Su Franco Battiato si è detto tutto, di tutto, forse troppo. Qualche giorno fa è uscita la sua ultima antologia Le nostre anime, con cui celebra i 50 anni di carriera, durante i quali ha attraversato parecchi periodi musicali, dal prog (Sulle corde di Aries), all’elettronica (Fetus, Pollution) passando per le influenze della new wave, il cantautorato popolare italiano, il rock; importando e rielaborando le influenze della musica tradizionale araba, dei Lieder tedeschi, della Classica. Quello che spesso è rimasto in secondo piano del “Maestro”, è il suo apporto come autore. Introdusse una scrittura e delle figure retoriche inedite per il panorama italiano (ma anche internazionale), la cui complessità è diventata negli anni, oltre che la sua cifra stilistica per eccellenza, anche oggetto di parodie. Si servì di parecchi pseudonimi per divertirsi a rimanere anonimo, occupandosi dei versi o della musica: Tripoli, Ed De Joy, Franc Jonia, Astra, Martin Kleist, Albert Kui (Battiato & Giusto Pio), Kilim, Springfield, Colonnello Musch e Süphan Balzani – in alcuni casi anche per affrontare temi, per l’epoca scottanti, come l’omosessualità. Durante gli anni 70 e 80 produsse e scrisse per parecchi artisti della così detta Battiato Factory, collaborando costantemente ai testi e alla musica negli album delle sue tre muse più importanti Alice, Giuni Russo e Milva ma anche con Eugenio Finardi, Alberto Radius, l’amico e coautore Giusto Pio e ultimamente anche con Carmen Consoli, Adriano Celentano, Tiziano Ferro.
Abbiamo scelto 10 pezzi scritti da Battiato (esclusa Lombardia di Radius, dove Battiato appare come turnista e Il tempo stesso di Ferro, di cui ne è co-autore) per altri, alcuni dei quali diventarono dei veri e propri singoli da classifica. Altri, come nel caso di Sibilla, sono rimasti delle meteore.
Buon ascolto.