Non chiedetemi di circoscrivere il talento di Roberta Maddalena. Anche provandoci, è impossibile a mettere sotto un unico cappello la sua passione per la danza, l’arte, la musica, l’illustrazione. Dove c’è una musa che la ispiri, c’è lei a coglierne i frutti. Scoprite questa creatura amorfa che muta pelle ogni stagione e alle volte si fa chiamare Bireau.
Cosa vuol dire che sei una creativity trainer?
Vuol dire che accompagno le persone in un training fisico/percettivo per aiutarle a tirare fuori la loro creatività, all’interno di corsi che hanno per tema il disegno. Alla fine del corso arrivi a saper disegnare, ma ci sono persone che cambiano altro nella loro vita. Accade di tutto e accade perché le persone imparano a permetterselo. E io ho la fortuna di assistere ai loro cambiamenti. Provo ogni volta meraviglia.
Rimanendo in Italia, credi che riusciresti a fare il tuo lavoro in un posto diverso da Milano?
Sì. Milano è in Italia il porto dove fare affari per eccellenza. Tutto passa da qui, ma una volta che senti la necessità di pace e ti sei creato un buon giro di committenze puoi anche trasferirti nel verde, al mare, dove ti pare. Basta essere persone sveglie.
Tu l’arte ce l’hai sempre avuta dentro o l’hai esercitata con gli anni come si fa con la musica?
Entrambe le cose. La pulsione creativa c’è sempre stata. L’esercizio è inevitabile, fa parte del fare e migliora le capacità. Sono entrambi due prerequisiti fondamentali per fare arte.
A giudicare dalla tua bio, sembri uscita fuori da un clash tra Fatima Al Qadiri e Marina Abramovic.
Wow grazie! Che bellezza… Cerco di seguire l’istinto, di esplorare ciò che mi attrae. Vorrei tornare a fare musica, lo dico da anni, ma ci vuole dedizione. Fortunatamente riesco a collaborare con amici musicisti, come Paolo Gozzetti (Sigmatibet). Insieme, utilizzando anche la mia voce, creiamo soundscape per le mie installazioni, e facciamo dal vivo delle performance segno-suono.
Ci mandi una fotografia della scrivania su cui stai lavorando in questo momento?
Ve la disegno!
Si guadagna ancora con l’arte?
Sì, certo.
Se dovessi rinunciare ad un colore per sempre, quale sarebbe?
Il giallo fluo. Penso che il mondo andrebbe comunque avanti senza il giallo fluo.
Immagina di andare all’inferno. Con cosa verresti punita? Io credo che verrei punita col loop coatto di video dei Lacuna Coil.
Con un’eternità di giallo fluo, ovviamente!
Dopo tanti anni di esperienza in questo campo, preferisci lavorare con le agenzie di comunicazione o con i clienti diretti?
I clienti migliori sono quelli che ti scelgono per il tuo stile e la tua testa, e si affidano. Hanno coraggio, voglia di nuovo, bisogno di stupirsi. Sono trasversali, li trovi ovunque. Per fortuna.
Se ti dico Dance Like Shaquille O’Neal, cosa mi disegni?