È un momento musicale in cui il termine psichedelia sembra tornato protagonista: da un lato con la nascita di nuovi progetti musicali che di tale vessillo fanno un vanto, dall’altro con una riscoperta analitica e archeologica lungo cinquant’anni (e passa) di musica lisergica. Un sostantivo che definisce l’attitudine più che il genere e che trascende l’aspetto musicale per avvicinarsi e mescolarsi ad altre forme artistiche. Come l’etimologia greca insegna, ψυχή δηλείν come allargamento della coscienza e della percezione.
Finalmente anche Roma può vantarsi di uno Psych Fest, la cui prima edizione si terrà l’1 e 2 ottobre prossimi. Nel frattempo, al sempre più nevralgico Monk, sabato 14 maggio avrà luogo una gustosa preview che pesca all’interno della multiforme psichedelia nostrana: Go!Zilla, Giöbia, Weird Black, WOW e Sonic Jesus. Cinque progetti molto eterogenei tra loro, accomunati da premesse artistiche vagamente affini e soprattutto dalla qualità che connota risultati musicali estremamente diversi.
In avvicinamento all’anteprima, abbiamo voluto fare una chiacchierata con Marco Baldassarri, membro fondatore dei laziali Sonic Jesus: una band incredibile, capace in quattro anni di sfornare un doppio album stupefacente, inanellare collaborazioni di gran pregio e macinare chilometri per l’Europa riscuotendo un successo meritatissimo. C’è da andarne fieri.
È passato poco più di un anno dal monumentale e strabiliante esordio su LP Neither Virtue Nor Anger. Quali sono le vostre sensazioni a riguardo e quali le vostre impressioni nel confrontarvi con quell’opera? In che modo poi le canzoni si sono sviluppate nei vostri live?
Neither Virtue Nor Anger è stato un album che ci ha tolto molto energie, ci ha fatto gridare di gioia e di disperazione. Un processo lungo e complicato. Volevamo realizzare un manifesto e ci siamo riusciti con tutte le difficoltà del caso, per adesso è presto un confronto con esso, è un album pensato e realizzato per rimanere nel tempo. Per questioni logistiche non possiamo suonarlo interamente dal vivo e ci dispiace ma forse un giorno ci toglieremo il gusto di farlo.
Avete avuto modo di suonare molto grazie al vostro disco e di girare in molti Stati. Quali riscontri avete avuto? Cosa vi portate a livello emotivo delle esperienze oltreconfine?
Aver girato ogni angolo d’Europa e aver visto grande partecipazione ci ha resi fieri di quello che abbiamo fatto, sentirsi apprezzati e sentire la gente che elogia il nostro lavoro è stata arte nell’ arte. Emotivamente siamo stati colpiti dall’affetto del pubblico, per il resto ci portiamo a casa qualche acciacco e qualche musicista in meno.
Avete pubblicato uno split coi Black Angels. Ci sono nuove collaborazioni in vista, anche con altri progetti?
Abbiamo avuto la fortuna di poter collaborare con i Black Angels e con Pete Kember aka Sonic Boom. Ora pensiamo e ci guardiamo intorno.
Il vostro album è uscito con la londinese Fuzz Club. Come è nata la collaborazione con la label britannica e in che modo vi supportano e affiancano?
Qualche mese dopo aver fondato i Sonic Jesus, nel 2012, la Fuzz Club ci ha offerto un contratto, è stato tutto molto veloce e stranamente tutto molto semplice. “Il boss” Casper Dee è una persona fantastica, un uomo di cultura e con una gran voglia di fare che è fuori da ogni immaginazione. Il suo supporto è sempre al 100%, possiamo solo ringraziare lui e Fuzz Club.
State anche pubblicando un nuovo 7″ e la ristampa del vostro primo EP.
Il 7″ è una recording session di qualche tempo fa registrata al Terminal 2 di Roma, mentre la ristampa dell’EP è stata voluta a grande richiesta dal pubblico che ci segue.
Che cosa significa per voi il termine “psichedelia”?
Troppo vasto il campo. Semplicemente bisogna saper andare oltre.
La poesia e le arti più varie rappresentano una vostra forte influenza (la copertina di Neither Virtue Nor Anger che riprendeva la Transverberazione di Santa Teresa del Bernini ne è stato emblema). In che modo la vostra musica vi si rapporta?
Dal pimo giorno il nostro progetto è stato incentrato sull’arte, di qualunque forma essa sia o qualunque nome abbia, non importa, quello che ci preme di più è che tutto sia circolare. Tiziano è un musicista e compositore fuori dal comune, poi ci sono le liriche o che dir si voglia ed infine la parte visiva, che può essere un’opera d’arte realizzata appositamente per un nostro lavoro, come i capolavori pittorici realizzati da Mirco Marcacci o le immagini curate dal fotografo Emanuele Manco. L’importante per noi è saper chiudere il cerchio di quello che vogliamo realizzare.
Ho letto che er le registrazioni del prossimo album state cercando un luogo solitario e lontano dalla frenesia urbana. Come mai?
Vogliamo concentrarci a pieno per dare nuove risposte a nuove domande, allontanandoci da tutto e tutti e cercando di stupirci nuovamente.
Dai vostri lavori emerge una cura certosina per i dettagli e credo che ciò sia evidente anche e soprattutto sulle parti vocali. Quanto siete “maniacali” in studio?
Il lavoro di studio è completamente realizzato in “home recording”. Tiziano ha un piccolo studio nel quale puoi trovare una strumentazione basilare a livello di fonia, quello che fa è semplicemente ottenere il meglio dai pochi macchinari che possiede. Tutto questo lavoro si svolge in tempi molto lunghi che ti portano ad esaminare chirurgicamente ogni piccolo suono registrato, ogni dettaglio. Nella voce viene eseguito lo stesso procedimento ma essendo l’ultimo strumento ad essere inciso, viene prestata una maggiore attenzione. Solo così il tutto può prendere la forma voluta.
Rome Psych Fest vuole essere la celebrazione di un genere che in realtà assume infinite sfaccettature ed è difficile da catalogare. Vi sentite parte di una scena o di un movimento specifico o preferite, appunto, ritenervi trasversali?
Preferiamo essere trasversali, essere accostati ad un movimento predefinito è l’equivalente di metterci in una scatola calda.
Della terra da cui venite celebri sono i Giardini di Ninfa. Sapresti consigliarci altri luoghi pregiati o a cui siete affezionati?
I Giardini di Ninfa sono magici e andrebbero visti e visitati almeno una volta nella vita ma qui è pieno di posti meravigliosi, dai Monti Lepini passando per “La Maga Circe” e ancora più in là. Aiutano ad avere fantasia, ed è quello di cui abbiamo bisogno.