Il 20 aprile scorso è uscito Notturno, il quinto disco dei Three In One Gentleman Suit, trio emiliano (composto da Giorgio Borgatti – chitarre, voce, rhodes, synth; Paolo Polacchini – voce, basso, synth; Federico Alberghini – batteria) che pur calcando i palchi da più di un decennio continua a sperimentare e a lavorare sul suono.
Proprio la loro genuinità, unita all’attitudine DIY che da sempre li ha contraddistinti e che li ha portati tra l’altro a fondare la Upupa Produzioni, ha consentito a questi tre ottimi musicisti di costruirsi una nicchia all’interno del panorama indie della penisola. Non a caso, dopo il fortunato “Pure” – uscito nel 2012 grazie alla coproduzione di UpupaProduzioni, Fooltribe, Les Disques du Hangar 211, Subroutine, In the Bottle, diNotte -, anche “Notturno” ha visto la luce e verrà distribuito grazie al contributo di diverse etichette: oltre a Upupa, stavolta hanno creduto nei TIOGS la To Lose La Track, il collettivo We Were Never Being Boring e la francese les disques du hangar 221.
Della nascita e della produzione di questo ennesimo, ottimo lavoro, ma anche della loro attitudine e del modo di vivere la musica e l’indipendenza abbiamo parlato con Giorgio e Paolo: a voi l’intervista!
“Notturno” è il vostro quinto disco, che esce durante il tredicesimo anno di attività della band. 13 anni e 5 dischi iniziano ad essere “tanta strada”: con che presupposti vi siete ritrovati in studio di registrazione? E con che sensazioni ne siete usciti?
Paolo: “Notturno” è un album molto intimo. E’ proprio stato un percorso altamente introspettivo, a tratti anche doloroso. Un percorso che non è finito con la fine delle registrazioni, perché Giorgio ha continuato a mixare a casa sua, ad affinare, a fare overdubs, a registrare voci, a colorare i brani. Il risultato finale lo abbiamo ottenuto con il master. Io personalmente sono molto soddisfatto di quanto è uscito: credo siano ben percepibili le atmosfere cupe e il taglio estremamente personale che abbiamo voluto dare a questa manciata di brani.
Se per “Pure” vi eravate affidati alla produzione di Favero&Ferliga, musicisti di grande esperienza, stavolta vi affidate solo a voi stessi (e in particolare a Giorgio Borgatti, che oltre a suonare chitarra, rhodes, synth e a cantare si è occupato anche di questo aspetto) e a Bruno Germano del Vacuum Studio di Bologna (dove il disco è stato registrato). Come mai questa scelta?
Giorgio: facendo un passo indietro va detto che Giovanni in “Pure” (il nostro precedente album) ha semplicemente curato la parte tecnica delle prese, sotto direzione meticolosa di Giulio che invece ha curato l’aspetto più creativo del mix riuscendo a fondere le nostre idee elettriche (più chiare) con quelle elettroniche (più azzardate e meno chiare).
Questo passaggio con Giulio è stato fondamentale per i TIOGS; ci ha dato una consapevolezza più ampia rispetto alle nostre potenizalità e così abbiam continuato a lavorare e a studiare… mi son trovato quindi a registrare ore e ore di prove, a riscrivere i pezzi a casa, ad aggiungere e togliere parti; tutto questo per circa 2 anni estenuanti e faticosissimi, sopratutto per me non posso negarlo. A quel punto era davvero troppo complicato scegliere una persona con la quale collaborare e alla quale affidare tutte le idee di “Notturno” che giorno dopo giorno si facevano sempre più ricche e chiare nella mia testa; quindi la scelta molto coraggiosa, di grande fiducia da parte di Fede e Paolo che han deciso di affidare a me il tutto, con mia grande gioia ma anche paura, responsabilità e tensione. Il disco è stato registrato in un giorno solo, in presa diretta tutti nella stessa stanza, al Vacuum Studio, ma anche qui aver lavorato e pre prodotto il disco nella nostra sala prove ha fatto si che le scelte tecniche fossero già chiare e decise prima ancora di scegliere lo studio e quindi di entrarvi.
Il resto è tutta follia, notti e albe a suonare.
La prima caratteristica dei TIOGS è probabilmente l’impossibilità di catalogarvi come band “di genere”. Dopo aver sperimentato post-rock, slowcore, emo, math, stavolta sembra di essere di fronte a un’evoluzione forse più lineare che in passato, con l’approdo a un elektro-rock di stampo internazionale. Parlate molto di musica e dei suoni prima di entrare in studio?
Giorgio: la scomoda verità distrugge ogni poetica e parallelismi con immagini iconografiche del “musicista” pazzo e immerso nel suo ideale; non parliamo quasi mai di suoni, di musica o di dischi. Abbiamo tutti e 3 gusti e ascolti abbastanza diversi, ma quando poi siamo in sala prove… Fede è una macchinetta e non c’è proprio bisogno di dirgli come accordare la batteria, anche perché non te ne da modo (è davvero il batterista con il suono migliore che abbia mai sentito), Paolo di solito è molto bravo a trovare soluzioni e suoni interessantissimi con le tastiere o con i sequencer e io non faccio che metterci mani giusto per correggere qualche frequenza o qualche timbro che proprio non può esistere per questioni tecniche.
