“Instant Lovers” dei Sunday Morning è la second chance che (quasi) tutte le storie dovrebbero avere: è il ritrovarsi dopo essersi detti addio.
È il dove eravamo rimasti che si riempie di aspettative e voglia di fare, fare tutto quello che non si era fatto fino a lì.
E allora i Sunday Morning ricominciano dal 2006, da Neil Young e dalle ballate d’oltreoceano, dai tramonti nelle vallate.
Il racconto, traccia per traccia, lo trovate qui sotto, dopo lo streaming.
INSTANT LOVER
Rod Stewart, Big Star, Rain Parade, Neil Young e un bel po’ di sole primaverile.
E’ stata scritta il primo maggio del 2013, me lo ricordo perché dovevamo provare il pomeriggio e avevo questo giro di accordi che girava e girava e a cui mancava qualcosa. Qualcosa che fortunatamente è arrivato, e in sala le parti di ognuno si sono incastrate come per magia: quello che si sente nella versione definitiva è praticamente identico alla prima stesura.
AWAY AWAY
La canzone dalle atmosfere più simili al nostro primo disco, ed infatti viene da quel periodo: stavamo provando un vecchio synth appena comprato, il Crumar bit one, e venne fuori questo giro d’accordi. Il Crumar ci ha lasciato poco tempo dopo, la canzone fortunatamente è rimasta.
Il testo invece è una sorta di mantra, un insieme di parole tranquillizzanti che seguono l’andamento del suono.
DRIFTING
Una roba solare, figlia degli ascolti di The Byrds, Big Star e magari pure Teenage Fanclub. Jacopo portò lo scheletro iniziale in sala, e passammo giornate intere a trovare gli intrecci giusti tra chitarre e voci. E’ la prima canzone che abbiamo registrato per questo disco e, come per tutto il resto, è stata registrata in presa diretta sul registratore a nastro.
JOHNNY
Johnny, Johnny. Musicalmente è il pezzo che ci ha fatto capire che insieme suoniamo ancora bene e che avevamo ancora qualcosa in sospeso con la nostra storia. Era una delle ultime cose che tirammo fuori prima di fermarci, qualche anno fa, e subito era diventato uno dei pezzi forti dei live. Non ricordo nemmeno il momento in cui scrissi la prima bozza, la consideriamo la canzone più “nostra”, più condivisa, più corale. Dentro c’è davvero molto dei Sunday Morning, e per questo abbiamo scelto apposta questa canzone, suonata in presa diretta e dal vivo, per il nostro primo video. Può davvero salvarti un concerto, quindi è doppiamente preziosa.
LOST
E’ una canzone davvero personale, la prima cosa scritta nell’immediato della fine di un capitolo importante della mia vita. Mi ero praticamente trasferito in sala prove in quel periodo, e venne fuori tutto abbastanza improvvisamente: musica e testo. Il disco è pieno di riferimenti a quella situazione, ma questo è forse l’esempio più profondo.
MAGDALENE’S ROOM
Jacopo: Tutto parte da una linea di piano, buttata giù durante le registrazioni. La linea piace a tutti e cominciamo a lavorarci insieme, tentando di avere un approccio il più possibile simile alla resa live. Tutti sono concentrati, anche se sentiamo che c’è qualcosa che ancora si deve aggiustare. Alla fine, come a volte accade, la soluzione è togliere la linea di piano. Le abbiamo dato un altro vestito, mentre la storia è una storia come tante.
41:73 FAITH
Ci abbiamo messo un bel po’ a trovare il giusto approccio, essendo un pezzo vecchissimo, pensato per una formazione diversa e registrato per la parentesi Do Not Cry For The Country Boy (uno degli altri progetti di Andrea) con una vecchia batteria elettronica e un basso distorto. Ci abbiamo messo un po’ ma alla fine, stratificazione su stratificazione, siamo riusciti a dargli una forma che ci soddisfa.
BROKEN STATUES
Anche questa, quando siamo entrati in studio, rimaneva una grande incognita. E anche per questa, magicamente, ad un certo punto si è trovata la soluzione che ci ha fatto svoltare e che ha permesso a “Broken Statues” di entrare nel disco. E’ un pezzo con un approccio differente, in cui tutti abbiamo suonato in maniera diversa da come siamo soliti fare, e contiene uno dei testi più compiuti del disco. Poi, trovo la linea melodica di piano elettrico fatta da Jacopo semplicemente fantastica.
LITTLE DARLING
Luca: Se dovessi dire cosa mi ha influenzato di più nella scrittura di” Little Darling” citerei sicuramente i dischi di Kevin Ayers, specialmente per quel che riguarda il testo (tra navi in soggiorno e mostri sotto al letto). La canzone si rifà a quell’immaginario un po’ surreale che mi è sempre piaciuto un botto.
Musicalmente nella mia testa avrebbe dovuto suonare più sporca e cattiva di così, ma già dalla prima prova basso e batteria hanno assunto questo incedere un po’ pigro e rilassato che ha cambiato completamente faccia alla canzone, facendola diventare il pezzo più pop del disco.
OCEAN
A metà delle registrazioni, quando le cose si cominciano a intravedere ma non sono ancora definite, mi sembrava mancasse qualcosa di più acustico e intimo. Mi ero appena trasferito in un appartamento nuovo, e ci portai la chitarra acustica dallo studio, per sentire come suonava la mia nuova casa. Ed è venuta fuori Ocean. Le aggiunte di chitarra e piano di Luca e Jacopo lo rendono uno dei brani che preferisco. Non è un pezzo corale, ma è un pezzo perfetto per chiudere il disco.