La presenza femminile nella musica elettronica è sempre stata marginale, tuttora guardando le line-up dei principali festival si nota una massiccia prevalenza maschile. Negli ultimi anni, però, le cose sono cambiate e stanno emergendo nuove realtà volte a promuovere le “technofemminist”. Esempi di questo cambiamento sono il collettivo female:pressure, che racconta le avventure delle producer attraverso foto e statistiche, e il canale Twitter “Male Line Ups”, dove viene presa in considerazione la prevalenza maschile ai festival. Noise Manifesto –etichetta di Paula Temple– è tra le poche ad avere un roaster in cui il numero delle donne sia equivalente a quello degli uomini.
Tuttavia questi sforzi non sono apprezzati da tutti, e in molti sostengono che sia solamente un modo femminile per attirare l’attenzione e che siano le donne ad avere effettivamente un problema con i club. Nonostante i detrattori, è ovvia la predominanza maschile nella scena, ma ciò non ha impedito a collettivi di artiste, sparse per il mondo, di emergere nel mondo della musica elettronica.
Uno dei più floridi collettivi è Discwoman, con base a New York, fondato nel 2014 da Frankie Hutchinson, Umfang –moniker di Emma Burgees-Olson– e Christine Tran. La loro vocazione alla techno le ha portate ad ottenere il ruolo di residence DJ allo Smart Bar di Chicago e ad affermarsi anche in Inghilterra, Cile, Colombia e Brasile.
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Questo documentario di 12 minuti, parte di una nuova serie di Smirnoff Sound Collective, si concentra sulla figura delle fondatrici e sulla loro missione con l’aggiunta di interviste ad artiste come The Black Madonna e Demian Licht. Ci sono anche clip d’archivio riguardanti Daphne Oram.
[quote]If I had understood there is a history, and that we have always been here, then it wouldn’t have seemed such a strange idea to be a producer or a DJ when I was 18.[/quote]