Non è la prima volta che gli Anudo approdano su DLSO: lo scorso anno avevamo presentato in anteprima il live-video di Just e poi avevamo chiacchierato con i ragazzi in occasione dell’uscita del singolo Fools. Il motivo è presto detto: ci sembravano già allora una scommessa dalla vittoria assicurata.
Oggi, dopo l’uscita del bell’esordio Zeen, possiamo dire di non essere rimasti affatto delusi, anzi. In vista della loro partecipazione al prestigioso festival romano Spring Attitude, abbiamo chiesto al trio di raccontarci il loro debutto traccia per traccia.
1 – Forest (Everytime) – 03:33
Abbiamo deciso di cominciare il disco con la traccia che abbiamo realizzato per ultima, partire con la veste più “fresh” degli ANUDO ci sembrava il miglior modo per viaggiare a ritroso nei mesi che ci hanno portato alla produzione di Zeen.
Il brano è fatto da un’architettura vocale costruita su diversi strati: sottili raddoppi di voce e cori bassi e ombrosi, accompagnati da derive tribali in una marcia ostinata di tamburi e sonagli. Il testo è una dichiarazione d’amore esplicita: «every time i love you, it’s just because i’m high, every time i smoke you, i just want to fly».
2 – That’s – 03:52
Questo è il brano che ci permette di respirare prima di riprendere il viaggio, considerando la varietà di suoni e ritmi che ci aspetta durante lo scorrere della track-list. Abbiamo pensato che fosse il momento giusto per prendere la rincorsa ed entrare nel disco un passo alla volta, anche proseguendo in levare, perché no?
È una traccia slow, con atmosfere che spaziano dal downtempo al trip-hop. «That’s the way it goes» è una constatazione malinconica sullo svolgersi degli eventi. La presenza delle chitarre sul finale arricchisce il mix con una nota analogica, presente in molti brani del disco.
3 – Just – 03:53
È il primo singolo estratto e pubblicato durante l’estate 2015: Just è stata la traccia che ci ha permesso di partire per un lungo tour lungo le coste italiane e le principali città della Germania. In assoluto il brano che ha caratterizzato di più l’immaginario del gruppo in questo primo, intenso, anno di attività.
Il brano è stato registrato anche in versione live per The Open Stage Berlin, il format che propone live set di alta qualità ripresi e registrati in location urbane di Berlino.
4 – All we are – 04:14
Questo è il brano che rappresenta la nostra fragilità emotiva, come quando in tour non troviamo una Coop lungo la strada o quando i promoter dimenticano che siamo vegetariani e siamo costretti a mangiare pane con pane, insomma quando le incertezze sui massimi sistemi prendono il sopravvento nel nostro cuore.
La traccia sintetizza tramite parole e suoni l’equilibrio precario di chi decide di fidarsi. L’intro melodica viene destabilizzata, dopo pochi attimi, dall’oscillatore di un synth che trascina l’ascoltatore in un paesaggio fatto di echi e riverberi che si rincorrono su un tappeto ritmico sempre in sospeso.
5 – Deep – 02:44
Deep è il brano che spicca per contrasti. Uno dei nostri preferiti. Probabilmente ci focalizzeremo su questo, con un videoclip o altro, come abbiamo fatto per i singoli usciti finora. La linea vocale apparentemente malinconica «he’s falling out, he’s falling deep» si svolge in un contesto molto colorato e sostenuto da un basso monolitico e dall’uso massivo dell’effetto side-chain, che dona alla traccia un’andatura altalenante, senza perdere di vista il beat.
L’unione delle 3 voci crea ambienti diversi entrando in profondità –deep- nella testa di chi ascolta.
6 – Lovers – 03:42
Lovers è la traccia che più di altre ha le caratteristiche della musica electro. Una scomposizione di percussioni che ricordano le care drum machine 80’s, che fanno da sfondo a incursioni vocali nette e sintetiche, in pieno stile Anudo.
La struttura spesso viene presa in ostaggio da tempi sincopati e le voci intrappolate in sampler, tutti elementi che ritornano spesso all’interno del disco. Il testo è probabilmente quello più rappresentativo per dei “nordici ma romantici” come noi.
«Live with your lover / and die for a bad word / don’t ask what we’ll be / your life is a surprise»
7 – Nit – 03:11
Forse Nit è il pezzo più sperimentale, anche se ci tenevamo a fare un disco che non facesse parte di una certa scena elettronica intellettuale italiana, che francamente a nostro parere annoia un po’, in Italia come all’estero, nonostante sia molto benaccolta dalla stampa del Belpaese.
Le percussioni di Nit sono lancette di un orologio che dilata il tempo in maniera ciclica. I b.p.m. dondolano come immersi in una marea, mentre appaiono improvvise note di pianoforte di chitarra acustica, prima che il synth strascini la traccia nel mood caratteristico dell’album: bassline in primo piano e colpi ben definiti. Il brano è nato in seguito ad un viaggio a Londra per visionare i Metropolis Studios nei quali è stato masterizzato l’intero album a cura di John Davis.
8 – Ken – 03:38
Ken è un brano che tira, che ci piace molto suonare e che ha sempre un bell’impatto sul pubblico quando siamo sul palco. Mettici poi che abbiamo avuto l’opportunità di collaborare con il regista IDIO e il ballerino statunitense Jeremy Julian Granberry, ed ecco che è diventato il nostro terzo singolo, pubblicato da poco con un videoclip di cui andiamo molto fieri.
Traccia compatta e ostinata, costruita attorno ad un riff di chitarra elettrica dissonante, sul quale si aggiungono diversi strati di tracce elettroniche e vocali, creando un climax dal sapore rock-techno, con la psichedelia dietro l’angolo. Il testo è composto da due semplici versi: «Your skin is a part of your soul – it makes me high enough».
9 – Fools – 03:02
Il mood di Fools è decisamente quello più vicino al clubbing, mondo che abbiamo intenzione di esplorare maggiormente in futuro e linguaggio che vorremo sviluppare con i prossimi lavori. Le atmosfere cupe e i suoni dry fanno di questa traccia, uscita come secondo singolo, un esempio di come melodie vocali e riff di synth possano mischiarsi a bass line e kick tipiche della dance music che si respira in nord Europa.
Mentre la suoniamo ci immaginiamo pavimenti appiccicosi, sudore a frotte e hangover del giorno dopo. Il testo parla chiaro: «spending all night and day, fools round and neve prays, always ready for the game».
10 – Dressing – 03:03
Non potevamo chiudere con un brano diverso da Dressing, il migliore per metabolizzare la track-list appena trascorsa con una sorta di ballata che porta nel disco quel tocco di epicità che chiude il cerchio.
La fine di qualcosa comporta spesso una riflessione, un abbassamento dei toni, per permetterti di riprendere le forze e ricominciare da capo.
Con Dressing viene fuori anche la nostra voglia di dedicarci al mondo delle soundtrack, cosa che a piccoli passi stiamo iniziando a fare. Il brano fluttua in un’atmosfera liquida e cresce lentamente fino a esplodere, poi la saturazione diventa estrema e le voci vengono quasi sommerse da synth distorti, fino a sparire. Fine del viaggio.
Gli Anudo saranno tra i protagonisti del prossimo Spring Attitude Festival.