C’è una frase che riassume lo spirito del Distortion ed è una frase che riecheggia un po’ ovunque.
“Una celebrazione della vita notturna di Copenaghen” dicono –gli organizzatori in primis– ma, in realtà, agli occhi della gente del posto è molto più di questo.
Il Festival segna infatti metaforicamente la fine del lungo e buio inverno, il risveglio dal letargo. Tutti ripopolano le strade permettendo alla musica di risvegliare corpo e mente. Aiutati dall’effetto dionisco dell’alchool, i danesi – e chiunque altro abiti a Copenhagen a lungo termine – riescono finalmente a lasciarsi andare ad uno stato d’estasi generale, pronti a celebrare quello che avrebbero voluto essere durante gli otto mesi precedenti. Nella serie di foto che segue, l’intento è quello di rappresentare 12 ore di festival dove la gente si abbandona lentamente a questo stato di libertà e irrequietezza. Uno stato crescente d’euforia.
Foto e testo di Gabriele Scapola