La ricetta che esce è assolutamente spontanea, purtroppo non abbiamo riferimenti (sarebbe molto più facile scrivere e produrre musica!!) e così quello che esce è frutto di un processo lungo, faticoso e che alle volte diventa una vera e propria strage. Credo che Notturno abbia qualcosa come una trentina di outtakes.
La nostra fortuna è essere cresciuti e vivere in un’area piuttosto fertile, piena di musica e musicisti.. andare a veder un concerto o le prove di amici è il più delle volte più divertente che veder il concerta della “band del momento” blasonata da webzine o giornali. Forse è più questo che ci stimola.
Una seconda caratteristica, almeno per come ho percepito il “ruolo” dei TIOGS nella scena italiana, è che la vostra è una band a cui guardano tantissimo i musicisti, i produttori, le etichette… insomma, quelli che la musica la fanno. Da più di 4 anni vi occupate di Upupa Produzioni, etichetta che ha prodotto dischi bellissimi e molto diversi tra loro (da Bob Corn a Threelakes, passando per Modotti e Quakers and Mormons) e anche band di giovanissimi (vedi la compilation New Birds No Beards) (trovate tutti i dischi citati sul bandcamp di Upupa, NDR); gli stessi dischi dei TIOGS sono stati spesso pubblicati e distribuiti sotto forma di coproduzioni (così pure Notturno) e vedono la partecipazione di diversi musicisti (in quest’occasione: Nicola Manzan, Stefano Pilia, Lorenzo Borgatti, Rene Van Lien, Arnold Van De Velde e lo stesso Bruno Germano). Sembra quasi che la vostra musica sia un’isola a cui siamo chiamati a guardare come parte di un’arcipelago, come frutto degli incontri e delle esperienze fatte da 3 persone che nella musica stanno a mollo dalla mattina alla sera. Si possono raccontare (e capire) i TIOGS senza raccontare l’ambiente musicale che vi circonda e in cui vivete? Vi ritrovate nella definizione di “avanguardia”?
Giorgio: (prima domanda) come dicevo poco fa le band, gli amici musicisti, le etichette… sono il nostro background e sono il mondo in cui viviamo ogni giorno, ne siamo felici, orgogliosi e viviamo il momento con grande gioia ed entusiasmo. Paradossalmente quando dobbiamo fare un disco parliamo molto di più di chi coinvolgere, con chi lavorare e perché, piuttosto che dei suoni (ahahah… ma è la verità!). A questo giro non è stato possibilie non inglobare nel lato live due persone importanti ! Enrico Baraldi (bassista di Ornaments e nostro fonico storico) e Lorenzo Borgatti (giovanissimo chitarrista cantante che ha già lavorato e prodotto per Upupa produzioni) ci seguiranno dal vivo rispettivamente sul basso il primo e sulla chitarra/sampler/voce il secondo.
Paolo: Anche se il nostro approccio alla musica rimane molto classico, a me è sempre piaciuto definire i TIOGS come gruppo di avanguardia. Non tanto per quanto riguarda la catalogazione del gruppo in sé, quanto piuttosto per il costante tentativo che abbiamo portato avanti negli anni di mettere alla prova il nostro suono e rimettere in discussione il linguaggio che via via abbiamo creato.
Giorgio: è senza dubbio la mia più grande soddisfazione poter a testa alta dire che abbiamo sempre messo il massimo impegno per non ripeterci e innovarci facendo tesoro delle esperienze, cercando di rimanere fuori dalle mode pagandone quindi le conseguenze.
Un’ultima domanda, diretta: che obiettivo vi piacerebbe raggiungere con Notturno?
Giorgio: la band è come una storia d’amore, quando funziona il tempo vola e passano gli anni. Con “Notturno” sarebbe bello riuscire a suonare tanto, bene e per tanto tempo! La mia ambizione personale è stare con i TIOGS e poter “dir la nostra”.
Paolo: siamo una band cresciuta in un ambiente dove il DIY e l’etica hard-core hanno sempre costituito la nozione fondamentale del termine “indipendente”. Capiamo che i tempi sono cambiati e certe modalità piuttosto “stoiche” di fare e produrre musica non sono più perseguibili come in passato. La verità è che ci aspettiamo di raggiungere più persone possibili, destare interesse, calcare più palchi possibile. E’ forse molto restrittivo, ma credo che, alla fine di tutte le peregrinazioni che ti portano a far uscire un album, l’obiettivo di una band seria sia quello di suonare dal vivo. E’ (o dovrebbe essere) il primo e l’ultimo per quanto riguarda sia gli stimoli che ti spingono a suonare sia i target che ti poni come musicista.