La scena elettronica olandese è tra le più attive in Europa: l’industria discografica prolifera di etichette globalmente riconosciute; alcuni dei più influenti e frequentati festival dedicati all’innovazione musicale si svolgono tra Amsterdam e The Hague; molti produttori e dj provenienti dai Paesi Bassi sono emersi in questi anni.
Questo fermento culturale, però, non riguarda solo la musica ma molte altre discipline creative. Andate a guardare nelle liste dei recenti premi internazionali di architettura, le rassegne stampa dei più influenti designer europei, le classifiche degli artisti contemporanei in forte crescita o la presenza degli stilisti emergenti negli eventi di moda più importanti al mondo e ci troverete, regolarmente, una importante percentuale di presenze olandesi. È un caso? Ovviamente no. È, prima di ogni altra cosa, il risultato di una politica culturale precisa, rigorosa, lungimirante. Quella capace di comprendere quanto fondamentale sia sostenere la giovane creatività sullo scenario globale per molte ragioni differenti che dalla ‘riconoscibilità’ arrivano fino all’indotto economico. Esatto: è appropriato parlare di un vero e proprio indotto economico se allarghiamo lo sguardo ad abbracciare le tante realtà connesse, a vario titolo, con il vasto ambito della musica elettronica. Se andiamo a leggere ‘The economic significance of EDM for the Netherlands’, un noto report stilato, nel 2012, da quelli di Danceonomics (Kevin Watson e Ap Reinders, due analisti economici col pallino della musica da ballo) scopriamo, per esempio, che:
- negli ultimi dieci anni l’incremento del pubblico olandese nei festival dedicati è stato del 67,8%
- nello stesso intervallo di tempo le agenzie olandesi che lavorano regolarmente con il mercato estero sono cresciute del 30,6%
- negli ultimi anni la presenza dei dj olandesi nell Top 100 Dj List si assesta attorno alle 14 unità su 100, producendo un giro d’affari di 245 milioni di Euro (di cui il 22% sul mercato estero)
- le etichette discografiche olandesi sono 776, delle quali 150 con base operativa ad Amsterdam
- l’Olanda è stabilmente tra i primi 10 mercati discografici al mondo
In questo quadro di fortissima crescita, oltre alla grande capacità organizzativa, gli alti standard qualitativi in ordine alle location e ai programmi artistici, un ruolo fondamentale lo gioca il supporto che le ambasciate, gli istituti di cultura e i fondi come The Performing Arts Fund NL riescono a dare agli artisti olandesi per favorirne la circuitazione internazionale.
Sabato 7 Novembre all’AC Hotel di Torino, nella cornice di #C2C2015, Club To Club presenta “Club To Club incontra l’Olanda”, un progetto sostenuto dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi e dal Performing Arts Fund NL. Sarà una giornata dedicata alla musica elettronica made in NL che nasce come momento di confronto, discussione e divulgazione dello stato dell’industria musicale nei Paesi Bassi. In programma ci sarà un incontro (che avrò il compito di moderare) dedicato specificatamente allo stato di avanzamento del panorama musicale in Olanda, con alcune delle sue più importanti istituzioni quali Amsterdam Dance Event, Dekmantel, Rewire Festival e Mojo Concerts. A seguire uno showcase con alcuni degli artisti più rappresentativi del suono olandese di oggi: Dekmantel Soundsystem, FilosofischeStilte e Stump Valley, un artista italiano che esce per l’etichetta olandese Rush Hour.
Maggiori info qui, sotto il recap visivo.
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