Definire Giovanni Dal Monte un semplice musicista è riduttivo e lo dimostra lo stesso disco raccontato che stiamo per presentarvi. Più che un semplice track by track Giovanni ha voluto completare l’esperienza sensoriale data dall’ascolto del suo disco con delle immagini. Preparatevi quindi ad ascoltare, leggere e guardare il suo ultimo disco “Visible music for unheard visions”.
Cafe Richmond
L’album inizia in maniera violenta.
Il titolo mi è venuto dall’incontro che feci in un cafe a Richmond (Londra) con Barry Adamson e il suo giovane manager.
L’etichetta Trepok, per la quale il brano doveva essere pubblicato, lo ha definito “un drago che si morde la coda”.
Infatti i campioni si sviluppano in orbite di diverse ampiezze, come i pianeti, così che l’allineamento si verifica una volta ogni un determinato numero di orbite per ciascun pianeta. La sensazione di essere fuori dal tempo, e fuori tempo, in realtà è solo una sensazione; come il caos nel macrocosmo, caos che solo per brevi attimi si riallinea in armonia, il tempo qui segue orbite più ampie rispetto alla nostra visione. Solo per il nostro punto di vista, troppo vicino, non se ne coglie l’ordine della struttura, più grande.
Il pezzo contiene un sample di Kaffe Matthews.
Waves that never will be heard
La bozza di questo pezzo l’ho registrata per un film di produzione italo-libanese, che poi non si è fatto (assieme a “SHADOWS THAT NEVER WILL BE SEEN”)
Le onde (onde sonore, onde del mare) che non saranno mai ascoltate. Il rimpianto, la mancanza, il ricordo: questo brano è tutto questo.
Contiene campioni di M.P.Mussorgsky.
Tremor 1
Elettronica del ritmo, alla Mouse on Mars o Matmos, per intenderci. Malfunzionamenti. Qui la melodia sparisce, e solo l’armonia dei ritmi nel loro svilupparsi nel tempo, in maniera diacronica cioè, suggerisce linee narrative.
Con “TREMOR2” sono gli unici pezzi dell’album fatti con drum machines, evitando volutamente i campionatori, che in realtà preferisco.
From the cage
È una delle prime traccie che registrai quando passai dal 4 piste al computer, credo risalga al 1998, ma l’ho messa in questo lavoro perché da sempre volevo pubblicarla.
È una musica del ricordo dove i campioni del violoncellista Tristan Honsinger si sposano con i cori ultradimensionali. Molto lirica.
Tremor 2
Secondo capitolo del “tremore” precedente (Tremor 1). Si torna alle drum machine di cui sopra.
Elettronica del ritmo, alla Mouse on Mars o Matmos, per intenderci. Malfunzionamenti. Qui la melodia sparisce, e solo l’armonia dei ritmi nel loro svilupparsi nel tempo, in maniera diacronica cioè, suggerisce linee narrative.
Shadows that never will be seen
Altra bozza di brano registrata per un film di produzione italo-libanese mai realizzato (assieme al precedente “WAVES THAT NEVER WILL BE HEARD”)
Le ombre che non saranno mai viste. Ancora una musica evocativa, cicliche ondate che come un mantra si ripetono per carezzare l’ascolto.
Let’s go minimal (Bonus track)
E’ davvero una traccia che voleva essere minimale…una sera mi volevo rilassare e comporre qualcosa che potesse andare bene per gli aeroporti, tipo Brian Eno. Invece è uscita un’altra cosa, tutt’altro che minimale, un “divertissement” funk-progressive che gioca sull’impossibilità di accontentarsi del minimale, estetica oggi perbenista e massificata, diventata superficiale e commerciale.
Come dice la voce urlante “sii elegante, non esagerare…sii minimale” mentre un vortice di ritmi la trascina in un ritornello sfrenato. “Per favore, dillo, dì che hai bisogno di qualcosa di più…se non ti trovi a tuo agio nel minimale…puoi avere il concettuale”, suona come una sarcastica minaccia.
Può contenere tracce di Marlene Dietrich.
Giovanni Dal Monte – Visible music for unheard visions è uscito il 14 luglio su SonicaBotanica.