News

Last Lizard – La seconda vita di Alex Zhang Hungtai

Alex Zhang Hungtai ha trascorso quasi tutto il 2014 tra Lisbona e Berlino ed ora è pronto a far innamorare nuovamente tutti col suo nuovo progetto Last Lizard. Zhang ha avuto una carriera invidiabile sotto il moniker Dirty Beaches finendo sulle pagine delle più importanti riviste – non sto parlando solo di dlso – come The New York Times o Pitchfork, ma ha deciso di mettere un punto a quella fase della sua vita e di rinascere come Last Lizard appunto. Lo ha annunciato lo scorso anno salutando così – di fatto – quelle canzoni piene di vibrazioni rock’n’roll sospese a mezz’aria, in quell’attimo in cui la sua voce da coroner ricama trame melodiche sporche, ma al tempo stesso dolci e tu ascoltatore non puoi far altro che restare lì, incantato, mentre Zhang ti recita le sue storie.

“All my musical heroes are basically reinventing themselves every night when they play”

Il suono dei due brani che ha caricato fino ad ora non lascia spazio a dubbi: il cambio di rotta c’è, sono tracce quasi ambient che sembrano scritte per accompagnare delle immagini, colonne sonore di film mai scritti forse. Eppure sono lì, in una sorta di mood jazz d’atmosfera e straziante a testimoniarci quanto il cambiamento sia vitale se sentito – e avvertito – come urgente e necessario.

Come base operativa, come seconda casa, si è quindi spostato a Los Angeles ed è proprio LA ad essere raccontata nella seconda puntata di “The Cultural”, serie creata da MINI incentrata sulla convinzione che le nostre decisioni più importanti vadano prese seguendo l’istinto.
Lasciatevi introdurre nel nuovo capito della vita di Alex Zhang Hungtai e ricordate, #GoWithYourGut.

Per entrare ancora di più nel mood, questo è il mixtape con dentro i brani che ascolta mentre si lascia guidare dalle strade di Los Angeles.

“A new town and a new career. I’ve been walking and driving around aimlessly since I got here. Getting lost mostly and trying to orient myself as California sinks in a bit more. So this mixtape is for discovering a new city, the songs feel lost in time, not particularly linear. Full circles. Laps, maybe? I’m seeing and hearing new things with each listen.”