Come ogni release di OOH-sounds il nuovo album, Tre, è inevitabilmente legato alla sua cover- art. Ogni volta chiediamo a un diverso artista/designer di produrre un lavoro per la copertina; in questo caso ‘Stay Gold’ è stato espressamente realizzato per l’album di Backwords da Lovett/Codagnone, un team artistico con base a New York con il quale collaboro sin dal 2008 dentro il progetto performativo Candidate. L’originale è un cut-out a stencil su pelle dorata (1×1 m.) e come molti lavori di Lovett/Codagnone, ha una forte radice testuale: è un riflessione sulla coerenza, una metafora. Se si vuole si può leggere come una auto-esortazione a mantenere la propria espressività/sensibilità in continuo ri-allineamento, contro le verità date, contro il tempo e la caduta di entusiasmo. Tutto molto vicino a quello che c’è dietro a questo mio ultimo lavoro.
‘Tre’ è stato realizzato con un semplice set-up di strumenti, con l’idea di disegnare un paesaggio sonoro utilizzando pochi elementi. Registro tutto quello che faccio in studio, in una sorta di flusso, stratificando timbri e suoni, intrecciando e processando diverse sorgenti, analogiche e digitali, fra loro.
Le tracce che compongono l’album sono state registrate nel corso di quasi due anni, e fanno parte di un archivio di produzioni che mi piacerebbe pubblicare nel corso del tempo. Lavoro su diversi progetti contemporaneamente, scegliendo e ri-arrangiando spunti compositivi più o meno sviluppati. Inizialmente seguo un timbro o un suono, o una combinazione di suono ed effetti, poi è il momento dell’analisi più razionale, la parte più delicata del processo, si tratta di strutturare, sottrarre e sovrapporre. Sono particolarmente affascinato dalla disposizione del suono nello spazio, è come costruire con l’acustica, anche se non si sta lavorando con un materiale, ma con le percezioni.
Below/Above.
È una traccia abbastanza recente, inizialmente pensata come un down-tempo con una giocosa attitudine sperimentale ma con l’aggiunta di un disegno di rullante, totalmente improvvisato, mentre testavo una nuova drum-machine (Tanzbar), il tutto ha preso una sorprendente nuova direzione, ‘thrash and shudder like a low budget Emptyset (a compliment)’ come scrive Rory Gibb (the Wire 390)…Below/Above e’ un titolo inevitabile.
Wait!
Amo suonare il basso, soprattutto con un suono leggermente saturo, mi tira fuori quelle linee melodiche spezzate che riportano alle produzioni di Casino Royale del periodo di Cr-x. Sopra una ritmica molto rarefatta ho cercato di costruire un’atmosfera organica e astratta allo stesso tempo. Questa traccia ha una struttura molto simile a “Tract”, traccia uscita sul mio precedente EP.
Arpoo.
Scrivo spesso pezzi con due ‘movimenti’ come Arpoon, dove uno stesso elemento viene inserito in due momenti ritmici o armonici differenti che ne ribaltano la lettura, la percezione. In questo caso un sinuoso incastro fra due disegni di toms registrato con una Roland 808 ha una partenza ambient / dub per poi virare in un secondo tempo in direzione decisamente più techno.
Pas De Chance
Il titolo è preso da un classico tatuaggio marinaresco visto su una vecchia illustrazione e ben si sposa con l’urgenza che sta dietro ‘Tre’. ‘Pas de Chance’ fa reagire vecchi campioni e una linea di basso acid con dei suoni di sintesi granulare, alla ricerca di un punto di intersezione tra elementi difformi. Gli stralci vocali che compaiono ogni tanto sono pura ‘archeologia’ digitale: provengono da un desueto hard disk ‘scsii’ che contiene delle jams registrate a Leytonstone nel 1996…
Navigation
Non è un cattivo risveglio… è un diretto riferimento ai suoni di una certa drum’n’bass carica di atmosfere dense e a volte leggermente retoriche che aveva influenzato il mio progetto parallelo ai CR, Royalize. Ma non essendo per natura un nostalgico ho voluto riposizionare tutto in un contesto ritmico più attuale, spezzato che alterna momenti saturi e sospensioni più sperimentali.
Tanzania
Istintiva e selvaggia, Tanzania è completamente improvvisata, costruita su quattro livelli registrati in presa diretta che, in un certo modo, dialogano in modo molto spontaneo ed estremo fra loro. Un botta e risposta fra un synth, un delay stereo e il fruscio processato di un vecchio apparecchio TV.
Echinacea
È il brano più complesso dell’album, dove la mia parte razionale prende il sopravvento. La prima stesura di Echinacea ha quasi due anni, un periodo in cui ero ossessionato da ‘Chance of Rain’ di Laurel Halo e, come in un processo omeopatico, la diluizione di quegli ascolti dentro il mio vocabolario sonoro ha fatto ‘reazione’ in questo brano. Sono particolarmente soddisfatto della bass-line che ha una divisione ritmica per me inusuale.
Post-rider
Post-Rider nasce da una registrazione improvvisata durante le prove per una performance di Candidate nella Church of Epiphany a Los Angeles. Ho catturato alcuni accordi e noise mentre suonavo il piano che la chiesa utilizza per le funzioni religiose. Dopo una partenza decisamente intensa ed evocativa si intravede la ‘luce’, con un risultato del tutto pagano!
Stay Gold
È una breve outro, un divertissement in cui ho fatto leggere alla voce sintetica del mio laptop (text-to-speech) il percorso digitale alla cartella che conteneva tutti i files di ‘Tre’… in fondo è il linguaggio binario che mi aiuta a ‘rimanere d’oro’!