ehi C,
ho provato a ho pensato spesso di scriverti in questi giorni, ma non volevo complicare le cose
è che io proprio non capisco…
Forse ti devo anche delle scuse, sì… per quella sera: ma tu lo sai, io sono fatto male.
Dai, chiamami
sono qui
È finita. E tu non ci puoi fare niente.
Una settimana di merda, peraltro, per finire in solitudine: i coriandoli, la gente che ha preso a vestirsi da Sandra e Raimondo (sì, hai letto bene) e poi è iniziato Sanremo e tutti lì a commentarlo, a fare finta di non vederlo ma a commentarlo comunque. Dai divani alle bacheche e, per finire, anche nel gruppo whatsapp che il tuo migliore amico ha creato per farti stare meglio. Se ci pensi, ti scoppiano le coronarie.
Una settimana infame che finisce con una sola parola ma tu fai finta che non l’hai sentita. sanvalentino.
Oddio che male. Ho appena visto la combo Fedez-Perugina e spero di morire nel più breve tempo possibile: o io, o loro, nessuna dialettica.
Comunque non è di me che voglio parlare, con tutta sta sofferenza che c’hai, ci mancherebbe.
Io il tuo dolore lo voglio rispettare e, anzi, celebrare. Però, un po’ voglio anche farti sentire in colpa: perché lei sarà anche una pazza cerebrolesa stronza di quelle che se adesso non te ne vai, ti appendo al muro e ti spacco le meningi e se non lo faccio è perché un dio mi mantiene, però pure te, santa la madonna. Perché qualche colpa ce l’avrai, eccome.
In effetti, ora che ci penso per me è davvero difficile mettermi nei tuoi panni: mi sarebbe costata meno fatica vestire quelli della ragazza immaginaria C, prendermi tutte le conseguenze e le coincidenze, stare dall’altro lato, la parte illesa. Ma poi chi cazzo l’ha detto che chi molla non soffre? Ci deve essere della grande confusione a sto mondo.
Il fatto è che ti vedo malissimo.
Hai già mandato trentasette volte in play Hotel Chevalier, cantato Calcutta assieme al cane al buio nella stanza cosparsa di plaid e finito sei confezioni di Abbracci in tre giorni. E non lo so se li hai mangiati tutti tu o anche il cane, ma
Follow these instructions / Do exactly as I do: va bene che sei rallentato a 52bpm, che non te ne frega niente, che vuoi proprio soffrire altrimenti se non lo fai poi accumuli ed è un casino e va a finire che ti metti a fare le canzoni in falsetto come Bon Iver per sodalizzare con tutti i cuori infranty.
Ma io preferirei che tu mi ascoltassi: anzi, che tu ascoltassi il mixato che SGAMO ha confezionato per te. Cinquanta minuti o poco più e tutto quello che ti serve per esorcizzare questa sofferenza da cani: dall’uso abusivo dell’autotune all’Hotline Bling del Latino America, Shlohmo che ti distende i nervi come se fosse un istruttore di Pilates e poi Battisti (un evergreen nelle playlist delle disperazioni totali).
Ma non voglio spoilerare, voglio solo dire che ti devi mettere comodo, smettere di ascoltare Ritornerai a terremoto perché nella migliore delle ipotesi lei ritornerà solo per dire che quel messaggio che le hai mandato non ha fatto altro che confermare l’opinione che ha di te e cioè che sei una merda e che con te non ritornerà mai.
Mettiti comodo, davvero. Se proprio vuoi soffrire bene, senti come si soffre meglio con il mixato di Sgamo. Quel maledetto.
TRACKLIST
1 Lykke Li – Melodies & desires
2 Future – Take Advantage
3 Calcutta – Del verde
4 The streets – Dry Your Eyes
5 Sgamo – Imaginary Girl Anthem
6 Shlohmo – Later
7 Alicia Keys – Feeling u Feeling me
8 Shigeto – Silver Lining
9 Fuego – Cuando suena el bling
10 Oneohtrix Point Never – No Good
11 Hellomynameisra – S c a r s
12 Jennifer Lopez – All I Have (instrumental)
13 Lucio Battisti – Almeno l’inizio
L’artwork è di Dummy E. Sordee realizzata in collabo con la label Laezon.