Oggi sulle pagine web di Fusoradio c’è un interessante spunto di riflessione sul cosa voglia dire parlare di musica, oggi. Uno spunto, appunto, che meriterebbe un approfondimento maggiore, e che si porta dietro corollari di sostenibilità e idee da sviluppare.
Eccone un estratto:
[note note_color=”#e0dcd8″ radius=”0″]Ma allora non sarà forse il caso di ricominciare a ragionare sulla comunicazione musicale su web interrogandosi sul target ? Per chi stiamo scrivendo, oggi, quando scriviamo di musica (soprattutto indipendente)? La nostra esperienza è quella di un collettivo che ha scelto di puntare sulla coerenza e l’originalità dei contenuti da molti anni. Lo abbiamo fatto – consapevolmente – a scapito dei numeri. Se alle webradio gli ascoltatori preferiscono Spotify e gli shuffle, alle recensioni i lettori preferiscono i link ai video che i loro amici indie postano sui social network. In questa corsa alla band che ci farà fare bella figura a tavola cogli amici o su un social network, resta pochissimo spazio per gli approfondimenti e per chi sugli artisti e le loro produzioni voglia ragionare; resta pochissimo spazio, perché nessuno riuscirebbe a creare una webzine (e una redazione) attorno ad un prodotto che non faccia i numeri (in senso letterale). Una webzine di fatto invendibile sia in termini di pubblicità che di rilevanza. Non ce ne voglia Giancarlo Frigieri, ma allora prima di restaurare il modello di comunicazione musicale, bisognerebbe forse ricostruire l’identità dell’ascoltatore. Se è vero che tutti i critici sono prima di tutto ascoltatori, non è vero il contrario. Ed è proprio a questa massa di disinteressati o poco interessati che bisognerebbe iniziare a mandare messaggi, invece di continuare a rinchiuderci in noi stessi. [/note]
Qui trovate la sua versione integrale.