1) Leisure Suite Ferries
Questo pezzo fa parte di una serie di sessioni tra Joe e Dyami risalenti più o meno a due estati fa. Ci piaceva il beat divertito e abbiamo pensato di corredarlo con delle rime in sintonia col mood.
2) Epidemic!
L’idea di base di “Epidemic!” era continuare la saga iniziata con “Cattlestar Galak-Tical”: “Epidemic!” è praticamente il prequel, come si intuisce dalla fine del videogioco. Quindi le sonorità tra i due pezzi dovevano rimanere in linea, infatti abbiamo usato una formula simile a livello di produzione. La storyline a questo punto diventa: gli Apes sul pianeta dei primati si accorgono che in giro si sta diffondendo una particolare epidemia e quindi decidono per la fuga, saltando su un astronave, alla ricerca di nuovi pianeti.
3) At the Speed of Darkness
A volte succede che ci troviamo a casa di Joe a fare chiacchiere fumose per ore dove vengono fuori le teorie più assurde. A volte capita che uno di noi prenda queste teorie e ci scriva un testo a riguardo e lo faccia sentire agli altri. Di solito dopo capita che venga tirato fuori un vecchio beat-locomotiva da qualche cartella polverosa dello studio di Wasbridge. Tutte queste coincidenze hanno portato alla sintesi di “At the Speed of Darkness”, che non è un concetto assoluto. Ognuno può dargli il significato che vuole.
4) Castlevanish
Se hai giocato a Super Mario 3, sai che ogni due o tre schemi, ci sarà uno schema “castello”, che spesso ospita un mini boss e qualche oggetto segreto. “Castlevanish” è lo schema castello del disco.
5) Cyclic
Questo pezzo era stato dimenticato. Ascoltammo la bozza strumentale in macchina una sera di ritorno da Milano. Ci piaceva un sacco, soprattutto quando entra il basso in umido e immaginammo un vocal fatto non tanto di rap, ma più di un vero “preacher” soporifero che snocciola consigli. Quando stavamo chiudendo l’album, ho cercato tutti i progetti che avevo fatto e li ho sentiti uno per uno. Lì ci siamo accorti che dovevamo infilarlo in Escape. Dyami ha capito che tipo di pezzo doveva diventare e ci ha dettato l’arrangiamento a mo’ di medium. Il titolo pare riferirsi al bisogno ciclico degli esseri umani ad accedere a ciò che Dyami chiama “higher ground” nel pezzo.
6) Polaroid&Parkingson’s
“P&P” è un pezzo che ha qualche anno con il quale volevamo provare a dare uno schema libero d’evoluzione. Ci piaceva l’idea di vedere dove ci portava il pezzo in sè, lasciando perdere le abitudini che di solito usiamo per gli arrangiamenti. In più è una sorta di tributo a George Carlin.
7) Crusadness
La bozza spingeva un sacco e ci piaceva la svolta che aveva sul ritornello. Quindi l’abbiamo arrangiata cercando di potenziarla per quanto siamo riusciti. È sonora e caotica e per questo ci sembrava bella come inno all’aggregazione umana spontanea: infatti il titolo ricorda quanto siano tristi le crociate.
8) Plasmon
La strumentale (che si chiamava “Plasma”, ma quando Escape era pronto ci suonava già sentito :P) l’abbiamo suonata dal vivo per tanti anni e ora era il momento giusto per farne un pezzo completo. Dyami ha preparato il testo secondo quello che le sonorità del pezzo ci suggerivano: i synth ci fanno pensare all’evoluzione e ai movimenti lenti ma inesorabili come quelli delle tettoniche a placche. Nonostante si creino dei sistemi per contenere certi cambiamenti, verranno sempre fuori le falle dei sistemi stessi, le quali contribuiranno ad essere parte della prossima evoluzione: ovvero, fumiamo troppo. Il titolo è un richiamo a quei biscotti per bambini dove nella pubblicità c’era uno pseudo-David che scolpiva una colonna.
9) Springroll Bros
“Springroll Bros” è il frutto dei pomeriggi primaverili di una Wasbridge in fiore, dove Joe e suo fratello Nicky jammavano allegramente cercando di inventarsi campioni istantanei lanciandosi vicendevolmente samples con chiusura a molla tipo badminton. Registrato il tutto, abbiamo tagliato i nuovi samples e li abbiamo arrotolati tipo involtino e messi ad essiccare al sole. Dopodichè, li abbiamo lasciati stagionare per un paio d’anni. Quando erano pronti, li abbiamo farciti del ripieno, arrangiati e conditi con dei clichè spezzati a mano. Et voilà.
10) Monkey on a Donkey (ft. Fricat)
Metà di questo pezzo si chiamava “METAL” (all caps) e l’abbiamo portato in giro per molti dei nostri live di tanti anni fa. Fu usato tipo l’arma finale di Daitarn, per un tot di live set. Il fatto è che era un’arma a doppio taglio. Ci piaceva e ci spaventava. E finì in disparte. Un giorno, mentre stavamo cercando di stilare la tracklist di Escape, il Brunino, un amico di Joe, chiese espressamente di risentire quel pezzo. In studio, guarda caso era presente anche Fricat che, senza farsi vedere, rubò il progetto con una chiavetta usb. Pochi giorni dopo gli Apes ricevono un plico per posta contenente un preservativo usato, un proiettile e gli stems di “Monkey on a Donkey”.
11) Final Fractally
Dopo la fuga, avevamo bisogno del relax, un paio di massaggi e un po’ di ristoro quindi abbiamo deciso di mandare un mandala mantra tantrico come messaggio finale.