1.
Ludovic Navarre è vivo e lotta insieme a noi. Sembrava che il progetto St Germain fosse andato definitivamente in naftalina dopo le 4 milioni di copie vendute di Tourist, pubblicato nell’ormai lontano 2000 (anche se sembra ieri). Invece, un remix per Gregory Porter e il disco omonimo dello scorso anno ci hanno finalmente restituito il maestro francese del connubio jazz + elettronica. In forma smagliante, ça va sans dire.
2.
Musicalmente St Germain ha segnato una nuova tappa nel percorso artistico di Navarre. Un artista qualsiasi magari sarebbe tornato a distanza di 15 anni riproponendo intatto il suo marchio di fabbrica musicale, invece St Germain ha deciso di giocare con l’Africa, imbottendo il french touch di kora, balafon, n’goni, percussioni e campionamenti vocali – quello di Lightnin’ Hopkins in Real Blues, per citarne uno – che ne hanno allargato gli orizzonti, con la classe di sempre.
3.
Il live romano sulle splendide terrazze del Palazzo dei Congressi per il variegato Just Music Festival è stato una botta di vita e di energia, dove il ballo si è unito al gusto e alla multiculturalità. 7 musicisti provenienti da Brasile, Mali, Senegal, Guinea Francese, Martinica hanno riproposto le nuove sonorità di St Germain, con ampi spazi per l’improvvisazione e una continua ricerca di coinvolgimento del pubblico, che più volte ha sfidato la security per salire la scalinata del palco e ballare in mezzo ai musicisti.
4.
Groove: Ludovic Navarre ne è ancora uno dei re incontrastati. Lo dimostrano i nuovi brani, lo testimoniano soprattutto i classici di Tourist, riproposti live alla luce di quanto fatto recentemente. Non un’azione revisionista, nemmeno un’operazione nostalgia: St Germain vuol far ballare nel 2016, con la sua anima odierna. Questo è un bene, e chi era al Palazzo dei Congressi ne è stato protagonista tanto quanto i bravissimi musicisti che affiancano il producer francese, posto sullo sfondo dietro la sua consolle, a mo’ di umile direttore d’orchestra. Mai sopra le righe, mai un accenno di egoismo on stage che pure potrebbe permettersi serenamente. Talento al servizio del dancefloor e della ricerca musicale.
5.
Unica nota negativa: spiace che nella scaletta del concerto siano mancati estratti da Boulevard, esordio datato 1995 e opera ancora attualissima. Forse l’episodio migliore della sua carriera, ma la storia della musica è fin troppo costellata di esordi sensazionali, acclamati mantenendo sotto traccia il resto: riuscire a prescinderne con autorevolezza è coraggioso. Va bene, va bene così.