Ho scritto lettere scambiate su Google e il primo risultato che mi è apparso è stato questo: lettere scambiate sulla tastiera e allora ho pensato che Google tutti i torti non ha.
Che al di là dei tasti consumati, ormai le lettere ce le scambiamo sulla tastiera. Che non è più una questione di “soffia sull’inchiostro che altrimenti si macchia il foglio e fai un casino” ma di tasti che si sciupano e di lettere che non si vedono più.
E ora?
Niente. Puoi ascoltare il disco dei Minnie’s (uscito a gennaio per To Lose la Track) e leggere questo racconto. Come se te l’avessimo spedito, imbustato, affrancato. In una lettera scambiata.
E ora?
Nei film succede spesso, il protagonista corre con la mano stretta alla sua ragazza cercando di scappare per salvarsi. Quindi finiscono in un vicolo cieco e il cattivo è lì, all’inizio della strada in controluce, lo senti ridere e la camera è stretta sui volti dei nostri eroi affaticati, con la paura negli occhi. In questo momento sei tu a chiederti cosa potrà succedere per salvare l’esito del racconto, sei certo che qualcosa succederà ma non sai bene cosa lo sceneggiatore ha scelto per ridare speranza a questa bella storia. La sensazione che c’è dietro al pezzo e che scorre un po’ in tutto il disco, è questa; il modo per sopravvivere e per superare quel muro esiste e devi solo trovare la forza e la lucidità per risolvere la situazione.
Nello specifico questo testo parla di due musicisti che si risvegliano in una stanza qualsiasi la mattina dopo di un concerto. La scena l’hanno vissuta mille volte ma quella mattina uno si accorge che quello che pensava fosse ormai la fine di una bella storia che si cercava faticosamente di ripetere era invece qualcosa di straordinario costruito negli anni e che solo ora si aveva la consapevolezza che era diventata “arte”. Quindi si svegliano e salgono sul furgone verso la prossima data. Nel frattempo ai nostri eroi sono cresciute le ali e sono volati via.
Vorrei scordami di me
Milano è lo scenario ma anche l’oggetto di questo pezzo. Si parla di amore per una nuova storia che ha bisogno di aria fresca, che non può esistere sulle ceneri di quella passata. Milano l’abbiamo odiata e solo dopo tanto tempo impariamo ad amarla come se fosse una donna introversa, stupenda ma struggente. Lei è una nuova storia da vivere, togliendosi il peso di quello che era per farla diventare quello che abbiamo sempre voluto.
Non ti è mai capitato di passeggiare per la tua città e di guardarla con lo spirito del viaggiatore? Di non riconoscere i posti per quello che hanno rappresentato per te ma di guardarli per quello che sono in quel momento, la loro relazione con lo spazio attorno, il loro esistere in diverso modo per chiunque ci passi? Ebbene sì, succede anche nella periferia milanese, con la nebbiolina che bagna il viso e il tram che arriva fino a lì quasi per sbaglio.
Per andare via
Questa sembra una storia triste ma in realtà è qualcosa di favoloso. Sembra che si sia esaurito tutto il bello e che rimanga solo il lato difficile di una fine, ma invece si riesce a trovare lo scarto che ti fa volare via. Se prima aveva senso andare via per scappare da soli, poi diventa che tutto ha un senso se si scappa via insieme.
Per me è questo, andare via ha sempre senso.
Lontano
Questa è l’amore secondo noi. Metodo e fantasia.