti. Non riesci a star fermo, siamo quasi all’ apice del “disclosurismo”, manca tanto cosi, ci arriviamo col prossimo pezzo.
White noise
Il massimo dell’ esposizione dei bambini con le facce disegnate è tutto qui: i suoni sono garage, il beat è house, il tutto suona benissimo. In mezzo la strafottenza di Aluna Francis from Aluna George che canta come Shola Ama remixata dai Club Asylum (il pezzo in questione si chiama Imagine, cercatelo) non smetterà mai di farci ballare. La conoscono tutti, la cantano tutti, per qualcuno è un male per noi no: i ragazzi meritano questo successo per il percorso fin qui visto; aspettiamo con fiducia (io ne ho ritrovata tanta ) il prossimo album, nel frattempo ho rimesso su Settle e non riesco a fermarmi.
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