Da un po’ di anni Tiger and Woods è diventato un progetto dal successo planetario e dalla caratura artistica straordinaria. Un vessillo di cui l’Italia – e Roma in particolare – può ben vantarsi, nonostante il duo elettronico si sia svelato nella propria identità soltanto da poco tempo. La dimostrazione di come la musica – specie nelle svariate forme dell’elettronica – non abbia bisogno di steccati nazionali e di personalizzazione eccessiva: basta il groove.
Venerdì 4 marzo il duo torna a Roma per un dj-set al Goa Club presentato dalla crew di Touch The Wood.
Un buon pretesto per scambiare due chiacchiere con Marco e Valerio e fare il punto della situazione.
Avete lanciato da poco la vostra label T&W Records. Com’è nata questa scelta e che programmi avete a breve termine?
La nostra piattaforma è nata insieme ai ragazzi di Running Back per rispondere all’esigenza di creare un spazio dove tutto il nostro suono potesse prendere forma, svincolandoci dalle sonorità più vicine a quelle della Tigre. Da quando abbiamo messo in pausa la performance live, tornando a fare un dj set più tradizionale, ci divertiamo a suonare tutto quello che fa parte del nostro bagaglio dance, non esclusivamente legato al boogie. Anzi, le escursioni all’interno del suono Chicago/Detroit e
Italo sono sempre più frequenti. Pertanto abbiamo deciso di trovare un modo per dare riscontro a questo aspetto della nostra produzione che la Tigre aveva un po’ nascosto negli ultimi anni. La nuova etichetta quindi nasce proprio per dar luce sia alla Tigre più conservatrice che alle escursioni in altre aree.
La prima uscita della label è il vostro Scoring Clubs Pt. 2. Raccontateci come sono nati i pezzi dell’EP e in che modo si rapportano alla Pt. 1.
Scoring Clubs pt.2 è uscito già da qualche settimana in vinile, mentre in digitale da qualche giorno (insieme alla pt.1). Il concept che lega queste due uscite nasce da ciò che si cela dietro i campioni che abbiamo utilizzato. Tutti hanno in comune la stessa radice, in quanto provengono dal catalogo che fa capo alla Full Time e alla sue etichette “sorelle”. La Full Time è una di quelle piattaforme che fanno parte del DNA del nostro progetto, almeno per quello che riguarda il lato italiano delle nostre ispirazioni.
Come ci si sente ad aver abbandonato l’alone di mistero che regnava sul progetto agli inizi? Ormai i vostri nomi sono noti a tutti.
Così come non c’era assolutamente un’intenzione esplicita nel mantenere il segreto all’inizio, non c’è stato nessun movimento da parte nostra verso la rivelazione delle identità. Il tutto è avvenuto in maniera naturale ed inevitabile. Il concetto è sempre lo stesso, difficilmente parliamo di noi stessi.
Da artisti di respiro internazionale quali siete, qual è la vostra percezione dello stato di salute del clubbing italiano?
Per quanto siamo poco presenti sul territorio italiano, c’è da dire che la scena pullula di serate, crew, produzioni. Molto di più rispetto a qualche anno fa. Ci si può trovare in una grande città o in una piccola realtà di provincia, la situazione è sempre la stessa. Direi che c’è una diffusione omogenea del movimento clubbing. Un po’ la stessa cosa che succede anche all’estero, specialmente in quei paesi dove qualche anno fa sarebbe stato improbabile andare a suonare.
Venerdì sarete di nuovo protagonisti a Roma. Ci sono dei brani (vostri o altrui) che secondo voi riescono a cogliere l’essenza della città?
La musica che suoniamo in serata crediamo abbia un sapore planetario, in quanto non c’è un messaggio che è riconducibile ad un posto, se non strettamente legato ad un ricordo (per esempio per Valerio il ricordo è legato ai suoi esordi alla Suite con Caught up di Metro Area, per Marco il ricordo è legato alle serate al Piper a fine ’80 quando Just an Illusion degli Imagination veniva ancora strasuonato). Se invece dobbiamo pensare ad un brano che descriva Roma in senso più generale, per quanto possa essere patetico parlare di Morricone solo in questi giorni… senza dubbio il tema di Un Sacco Bello (quello col fischio, per intenderci).
La solita, fatidica domanda: il disco nuovo?
Ci sono diverse uscite in arrivo: alcune firmate Tiger and Woods, altre con nuovi pseudonimi. Per non parlare di diversi lavori solitari. Tanta tanta musica che arriva dalla stessa caverna! Con un po’ di fortuna probabilmente riusciremo inoltre a comporre una collezione dei prossimi singoli poco dopo l’estate.