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Quando in musica è amore a prima vista, bisogna andare a fondo. Non capita così spesso di ascoltare pochi secondi di un pezzo, intuirne le potenzialità ad ampio raggio e stimare l’eventuale consistenza dell’intero progetto e dell’artista che si nasconde dietro le note.
Con questo quartetto jazz che si fa chiamare Relaén sono andato a colpo sicuro, nonostante le poche informazioni reperibili in rete, ho voluto saperne immediatamente di più. Grooves sofisticati di matrice jazz e soul, suonati in presa diretta, con il benestare dei Dramadigs, il magico duo di beatmaker di Brema, spesso presenti sulle nostre pagine Ho contattato Olivia, la cantante e leader del gruppo, per farle qualche domanda, in attesa del rilascio dell’album di debutto Twines che verrà pubblicato il prossimo 30 ottobre su Bandcamp. State assistendo a una delle primissime interviste del gruppo, quindi se ne sentirete parlare in futuro, ricordatevi di questa breve chiacchierata.
Ciao Relaén. Normalmente eviterei di aprire un’intervista con queste due domande ma dato che mi è stato parecchio difficile incontrare informazioni su di voi, sarò costretto a farlo. Raccontateci chi siete e da dove venite…
Relaén è il gruppo che io stessa ho fondato. Ho conosciuto Marco (24,sassofono, sintetizzatore) e Leon (26, Basso) duranti i miei studi musicali a Osnabrück (Germania). Veniamo in realtà da diversi angoli del paese, Leon è di Berlino, Marco viene dal Nordrhein Westfalen e io sono della provincia di Wiesbaden. Il nostro batterista Leon (20) viene da Bielefeld, l’ho conosciuto durante una jam session e ho voluto immediatamente coinvolgerlo nel progetto. Io (Olivia, 24) mi occupo della direzione artistica, canto, suono il piano, il sintetizzatore e sono autrice dei pezzi.
Di solito è davvero poco poetico cercare di definire la musica per generi e concetti ma spesso, purtroppo, quando tentiamo di spiegarla, tornano utili. Come descrivereste voi la vostra musica e il vostro primo album Twines?
Esatto, è molto difficile catalogare la musica, specialmente la propria. Noi proviamo il più liberamente possibile di muoverci nei meandri del Jazz, del Soul, dell’hip hop e della musica ambient. In linea di massima, la cosa più importante è stato creare un sound rilassante che possa trasportare un sentimento d’amore.
we’re not “neo”- soul or “future” soul. just soul. Thanks — The Internet (@intanetz) 21 Luglio 2015
C’è qualcosa di male secondo voi in questi termini? Chi meglio di voi può spiegarci cosa significhino le parole new jazz/ new soul, soprattutto in relazione alla vostra musica.
Noi vediamo la musica come un’evoluzione. Trovo che sia perfettamente normale mischiare liberamente le influenze. Utilizzare termini come Neo-Soul, New Jazz o Future Soul è soltanto il tentativo di descrivere esattamente questa evoluzione. Sicuramente ci muoviamo esattamente nell’ambito di queste definizioni e per noi, così come per tanti altri artisti, l’influenza del Jazz gioca un ruolo fondamentale. Detto ciò tracciare dei confini, porre dei limiti, non ha per noi molto senso.
Ho sempre trovato affascinante, già durante il periodo delle DDR, il modo in cui alcuni cantanti hanno interpretato il soul ed il jazz in lingua tedesca (Manfred Krug, Holger Biege, Uschi Brüning, oggi Flo Mega etc). Tu però hai deciso di cantare inglese, come mai?
Non me la sentivo di cantare in tedesco. Nonostante sia in effetti la mia lingua madre, questo non perché non mi piacciano i testi in tedesco, anzi, il contrario. I ragazzi della Sichtexot ad esempio sono stati una grossa fonte di ispirazione per me. Così tanto che forse potrei anche provare a cantare in tedesco…chi lo sa?! La maggior parte delle cose che ascolto sono in lingua inglese, per questo sentivo che cantare in inglese fosse più organico e congeniale.
Com’è stato collaborare con i Dramadigs? Come vi siete incontrati?
Eravamo lo scorso a Brema per suonare ad un Open Air, alla fine della serata si avvicina un tipo che ci consiglia vivamente di contattare e di conoscere due ragazzi di Brema che fanno della musica altrettanto figa e che si potrebbero armonizzare perfettamente con noi. Grazie a lui ci siamo scritti alcuni messaggi su Facebook e alla fine siamo andati a conoscerli. Il tipo aveva ragione. Siamo andati subito d’accordo e quella sera abbiamo registrato subito due pezzi. C’era anche Flo Mega quella sera. Una delle tracce si chiama Hinter der Hunte e fa parte del nuovo album dei Dramadigs Rauchzeichen. Lavorare insieme a loro è stato rilassante e intuitivo. Come se il tempo passasse più lentamente. I ragazzi sono una fonte di ispirazione. Sono curiosa di quello che faremo ancora in futuro.
Il nuovo disco verrà stampato anche in CD/vinile? Quando?
Il CD esce il 30 ottobre su Bandcamp. Una versione in vinile sarebbe chiaramente un sogno. Stiamo facendo del nostro meglio.