“Affetti con note a margine” è il nuovo disco di Carmine Torchia. Ecco il track by track di un album fatto da lettere non spedite.
[quote]Con questo nuovo album, Affetti con note a margine, voglio dire al ragazzo che sono stato che sta ascoltando buona musica e che arriverà un giorno che se ne ricorderà e ne farà un disco emozionale. E quel giorno è arrivato. È come se li vedessi: i Pink Floyd, i Talking Heads, i Queen, Battiato, gli ZZ Top, gli Smiths, Johnny Cash, Leonard Cohen, Léo Ferré, tutti a dare una pacca sulla spalla a quel ragazzo a cui mi pare ancora di somigliare[/quote]
DIO NON È UN SANTO a René Magritte
un rock’n’blues proiettato nel futuro intorno all’abitudine degli uomini a prendersela con Dio per qualsiasi cosa vada storto e, per estensione, per ogni bruttura che li circonda. Vale, però, davvero la pena scomodarlo questo Dio se s’instilla in noi persino il dubbio della sua esistenza? Prende spunto dal titolo di un’opera pittorica di René Magritte, “Echi zztopiani.”
L’AMORE È UN ATTO POLITICO ai non allineati
la politica dovrebbe perseguire degli obbiettivi che non riesce a raggiungere evidentemente per demerito di chi si occupa della politica, che emana le leggi per tutti ma è il primo a disattenderle e a infrangerle. L’unica legge che può governarci e che possiamo osservare è la legge morale, che è al di sopra di tutte le altre leggi. Se sintetizzassimo tutti gli obbiettivi – da un punto di vista poetico e, se vogliamo, filosofico – nel sentimento dell’amore, e invertissimo le priorità? Se non fosse la politica a raggiungere l’amore, ma se fosse l’amore ad essere un atto politico, Probabilmente si cambierebbero le sorti dell’umanità, poiché un atto politico incide profondamente e trasversalmente su una società. E allora… che venga l’amore, che possa attraversarci.
COL GAROFANO E LA SPADA a Gabriel Garcia Márquez e Rafael Alberti
un testo visionario: parla di un antieroe, di un personaggio strampalato uscito da qualche pagina di Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez che incontra le suggestioni poetiche di Rafael Alberti. Una sorta di Don Chisciotte che combatte per un ideale di giustizia contro le storture del mondo.
ANNA | LISA a chi si schiude
un nome composto diventa lo spunto per affrontare la dualità (o molteplicità) dell’animo umano. Anna rappresenta la parte sognante che va a scontrarsi contro quella disincantata e cinica che è Lisa. Una tromba marziana si inserisce su una struttura elettrica minimale.
CIELO DI LÈVANTO ai Pink Floyd
un lunedì apparentemente anonimo si trasforma in un notturno onirico e carico di suggestioni. Due anime sole sotto a un cielo magnifico, quello di Lèvanto. Un pezzo contro la tuttologia che ha padri e figli sparsi in ogni dove. Psichedelica.
L’ORA X a Tristan che già prima di arrivare suggeriva parole negli orecchi
ballata acustica con cori femminili pescati direttamente in famiglia. Il benvenuto ad un uomo in miniatura che già prima di arrivare suggerisce immagini e parole negli orecchi.
IL SALMO CHE VIENE PER TE per grazia ricevuta
salmo contemporaneo che unisce elettricità a suoni popolari. Una fisarmonica si insinua tra accordi di pianoforte e trame di chitarra elettrica. È un canto d’amore che attraversa mille peripezie prima di arrivare a destinazione.
IL TUO STILE di e per Léo Ferré
rilettura di un grande classico dell’universo Ferré. Una delle poche canzoni tradotte in italiano. La chitarra elettrica che domina in tutto il fluire evapora malinconica nel finale e prende il posto delle orchestrazioni del brano originale. È quasi come se Léo Ferré avesse incontrato i Pink Floyd.
MANÙ (s)viluppi di un amore
l’elettricità precedente (e successiva) cede il passo all’unico momento sinfonico dell’album. Musica da camera per Manù. Solo archi e voce per raccontare l’incontro e gli sviluppi di un amore. Perché l’amore si sviluppa, come le fotografie in camera oscura.
L’UMANITÀ a mia madre che ha vinto la sua guerra e ai Baustelle, ché c’erano anche loro
scritta in ospedale, nei giorni del male. Apre alla possibilità di redenzione del genere umano. Scritta con Amen dei Baustelle in cuffia, e una propensione verso tanghi lontani.
AMMÈNZU ‘A VIA a Luigi e a tutti i piccoli dell’universo
una coppia di amici di Caserta aveva commissionato una ninna nanna per il loro piccolo che doveva atterrare sulla terra. La prima stesura in italiano non rendeva il grado di intimità che si voleva raggiungere. La lingua calabra ha spostato il pezzo in altre direzioni.
NIENTE PIÙ IDEOLOGIA all’avvenire
storia surrealista che immagina la morte di un politico (ancora del tutto vivo, in verità) e le felicitazioni della Nazione, sottoforma di ballerina, metafora che rende l’idea di quanto l’opportunismo del Paese (oramai divenuto storico) sia ancora oggi una piaga sociale.
TERRITORIALE a Francesco
vecchie storie universitarie. Tanta musica. Una grande amicizia. Intercalari e accenti territoriali. Una malattia beffarda all’improvviso. Pezzo nervoso con coda frenetica.
L’EPOCA D’ORO al Paese che sarà
non è il caso di scovare dei colpevoli in questa rognosa faccenda economica in cui imperversa il Paese. E anche se le responsabilità sono state individuate, guardare indietro non è un’operazione esaltante. Nel pezzo che chiude Affetti con note a margine ci sono invece l’illusione, la disillusione e la delusione che, ancor prima essere di chi è figlio oggi, sono quelle di chi è stato genitore negli anni ‘70. L’introduzione della sola voce, la chitarra slide e la conclusione di un synth gioioso ma anche terribilmente nostalgico danno al disco la possibilità di diluire la ritmicità dell’intero lavoro.
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