Deafheaven — New Bermuda
Un anno fa uscì un disco che fece un botto clamoroso. I Deafheaven fino a poco prima erano un promettente duo, con un promettente disco black-metal alle spalle. Poi Sunbather uscì: una fusione assurda di black-metal e dream-pop, il tutto confezionato in una copertina rosa shocking — come scrissi nella mia recensione. Lasciando stare per un attimo considerazioni sulla qualità, la portata di Sunbather fu qualcosa di incredibile per un disco metal — soprattutto pesando al momento magico del rap e del pop in questi ultimi anni. Ricordo ancora quanto mi sconvolsi nel vederlo menzionato addirittura sul sito Apple, appena uscito il nuovo iPhone:
e quindi i Deafheaven sono finiti con Sunbather addirittura su http://t.co/AweKiy0Lrt nel player del nuovo iPhone 5C pic.twitter.com/bF5gmrFUrB
— Piero senza la t (@pieromod) 10 Settembre 2013
A due anni di distanza ci ritroviamo dunque a pigiare play e a far partire New Bermuda, il nuovo LP uscito per ANTI- Records — etichetta sorella di Epitaph — di una band che ha praticamente destabilizzato e — nel bene o nel male — regalato nuova vita e nuove attenzioni alla musica metal da parte di un pubblico mainstream. Diciamo che c’era abbastanza hype nell’aria, io stesso avevo cercato di immaginarmi il successore di Sunbather o come un secondo Sunbather o, piuttosto, come qualche azzardato esperimento verso lidi ancora più soft/pop, probabilmente proprio perché ci si aspettava un’intraprendenza fuori dal comune, dato il rumore generato dal disco black metal con la copertina rosa. I Deafheaven, in un certo senso, non si sottraggono a questo loro bisogno di stravolgere le aspettative, facendo uscire un disco che va nella direzione diametralmente opposta rispetto a quella anticipata un po’ da tutti: New Bermuda è un vero e proprio disco METAL \m/, decisamente più scuro rispetto al precedente.
Intendiamoci, non è che tutto d’un tratto siano scomparse le linee post-rock e dream-pop caratteristiche del suono del quintetto di San Francisco, però tutte quelle transizioni delicate che, senza neanche avvertirlo, trasformavano il pezzo da black-metal a shoeagaze, sono state soppiantate da cambi bruschi ed improvvisi. Sembra proprio che ad essere cambiato sia l’approccio, come a cercare di scuotere prepotentemente quegli ascoltatori che erano stati ipnotizzati da quel flusso continuo di rumore che si tramutava in melodia in molti dei pezzi di Sunbather. Quindi capita che nella opener Brought To The Water, sei lì che stai facendo headbanging insieme al sig. Satana e poi, al minuto 4.42 del video qui sotto, ti ritrovi a canticchiare — come riporta lo stesso Pitchfork — la fottutissima Kiss Me dei Sixpence None the Richer:
Stessa cosa accade nel finale del secondo pezzo Luna, dove il gruppo — a circa 6 minuti — si stoppa bruscamente e si adagia su un riff pieno di delay che sembra un po’ il fratello di quello presente in Irresistible, forse l’intermezzo più paraculo — e perché no, il più bello — di Sunbather. Proprio in Luna lo scream del cantante e frontman George Clarke pare sempre più in piena fase “demons summoning”, dando conferma della piega più tradizionalmente black, che si può avvertire durante l’intero disco. Forse il pezzo più significativo — e che potrebbe essere l’impronta del prossimo — è l’ultimo del disco, Gifts for the Earth, in cui sentiamo gli urli di Clarke provenire tipo da una grotta ghiacciata 800 metri sotto terra e viaggiare su un pezzo che sembra uscito da Recitation degli Envy. Un contrasto davvero difficile da digerire, almeno all’inizio. La cosa assurda è che, verso il finale, il pezzo oscilla tra urla e quello che sembra quasi un rip-off di Champagne Supernova degli Oasis. WTF. New Bermuda è un ottimo disco, probabilmente però inferiore a Sunbather. Sicuramente avrà meno successo del precedente, soprattutto da parte del pubblico allargato. Ma è di per certo uno specchio di quello che i Deafheaven sono ora, ovvero la band più interessante nel panorama metal estremo, una band così sicura dei propri mezzi che decide di sbattersene di quello che la gente vuole e preferisce occuparsi di ciò che è meglio per se stessa in questo momento. E in questo momento, i Deafheaven devono sballottare le nostre certezze e farci capire che non è assolutamente finita qui.