Taiwo e Kehinde sono gemelli. Insieme, sono noti come Christian Rich. Il nome, di per sé, non accende così tante lampadine. Di fatto, però, i personaggi con cui hanno condiviso uno studio di registrazione –o una stazione radio, o qualsiasi altro genere di stanza- sono colossali.
Il monologo introduttivo di Pound Cake, quel monologo introduttivo, è opera loro. Oltre a Drake, negli anni il duo ha collaborato con Lil Kim, Pharrell, Diddy, J.Cole e altri ancora. In tempi recenti, hanno dato a vita a quattro tracce del penultimo album di Earl Sweatshirt, a Crawl di Childish Gambino, a Senorita di Vince Staples.
Ad agosto è uscito “FW14”, il loro complesso e pulito album di debutto.
Una delle tracce, un mese dopo, è comparsa nel nuovo lavoro di Mac Miller.
Abbiamo chiacchierato con i fratelli Hassan per capire chi siano davvero.
A pagina 2 trovate la versione inglese.
Come vi descrivereste? Non semplicemente producers, suppongo.
Come Direttori Creativi di una Compagnia di Servizi Creativi.
Come producers, vi accade di forgiare beats con lo specifico scopo di soddisfare la filosofia di un preciso artista. Quanta differenza fa, poter esprimere il vostro personale messaggio?
Nei nostri progetti, possiamo concentrarci su qualunque idea ci vada di esplorare. Abbiamo il controllo totale di ciò che vogliamo sentire e far sentire, scegliamo noi le forme di ogni suono.
Trasmettere il vostro pensiero rende il flusso creativo più autentico e vibrante, o vi rende solo più meticolosi?
La nostra creatività germina sempre come un fluido, poi trasformiamo l’idea grezza in un’azione minuziosa, micro-gestita. Per esempio, il pezzo Compromise era in principio un semplice e bruto loop, poi abbiamo condito la produzione, poi c’è stata la ricerca dei collaboratori adatti, poi la spinta del marketing, poi tutta la logistica quotidiana.
C’è stato, nel corso della vostra carriera, un artista con cui la collaborazione sia riuscita più facilmente, o da cui l’ispirazione sia uscita con più naturalezza rispetto a tutti gli altri?
Il collaboratore più entusiasmante è stato probabilmente Childish Gambino. Prima Pitchfork lo screditava (Camp), poi è diventato headliner di enormi festival, con la nostra Crawl come punto saliente delle sue esibizioni.
Avete prodotto tutte le tracce specificamente per l’album, o avete aggiunto brani alla scaletta in corso d’opera?
La maggior parte delle canzoni erano esclusivamente per l’album, eccetto High. Roc Nation voleva usare quel beat per Rihanna, ma non riuscivamo ad azzeccare una melodia principale. Ci siamo ripresi il beat, abbiamo incluso Vince Staples e Bia per poi creare il prodotto finale.
I synths, i bassi, gli hi-hats… in “FW14” appare tutto lucido e pulito, proprio come l’estetica della copertina, suggerendo che l’eleganza è essenziale anche per un viaggio nell’iperspazio. Che cosa vi ha portato in questa direzione?
Siamo genuinamente attratti dall’incognito, e dall’arte che ne tratta, musica, cinema o letteratura che sia. Quando è arrivato il momento di produrre il nostro LP di debutto, non c’era dubbio che saremmo andati in questa direzione e avremmo dipinto il tutto da questa prospettiva. La fantascienza e lo spazio sono misteri immensamente intriganti per noi, tutto qui.
Nell’ultima parte di Fast Life, le percussioni prendono una svolta spontanea e gioiosa, rimembrando repentinamente le vostre origini nigeriane. Quanto vi hanno influenzato le vostre radici nel corso degli anni?
Sono incorporate nella nostra vita di tutti i giorni, dunque sgorga spontaneamente nella nostra musica. Essere nigeriani è un privilegio da cui non rifuggiamo. Si tratta di una cultura ricca, di grande complessità e forza.
La mia traccia preferita di “FW14” è Face, con gli archi a rispecchiare le rapide e profonde sensazioni trasmesse dalle due controparti vocali. C’è qualche traccia che sia germogliata con particolare disinvoltura, o un pezzo a cui vi sentite particolarmente legati?
Face nasce da un lido di solitudine. La produzione, minimale com’è, è stata probabilmente la più scorrevole e naturale di tutto il lavoro. Il testo è tanto sincero da coinvolgere chiunque, è quasi automatico rimanere imbrigliati nella trance emotiva del brano.
Diteci se progettate di dedicare più tempo alla musica, o se vi concentrerete altrove.
Continueremo senza sosta a fare musica, mentre lavoriamo su altri progetti extra-musicali. La musica è il fulcro del nostro business, la forza trainante. Dobbiamo sempre tenerla viva.