Sono anni che si parla delle opportunità messe a disposizione dalla rete per quanto riguarda la fruibilità della musica, il modo di diffonderla, comprarla e promuoverla, attraverso i social network e le piattaforme di condivisione e visualizzazione di video. Nonostante i passi avanti giganteschi in questo senso, in Italia la maggior parte degli artisti rilasciano interviste quasi solo a scopo promozionale durante il periodo di pubblicazione dei propri dischi. I classici 10 minuti di intervista al telefono o davanti alle telecamere che lasciano poco spazio a digressioni e viaggi nel passato. Da qualche mese c’è un format pazzesco ideato da uno dei veterani del rap italiano, insieme a Bosca (storico produttore attivo dal 1996), che va oltre gli standard proposti fino ad ora.
Sto parlando di Bassi Maestro e del canale Youtube Down With Bassi che ospita alcuni dei grandi nomi della scena hip hop italiana; un episodio al mese, della durata di circa un’ora, in cui gli artisti in questione si raccontano a 360°. Dall’adolescenza alla gavetta, ripercorrendo i passi della propria discografia, rivelando aneddoti ed eventi chiave della propria carriera con tanti contenuti, rubriche e curiosità. Un programma che parla di musica al di là dell’aspetto promozionale e che si rifà al trend europeo e americano, un programma “fatto da appassionati, per appassionati”.
Abbiamo contattato Bassi in occasione della quinta puntata (sotto potete vedere tutte le puntate precedenti) per fargli qualche domanda e farci raccontare qualche curiosità sui podcast di DWB.
Chi avete intervistato nella quinta puntata di Down With Bassi e perché avete scelto di dedicargli un episodio?
Salmo, cerchiamo sempre ospiti interessanti e come nel caso di Don Joe, Salmo non è un artista che senti tutti i giorni intervistato in radio o in televisione, ha un bel background e tanto da raccontare. Questo è quello che cerchiamo, non tanto dei nomi, ma degli individui con esperienza con i quali poter parlare di musica ma anche di altro.
Vivendo in Germania mi capita spesso di seguire interviste e “chiacchierate promozionali” degli artisti della scena hip hop nei vari canali Youtube e mi sono subito reso conto di un trend un po’ diverso dal nostro, ovvero di caricare video interviste della durata minima di mezz’ora fino alle due ore (alcune davvero di una noia insopportabile), che raggiungono delle visualizzazioni pazzesche. Non voglio dire che in Italia non sia stato mai fatto ma è sicuramente l’eccezione. Poi è arrivato Down with Bassi che, correggimi se sbaglio, si prende un bel rischio proprio per via della durata dei video caricati. Raccontaci come è nata l’idea del format, della scelta degli artisti da intervistare e di quanti episodi avete in mente di realizzare.
Come in tutte le cose ci sono delle fonti d’ispirazione, nel nostro caso mi sono ispirato a format americani che da anni seguo e da noi praticamente nessuno conosce. Sono podcast o programmi radio fatti da appassionati per appassionati, e infatti spesso gli ospiti sono delle icone della vecchia scuola con ore di aneddoti da raccontare, si pensi al Juan Epstein e quello che ha fatto su Hot 97.Mi sono detto, proviamo: del resto ormai sono un personaggio diciamo un po’ istituzionalizzato, quindi non ci sono confronti o disagi nel parlare e confrontarsi con i miei colleghi, anzi, spesso la cosa nasce da curiosità e rispetto reciproci. La lunghezza non è fissata, ma dettata dal flow dell’episodio, ovviamente nella versione video si cerca sempre di ottimizzare i tempi morti, ma è disponibile una versione audio su soundcloud dove non viene tagliato nulla.
Come sempre vale il mio credo: se interessa a me dovrà pure piacere a qualcun’altro!
All’interno del canale Youtube Down With Bassi è possibile visualizzare alcuni episodi di un progetto parallelo, uno spin off intitolato “One Minute Stories”. Di che tipo di progetto si tratta ? Avete intenzione di portarlo avanti parallelamente a DWB?
È un’idea senza pretese, uno dei tanti contenuti del sito, quando ho modo e tempo e c’è un aneddoto carino lo faccio, considera che curo io tutti i contenuti del sito, dall’impaginazione all’editing. Down with Bassi ha la regia di Nicola Rigoni (dio lo benedica) ma il montaggio finale, renderind e export etc etc, faccio tutto da solo. Ho sempre fatto cosi ed è l’unico modo che ho di lavorare che funzioni al 100%, ovviamente ci sono delle priorità…
I protagonisti del format sono stati, fino ad ora, artisti che in qualche modo hanno e hanno avuto un piede nella vecchia e uno nella nuova scuola; è stata una scelta mirata? Chi intervistereste tra le nuove (o nuovissime) leve ?
Non abbiamo ancora deciso gli ospiti della prossima stagione, anche se l’interesse sul programma sta crescendo e sono contento che molti colleghi mi chiedano di poter venire a fare due chiacchiere per raccontare cose che di solito non riescono a dire. Posso però confermarti che c’è l’intenzione di incontrare personaggi che hanno una bella storia alle spalle, l’intervista con un newcomer che magari rappa da due anni e ha fatto 20 concerti non avrebbe nemmeno senso, loro hanno bisogno di altri spazi e un tipo di promozione mirata, che io col sito no posso, non riesco e non voglio dare.
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“Downwithbassi.com è un sito di contenuti, non di news e di attualità!”
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Com’è stato per un artista del tuo calibro e con la tua storia mettersi in disparte (o comunque dietro le quinte) per puntare i riflettori su alcuni dei tuoi colleghi? Vedremo Bassi al centro dell’intervista nell’ultimo episodio ?
Di sicuro non mi sono messo in disparte visto che il titolo del format è Down with Bassi:) Come dicevo in apertura, essendo un artista che ormai “ha dato” e non è più necessariamente in competizione con tutto quello che esce, posso permettermi un atteggiamento un po’ più “laid back” e godermi cose che qualche anno fa non sarebbero state possibili. Succederà sicuramente (come già è successo) che qualche artista si rifiuti di partecipare, ma è comprensibile, si tratta comunque di esporsi e di farlo a casa di qualcun’altro.
PREVIOUSLY ON DOWN WITH BASSI:
Fritz Da Cat
Ensi
Don Joe
Ghemon