Ritorna la rubrica dedicata alle etichette discografiche che ci piacciono in una versione un po’ speciale. Infatti, questa volta non ci occupiamo di chi i dischi li pubblica, bensì di una collana di libri che, senza limite di genere od epoca, i dischi li racconta. La collana 33 1/3, pubblicata da Bloomsbury, esiste da più di dieci anni e lungo la bellezza di 125 volumi ha raccontato grazie ai suoi autori, nonché fans prima di tutto, pietre miliari della musica come “Bitches Brew” di Miles Davis, “Electric Ladyland” di Jimi Hendrix, “Let It Be” dei Beatles e “Pet Sounds” dei Beach Boys passando per dischi che sono veri e propri oggetti di culto come “Meat is Murder” di The Smiths e “Unknown Pleasures” dei Joy Division e classici moderni come “Ok Computer” dei Radiohead, “Loveless” dei My Bloody Valentine, “Paul´s Boutique” dei Bestie Boys e “Donuts di J Dilla. Chiunque può, potenzialmente, diventare autore di un volume 33 1/3 ─in lingua inglese chiaramente─ basta seguire le linee guida esposte all´interno del sito, proporre il titolo dell´album riguardo al quale si desidera scrivere il proprio libro e sperare di essere abbastanza convincenti. Sembra facile? Non lo è, come ci ha raccontato Ally-Jane Grossan, editor della collana.
A pagina 2 la versione inglese.
Per cominciare, ci racconteresti qualcosa riguardo gli inizi della serie 33 1/3?
Iniziatore della serie, nel 2003, è stato David Barker per l´editore Continuum. Qui ha avuto modo di combinare il suo amore per la musica con l´acume dell´editoria accademica dando vita a questa bizzarra, piccola collana di libri arrivata oltre alla sua centesima pubblicazione.
Ci puoi rivelare quale è il libro della serie che ha ottenuto il maggior successo, dal punto di vista delle vendite. E qual è il tuo preferito, per una ragione o l´altra?
Il volume di maggior successo è “Let`s Talk About Love” di Carl Wilson. Riguarda Celine Dion ma tratta anche temi come il gusto ed i valori estetici e cosa significa amare ed odiare la musica. È anche il mio libro preferito di tutta la serie.
Ci potresti raccontare qualcosa a proposito dei criteri di scelta delle proposte di nuove pubblicazioni della collana?
Non ho formule magiche che mi aiutino nella selezione delle proposte. Comunque quelle che si distinguono in genere presentano una vera e propria tesi. In queste si può notare come l´autore ha dovuto combattere con la sua idea, l’ha dovuta trascinare a terra, ci ha dovuto lottare per un po’ prima di arrivare a sputare fuori una proposta compiuta. Più della metà delle proposte che ricevo sono essenzialmente lettere d´amore dedicate a degli albums, e non c´è nulla di male in questo, ma un libro della serie 33 1/3 deve contenere anche un po’ di dolore per essere efficace.
Quali sono i passi principali nel lasso di tempo che và tra la proposta di un titolo e la sua pubblicazione?
Il percorso che và dalla proposta di un titolo alla pubblicazione dura circa due anni. Una volta che i titoli vengono annunciati, ad ogni autore viene offerto un contratto con Bloomsbury, dopodichè questi si mettono al lavoro. Ogni autore ha un approccio differente. Alcuni vogliono essere lasciati a lavorare in solitudine mentre altri vogliono che si instauri un colloquio costante con l´editore. Le scadenze variano tra i dodici ed i diciotto mesi. Dopodichè, io passo circa sei settimana lavorando all´editing del manoscritto che torna poi indietro per circa un mese all`autore per la versione finale. A questo punto il manoscritto viene corretto da possibili errori, viene effettuata la composizione tipografica ed alcuni mesi dopo viene finalmente stampato.
In tempi di crisi per l´industria libraria, come tenete testa ai costi elevati ed alla generale diminuzione delle vendite?
Non sono sicura che ci sia una crisi, almeno qui nell´ambito dell´editoria new yorkese. Certo, in generale l´editoria ha subito un duro colpo con il fallimento delle grandi catene tipo Bares N Noble e Borders, ma le librerie indipendenti prosperano, e anche se a disposizione dei lettori ci sono sempre nuovi formati per la lettura, qualcuno deve continuare a curarne l´edizione e la pubblicazione. Noi abbiamo trovato la nostra nicchia. Il nostro pubblico è piccolo e fedele ed i libri che pubblichiamo, li pubblichiamo pensando loro. Questo ci permette di sopravvivere.
Che tipo di ruolo gioca il mercato degli ebooks nell´insieme delle vostre vendite generali?
Gli ebooks mi affascinano. Ho studiato i movimenti di vendita -la mia idea di un Venerdi sera divertente- per tutti gli anni scorsi in attesa di vedere un picco e finalmente è arrivato lo scorso anno. Abbiamo venduto piu ebooks rispetto agli anni passati ma le vendite delle edizioni cartacee non sono diminuite. Parlando dell´industria in generale, penso che il numero di persone che scelgono gli ebooks si aggiri sul 20% rispetto al totale. Per la collana 33 1/3 invece credo che siamo vicini al 10%. Io stessa mi rivedo in questo tipo di modello. Il 90% di quello che leggo è su carta ma occasionalmente scarico un eBook da leggere nella metropolitana.
Piu in generale, credi che gli ebooks potranno mai prendere il posto dei libri stampati su carta?
No.
Ci puoi raccontare qualcosa a proposito del libro “How To Write About Music”, una specie di spin-off della vostra collana?
L´idea di “How to Write About Music” è venuta perchè stavo cercando dei nuovi modi per portare 33 1/3 dentro alla classi dei college. Vediamo così tanti titoli della collana inclusi nei programmi di studio dei college che mi è sembrato fosse un buon motivo per cercare di creare un libro di testo. Non volevo che fosse un tipico, noioso libro di testo sulla storia della musica così ho pensato che potesse invece diventare una sorta di corso accellerato di giornalismo musicale. La premessa del libro è volutamente ingenua: CHIUNQUE può diventare giornalista musicale, basta che si sieda e si metta a scrivere.
Ci puoi raccontare qualcosa riguardo a quello che la collana proporrà nel 2016?
Sono molto eccitata riguardo al prossimo gruppo di libri in uscita. Tra questi mi piace segnalare alcuni personali favoriti: Fugazi, The Modern Lovers e Siouxie and the Banshees. Come con l´ultima uscita riguardante la colonna sonora del videogame Super Mario Bros., ho voluto fare una digressione rispetto al consueto genere rock trattando di country, della colonna sonora di uno show televisivo e di un disco tra musica elettronica e classica. Alcune delle critiche che ci vengono indirizzate mi fanno ridere. Il mio commento preferito è: “Questa serie fà schifo. Non c`è un singolo album di cui mi interessi leggere qualcosa”. Sei sicuro? Ne abbiamo pubblicati centoventicinque in tutto.