A Real Thing è il nuovo lavoro dei Love the Unicorn uscito per WWNBB. Un lavoro improntato su un sound positivo, suoni dolci che ti tengono compagnia ogni giorno provando a fare la cosa più difficile: trovare sempre un motivo per sorridere.
Abbiamo chiesto ai Love the Unicorn di raccontarci “A Real Thing” traccia dopo traccia.
Melted
È la traccia che rappresenta di più il nostro cambiamento. Inizialmente ci sembrava troppo dura per i nostri standard (si regge quasi tutta sullo stesso accordo, batteria drittissima, organo onnipresente), poi il testo e la linea vocale gli ha restituito quella dolcezza tipica delle nostre canzoni più datate e un’autoironia tipica di questo nuovo lavoro.
Infine la ripetizione della parola “Real” è stata decisiva anche nella scelta del titolo del disco. I ragazzi di wwnbb ci hanno convinto a farla uscire come primo singolo.
Hate forever
È la sensazione che si prova quando le cose non vanno come vorresti che vadano. Sentimento che raggiunge l’apice a metà traccia, con il cambio tempo e l’esclamazione “I wanna hate forever” urlata da dentro. La frase è presente anche nell’artwork del booklet interno al disco e attualmente è il pezzo che apre i nostri live.
Sunny day in Rome
Sebbene dal titolo possa sembrare una dichiarazione d’amore alla nostra città, c’è in realtà la paura di essere immobili, di non agire sempre d’accordo ai nostri ideali. L’atmosfera di Feltiana memoria rende la traccia una delle più orecchiabili del disco.
Don’t look at me that way
Primo pezzo scritto per questo disco, è stato chiuso in pochissimo tempo e suonato in tanti concerti prima delle registrazioni.
È un brano a cui siamo particolarmente legati. Ha richiesto molta cura e attenzione sulla scelta dei suoni. Tratta il tema della solitudine, ma in maniera un po’ superficiale e ironica.
Misbehave
Intermezzo, quasi interamente strumentale, va a chiudere il lato A del nostro lavoro. Eravamo solamente indecisi se farlo durare 10 minuti o 30 secondi. Il dubbio si ripresenta ogni volta che la suoniamo dal vivo.
Weekend
Secondo singolo tratto da “A Real Thing”, è sicuramente la traccia più catchy, nonsense, ironica e ballabile del disco.
Anche questa è stata testata in qualche live prima delle registrazioni ottenendo sempre feedback positivi.
Running Daze
Destino vuole che ci sono dei pezzi “riempidisco” che alla fine diventano importanti.
Running Daze è nata un po’ per caso appena prima di partire per Brescia e andare a registrare. È stata provata insieme ad altri due pezzi e abbiamo deciso di non scartarla.
Il giorno dell’uscita del disco ho visto molti amici che la ascoltavano su Spotify e la cosa mi ha reso felice.
Homeless
Abbandonare una casa dove hai passato l’infanzia e l’adolescenza non è semplice. In questa canzone vengono ripercorsi tutti i ricordi, belli e brutti, vissuti insieme a delle persone care. Questa malinconia è manifestata dal malatissimo cambio di tempo nei ritornelli e nel finale. Probabilmente non è la traccia che rimane di più nella mente dell’ascoltatore, ma per noi resta una delle preferite.
Fence
Il sound e il mood di “Fence” ha l’obiettivo di disorientare. Si arresta e riparte più volte ma in finale questa sensazione di vuoto, di smarrimento è più che positiva.
Acid Rain
All’inizio può sembrare una ghost track caratterizzata solamente da chitarra e voce, ma prima di superare il minuto si riempie di tutti gli altri strumenti. “It’s a holy day, we’re under acid rain, please leave me here” sancisce la fine di quel senso di smarrimento iniziato poco fa. Il solo finale è così potente e orecchiabile da poter durare all’infinito. Ci sembra un epilogo perfetto per questo lavoro!