La nostra masterclass di domenica 11 si avvicina, e visto che i protagonisti e i temi trattati saranno tanti, abbiamo pensato di portarci un po’ avanti con il lavoro.
A tutti gli invitati è stato chiesto di preparare una playlist di 5 tracce a tema “il DIY incontra la musica elettronica”. Queste quindi sono le playlist di Petit Singe, Second H. Sam (che rappresenteranno la SMFSP, che festeggerà i 5 anni di attività), DIYSCO.com e Gianluigi Peccerillo, il nostro direttore che (a sorpresa) sarà presente al talk di domenica e vi parlerà, in soldoni, di noi.
Ci vediamo lì!
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DIYSCO.COM
Ciao. La playlist che ho fatto segue questa logica: “artisti che nell’ambito di generi differenti applicano una filosofia simile e molto DIY nella produzione della propria musica, dei video e del merch”.
Ho fatto una playlist spotify qui:
SECOND H. SAM
Krano – Colpet
Everest Magma – Cuarteo Sa
Maria Violenza – Sbirri Reprise
BeMyDelay – Stranger
For Food -Opium New Year
GIANLUIGI PECCERILLO
Proviamo a fare un gioco, piuttosto che a rispondere in maniera ordinaria alla tua non domanda. Più DIY della nostra segretissima sezione PLAY non ve n’è. Quindi ve la linko direttamente nascosta sotto quest’amabile gif.
Ci vediamo domenica, questo l’evento su facebook per restare aggiornati.
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PETIT SINGE
Quando penso ai miei suoni, alle tracce che ho composto in passato o quelle che ho intenzione di ultimare per il futuro mi vengono in mente ritmo, femminilità, tribalismo, accelerazione, dolcezza e contemporaneità. Ognuno di questi brani è un esempio di ciò che intendo con queste parole, di ciò che voglia appartenga al mio prossimo lavoro.
Hatch the plan – Andy Stott
Non potevo non citare “Hatch the plan”. Questo pezzo è stato un punto di partenza, una fonte di ispirazione, per la voce e la cassa rassegnata, quasi. Mi piace perché mischia, ed è bello quando più realtà sonore riescono a convivere, è un po’ quello che cerco in alcune mie tracce.
Onward – Forest Swords
Questa traccia la ascolto molto spesso durante i miei spostamenti Forli – Milano e viceversa. Mi dà moltissimo il senso si viaggio, di dinamicità, di un qualcosa che si muove, una macchinario che con movimenti e rumori ripetuti avanza nello spazio. È bellissima secondo me, si spezza e si ripete, di continuo. E poi la trovo dolce.
Forgiven – 18plus 18plus 18plus
Adoro questo pezzo. Letteralmente. Ho scoperto gli 18plus a Milano, nel 2013 durante una serata all’Istituto Svizzero. Secondo me la loro musica è molto contemporanea, una buona risposta per chi vuole un pop di altissimo livello sporcato con un erotismo moderno di cui questo genere non riesce a fare a meno. In effetti, se ci andiamo a leggere un qualsiasi testo pop, anche di molti anni fa, si trovano sempre fattori legati ad un rapporto lui-lei, all’amore, al sesso. Cambia ovviamente la rappresentazione di questi argomenti, come questi vengono raccontati al pubblico. E loro lo fanno esplicitamente attraverso una pornografia virtuale da 18+
Four eyes to see the afterlife – Craig Leon
Ho inserito Craig Leon perché in una mia traccia ho usato un piccolo campione che si ripete per tutta la sua durata. Questo brano è un viaggio, l’inizio di un viaggio. Lo trovo esotico, molto lontano musicalmente parlando. Si sviluppa orizzontalmente e, per tornare al discorso della dinamicità, anche qui riscontro questo fattore, ma in maniera più primitiva, più nuda.
A band – Powell
Il live di Powell a Loose Club Adriatico è stato una bomba, peccato non abbia suonato questa (oppure l’ha fatto e io non me ne sono accorta…). “A band” e “So we went electric” sono tra le due che preferisco. Ritmi dall’impronta techno che corrono in parallelo ad altri ritmi apparentemente più calmi. Mi viene in mente il campo di corsa in atletica, dove gli atleti corrono in corsie apparentemente diverse, ma che mantenendo una velocità simile e costante, riescono ad avanzare in maniera compatta. Ecco, secondo me “A band” si comporta così.
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