Bentrovati alla consueta newsletter del sabato, quella in cui proviamo a fare il punto della situazione sui sette giorni appena trascorsi.
La settimana che si avvia alla conclusione può essere riassunta attraverso le storie di alcuni personaggi.
Martedì è uscita la ristampa in vinile di uno dei dischi fondamentali della musica rap –a voler essere sinceri, della musica italiana– dell’ultimo decennio: Di Vizi Di Forma Virtù di Dargen D’Amico. La metrica coraggiosa su cui si potrebbe scrivere una tesi di laurea, l’utilizzo sfrontato dei quattro quarti, la sua plurivocalità, lo spostamento degli accenti e i testi paraletterari hanno reso questo album uno dei lavori della discografia italiana degli anni 2000 da citare nelle classifiche dei migliori dischi, nel futuro. Traversale nel suo essere camaleontico e spiazzante, anche musicalmente.
DVDFV è stata l’opera omnia di Dargen, molto prima di quella enciclopedica di D’iO.
Se volete approfondire, questo è l’articolo.
Altro personaggio centrale del rap italiano è Salmo.
Non è importante capire se “Hellvisback” sia piaciuto o meno, ma è fuori dubbio che se ne sia parlato molto, così come è fuori dubbio che sia una boccata d’ossigeno abnorme e che funzioni perfettamente come disco. Ma del resto Salmo l’aveva già detto che “Il principio di chi suona è stare in parallelo alla linea di ciò che funziona”. La sua storia si legge a questo link.
L’ultima storia legata al rap è di un Carneade. Si chiama Rory Fresco ed è diventato famoso in meno di 24h perché la sua traccia, Lowkey, è stata scelta dall’algoritmo di Soundcloud come brano successivo di Real Friend di Kanye West. Questo gli è valso 1.72m di play ed ora anche un contratto con la Epic Records, filiale della Sony Music.
L’ultima storia al maschile della settimana è di Lorenzo BITW, uno che dopo l’uscita della traccia Tombura su Friends of Friends Music (la stessa label di Shlohmo, per intenderci), è riuscito a farsi un nome (e qualche amico clubber) in Inghilterra, guadagnandosi un posto di tutto rispetto nel panorama dance inglese. Da poco rientrato in Italia, abbiamo deciso di fare due chiacchiere con lui, prima che la sua agenda si faccia troppo fitta o salga sul prossimo volo per Londra.
Parlando sempre di musica elettronica
La presenza femminile nella musica elettronica è sempre stata marginale, tuttora guardando le line-up dei principali festival si nota una massiccia prevalenza maschile. Negli ultimi anni, però, le cose sono cambiate e stanno emergendo nuove realtà volte a promuovere le “technofemminist”. Esempi di questo cambiamento sono il collettivo female:pressure, che racconta le avventure delle producer attraverso foto e statistiche, e il canale Twitter “Male Line Ups”, dove viene presa in considerazione la prevalenza maschile ai festival.
Uno dei più collettivi più floridi che si batte per questa causa è Discwoman, con base a New York, fondato nel 2014 da Frankie Hutchinson, Umfang –moniker di Emma Burgees-Olson– e Christine Tran. C’è un documentario di 12 minuti che ne racconta la genesi. Da non perdere.
Da una parte una formazione meramente classica, dall’altra una sempre più forte attrazione per la musica digitale: queste sono le due anime che compongono l’identità musicale di Kara-Lis Coverdale, compositrice e producer canadese che si è ormai ritagliata uno spazio da protagonista nel panorama elettronico sperimentale. In occasione della sua prima tournée europea, ma soprattutto del suo unico passaggio in Italia, al Superbudda di Torino ospite del format d’indagine creativa della musica contemporanea En Avant, abbiamo così raggiunto l’artista canadese per farci raccontare la sua estetica in 5 brani.
Una storia tutta da scrivere è quella di Giulia Spallino, artista di cui abbiamo ospitato l’EP di debutto questa settimana e che merita un ascolto.
L’ultimo personaggio della settimana non è un personaggio musicale.
Nessuno farebbe mai un film su Andrea Bargnani e il finale di questo film (che mai si farà) va ben oltre le idee di giusto o sbagliato, di vero o falso. Descrive semplicemente uno stato dell’essere, malinconico come un entusiasmo che va in frantumi, come un’aspettativa che non è diventata mai realtà.
Noi ci abbiamo provato, con tanto di colonna sonora.
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Per questa settimana è tutto, ci si sente sabato prossimo. Per consigli, petizioni per tornare al semplice elenco, domande, rispondi a questa mail o manda una mail a ilcomitatosaichefa@gmail.com –che è poi la stessa cosa.
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