Neverwhere è il nome dietro il quale si cela Michele Sarda, già bassista di New Adventures In Lo-Fi e American Splendor. Alonetogether è il suo esordio discografico e ce lo racconta traccia dopo traccia.
Ask the stars
Capita spesso che l’ultimo pezzo scritto in termini temporali diventi poi nell’album il primo in scaletta. La melodia mi ha tormentato tutta l’estate scorsa, passata a lavorare a Milano, ma il testo si è sviluppato nell’arco di mesi, e per la maggior parte a Salisburgo, seduto sull’argine del canale che porta l’acqua dalle montagne alla città. È frutto della sporadica realizzazione di avere dentro cose che non ci potranno mai essere portate via da niente e nessuno.
Better than yesterday, worse than tomorrow
È uno dei pezzi più “speranzosi” dell’album, almeno dal mio punto di vista. E molto probabilmente il più divertente da registrare. Ho fuso la testata di un ampli mentre registravamo i feedback finali. Nulla di grave, ma mentre ero lì che facevo roteare la chitarra felice e spensierato ho sentito puzza di bruciato, ho alzato gli occhi e ho urlato: “Merda!”. Loris voleva lasciare le mie imprecazioni nel pezzo, ma io non sono così coraggioso.
November
Irrimediabilmente, ogni maledetto anno, io soffro due mesi in particolare. Febbraio è sempre un incubo: il giorno che riuscirò a raccontarlo in una canzone forse spezzerò questa maledizione. Novembre è il mese in cui qui a Torino il freddo inizia a tirarti gli schiaffi in faccia quando apri la porta per uscire di casa, e ci sono certe giornate buie e sonnolente che mi fanno venire una malinconia specifica. Di solito è anche il mese in cui mi innamoro.
Qui ho suonato il bellissimo basso Rickenbacker di Loris, e devo ringraziare Enrico e Ulisse per quanto sono venuti bene i cori.
Stranded
Ogni tanto mi annoto delle parole che mi colpiscono. Non ho un quaderno, un’agenda o un diario, perché non sono abbastanza costante. Scrivo senza soluzione di continuità su computer, fogli sparsi o su qualsiasi superficie a portata, compresa l’epidermide. Il termine Stranded mi ha affascinato per un bel po’: lo tradurrei con “incagliato”, “arenato”. È rimasto lì finché non ho attraversato un periodo in cui mi sono effettivamente sentito bloccato, senza vie di uscita, e in quel momento è nata la canzone, in cinque minuti, sussurrata in piena notte. Poi, piano piano, si è trasformata in ciò che sentite ora.
Christmas eve lonesome bitterness blues
È stata proprio una pessima vigilia di Natale, quella. Penso si capisca.
Scusate la banalità, ma fare musica per me è una necessità, nel senso che è l’unico linguaggio in mio possesso per dare sfogo alle emozioni quando passano il livello di guardia, quando sono troppo per essere espresse solo a parole o in qualsiasi altro modo. Qui ho dato voce a tutta la frustrazione e il fatalismo che sentivo dentro.
Ulisse ha suonato la melodica, cioè una tastierina a fiato, rischiando un embolo, ed Enrico ha coniato il termine “Whale guitar”, cercando di riprodurre il verso delle balene.
Outcast manifesto
Il pezzo parla di quello strano senso di appartenenza che senti quando finalmente trovi qualcuno che si sente rinnegato e fuori luogo quanto te. Volevo registrarla voce e chitarra elettrica, un po’ alla Billy Bragg, poi però ci siamo sbizzarriti ad aggiungere strati su strati in fase di arrangiamento.
You & I
È il centro emozionale dell’album. È il racconto di una storia personalissima, con qualche piccola licenza poetica. Chiara Allione, l’autrice delle grafiche, ha preso soprattutto qui l’ispirazione per l’illustrazione sull’interno della custodia del cd.
Girl interrupted
Loris è un ingegnere del suono pazzesco, ma anche un ragazzo dalle mille risorse. Tutti i fruscii e i disturbi che sentite come tappeto sono stati emessi da una coppia di Theremin artigianali che ha costruito lui usando una vecchia radio a transistor e una specie di boombox degli anni ’90.
Il riferimento al film di James Mangold con Angelina Jolie e, soprattutto, Winona Ryder, è puramente casuale (gran film, comunque).
One for the missing
Di gran lunga la canzone più vecchia del disco: ha quasi 10 anni. Il che mi fa sempre pensare a quanto tempo ci ho messo a decidermi a pubblicare i miei pezzi. Mi sono ripromesso che non accadrà più.
Ricordo che all’epoca ascoltavo molto due gruppi ai quali poi mi sarei affezionato molto, gli Innocence Mission e i Madrugada, e mi piace sentire qui l’influenza di entrambi.
Scenes from a wedding
Al contrario del resto del disco, la storia raccontata qui è totalmente frutto della fantasia. Per puro caso mi sono ritrovato a immaginare un matrimonio sanguinolento, due invitati che scappano e che hanno un dialogo sui massimi sistemi.
Roberto Necco, anche noto come grafico con lo pseudonimo Elyron, ama definirsi “il miglior suonatore di banjo di Vanchiglia” (che è il suo quartiere). Secondo me è troppo modesto e potrebbe allargare i confini di diverse centinaia di chilometri.
Winterlight
Anche questa me la sono portata dietro per un bel po’.
Per anni ho avuto in testa un assolo di tromba nel finale. Ma io, Loris ed Enrico abbiamo un’insana passione per il reverse che ogni tanto dobbiamo sfogare.