Novanta di Go Dugong non è solo un disco-bomba, Novanta è uno stile di vita, una prerogativa, una generazione. È la Novanta di Milano, famosa linea che con le sue fermate disegna i ghetti della città fino a raggiungere i confini del mondo, una specie di treno per Darjeeling con molte meno simmetrie e molte più distopie. Novanta è un valzer di ritmi, è l’oriente che incontra l’occidente, Kingston Town, Bogotà, Sarajevo, Lorenteggio. Che bomba di disco ragazzi, uno shackerato di conscious vibes, grooves terzomondisti e armonie danzerecce a cornice di un lavoro che attraversa tutte le possibili evoluzioni dell’hip-hop (pronunciato ìppo’) fino ad arrivare ad una dancehall tribafricana a Parco Sempione. Immaginate di trovarvi sulla classica isola deserta nel Caribe, anzi tra le bucoliche montagne dei Carpazi, no no siete alla festa di Ganesh Chaturth a Mumbai, ma che cazzo dico siete a Frassanito tra drum machine e sound system illegali, in compagnia di Barrington Levy e La Mala Rodriguez. Ecco, avete un’idea più o meno precisa di quello che vi aspetta ascoltando Novanta.
Dieci tracce piene zeppe di collaborazioni quante sono le diverse sonorità: da Tankurt Manas per Nabiz a Tio Scooby in Apenas Uma Chance (con gli scratch di Godblesscomputers) e Filho da Guerra. E poi c’è la super combo con Rayna in Ghetto Mala, la mia traccia preferita, un pezzo che ti fa sudare anima e culo direbbe Prevert, nonché uno dei brani più riusciti dell’album (di cui gira anche un bel video). Balera Favela invece è un trip sonoro sovra-stimolato, la traccia dura poco meno di tre minuti, però voi potete continuare il viaggio per cazzi vostri. E poi si finisce in bellezza con Guetta Pini, il punto più alto del climax etnico tribale del disco, dove tra baldorie e bagordi non dovete far altro che lasciarvi trasportare dal ritmo del Bhangra e dai suoi salti.
Novanta è un disco-bomba, perché da ogni singola traccia riesci a percepire l’entusiasmo e la meticolosità con cui Go Dugong ha affrontato la produzione. Giulio Fonseca è un ragazzo molto talentuoso, non c’è che dire, con un background di influenze chillwave, soul, glitch hop che gli permettono di realizzare lavori completi e strutturati come questo Novanta (ma non dimentichiamoci anche del precedente A Love Explosion). La qualità con cui mescola parti strumentali e pezzi elettronici e sampleristici si conferma il maggior punto di forza del suo hip-hop (pronunciato sempre ìppo’).
Thumbs up per Novanta quindi, un disco-bomba fatto per ballare, fatto soprattutto per sudare. Bravo Giulione.
Novanta di Go Dugong è fuori per 42 Records e Fresh Yo.
Qui ti leggi la storia della sua copertina.