Lil Yachty – Summer Songs 2
È equo erede di Gucci Mane e Lil B, con tutta la fiabesca mixtape culture che c’è in mezzo. Ha puntato tutto sullo stile, e in un’epoca bombardata di immagini da focalizzare in frazioni di secondo, le perle sulle sue treccine rosse spiccano eccome.
Benedetto da Chance The Rapper, ora bazzica nello studio di Kanye, che ha esattamente il doppio dei suoi anni.
SS2 contiene -IDK e Pretty su tutti- una manciata di pezzi coinvolgenti e ben prodotti; il resto, se non altro, è buffo.
Autotune ad aggiustare le esagerazioni, melodie immediate e giocose a rendere tutto rosso e bianco.
D’estate bisogna essere idioti, almeno un po’.
È dunque il caso di portare in spiaggia questo rapper (…cantante? …personaggio?) atlantiano che rappresenta il prototipo del fenomeno hip-hop nel 2016: flow disobbediente, tecnica esplicitamente DIY, mille punti fomento.
Lil Boat!
– Dariush
Palmistry – Pagan
I rumori dell’estate non sono solo quello delle palline che rimbalzano sui bordi del calcetto e quello della granita al limone risucchiata dalla cannuccia, le chiacchiere dei grilli, le risate a bocca aperta dei bambini. Pagan è il rumore del vento fresco che muove tutta l’erba attorno alla piscina, quello della lavanda che sventola come bandiera di resa prima che arrivi il temporale. Pagan sei tu che guardi dalla finestra i nuvoloni scuri avvicinarsi, respirando a pieni polmoni la crema abbronzante appena spalmata. È il cambio di programma, l’imprevisto, le corse per portare dentro i panni stesi e chiudere gli scuri. Mettere al sicuro, mettersi al sicuro. Soca e beat scarnissimi per 36 minuti, giusto la durata di un temporale estivo.
– Valentina
Italian Boyfriend – Facing the Waves
Con un titolo come questo, poteva non rientrare nei nostri dischi per l’estate?
Loro sono gli Italian Boyfriend che però vengono dal Belgio.
Con Facing The Waves prendi una di quelle sedioline in plastica rosse e le pianti nella sabbia, sul bagnasciuga, in faccia alle onde.
Ti abbronzi tantissimo, stai fresco e sorseggi una birra ghiacciata.
Queste undici tracce ti cullano più del mare e non c’è nient’altro da guardare se non le tue ciglia che si abbattono lentissime.
Un disco perfetto per i riposiny in spiaggia.
– Claudia
Whitney – Light Upon the Lake
Cose che puoi fare mentre ascolti Light Upon the Lake:
chiudere la valigia sprofondandoci su col sedere, guardarti la pelle d’oca dopo il bagno al tramonto, sciogliere e rifare le trecce in macchina con la testa al di là del finestrino, prendere la bici e andare al lago, arrossire, aspettare, dirgli che ti manca, tornare, guardare la spuma del mare quando passano le barche, niente e l’amore.
Ci sono poche cose belle come l’album d’esordio dei Whitney. Una è capire questa qui: “No matter where we go”.
– Claudia
Pomrad – Knights
Pomrad è una nostra vecchia conoscenza: produttore e tastierista belga, ha rilasciato ad inizio giugno il suo nuovo album, che titola “Knights”, uscito per Jakarta Records.
Le 16 tracce, un po’ strumentali, un po’ cantate ed un altro po’ talkboxate, sono un misto di future funk, giri in macchina ai 30 all’ora con i finestrini giù, headbouncing e feste in piscina e non riescono a farti tenere fermi i piedi neanche se sono sotto alla scrivania in ufficio.
Il disco lo trovi acquistabile qui, in cd, in mp3 ed anche in vinile.
– Stefano
Phonte & Eric Roberson – Tigallerro
Il disco perfetto per bere una biretta/un cocktailino su una terrazza dopo lavoro quando il sole sta per scendere e ti sembra di essere finalmente in vacanza (perlomeno fino alle 8 di mattina del giorno dopo).
Phonte è ufficialmente uno dei miei preferiti di sempre, rapper e vocalist, membro dei Little Brother e dei The Foreign Exchange, è presente pure nel bellissimo disco di Kaytranada, mentre Eric Roberson è un nome ben noto agli appassionati di soul music ed R&B.
Lo scorso 22 luglio è uscito il loro primo disco insieme, “Tigallerro” (che sarebbe la fusione tra i loro due nickname, Tigallo ed Erro), e tra i produttori compaiono Zo!, Nicolay, Sam Champ, DJ Harrison, Rich Medina e Stro.
Ora non dovete far altro che prendere il vostro drink e pigiare play o acquistare il disco su iTunes.
– Stefano
Majid Jordan – Majid Jordan
Majid Jordan è un disco per chi la notte allunga il piede cercando una caviglia persa nel mare delle lenzuola, per chi tiene i desideri intrecciati tra i nodi di un braccialetto sul polso, per chi dalla fretta o dai pensieri spegne le sigarette a metà sotto l’acqua del rubinetto, per te che prendi il sole con gli occhiali addosso e per me che non so più dove andare ma continuo a camminare, per chi si mette sui sedili dietro dell’auto e prende in faccia tutto il vento tenendo gli occhi chiusi.
Il duo canadese – Majid Al Maskati e Jordan Ullman – ci regala la colonna sonora perfetta per una sera d’estate passata a dimenarci in terrazza, illuminati dalle luci degli appartamenti vicini. Via Trieste come la Via Lattea.
– Valentina
Haiyti & Kitschkrieg – Toxic EP
Cos’hanno in comune Sergio Tacchini, una ragazza tedesca acqua e sapone che tifa Italia agli Europei e l’autotune?
Queste cinque tracce del Toxic EP firmate dall’astro nascente della post trap teutonica Haiyti aka Robbery e dal Beatmaker Kitschkrieg contengono la risposta a questa domanda e tanta summertime sadness filtrata da pitch vocali altissimi.
– Simone
Aloof: Slangin x Young Krillin – Salamanderschnops
Se in Italia abbiamo la Wild Bandana, in Germania il movimento prende il nome di BMG, che sta per BergMoneyGang. L’ultima trovata del collettivo è stata quella di coinvolgere anche i rapper austriaci che storicamente sono sempre stati tagliati fuori dal giro del rap game teutonico. Il mixtape che vi consigliamo di scaricare è uscito appena poche ore fa e si tratta del progetto di Young Krillin e Aloof “Salamanderschnops” che oltre a ospitare alcuni dei beatmaker più fresh del momento (Asadjohn, Genz e Lex Lugner) sta facendo parlare di se sia per la freschezza delle produzioni, un mix perfetto di sample new jazz, trap e cloud rap, sia per il fatto che Young Krillin, costretto su una sedia a rotelle da una malattia congenita, si stia facendo strada con un “nuovo” e pazzesco immaginario nella giungla machista e stereotipata del genere. Le venti tracce del tape sono anche in free download.
– Simone
BadBadNotGood – IV
Ne è passata, di acqua, dai tempi delle cover di Odd Future.Oggi, il giovane ma espertissimo quartetto canadese è a dir poco rilassato, perché conscio della perfezione della loro traiettoria. Tecnica stupefacente unita a gusti squisiti, conditi per la prima volta da ospiti eccellenti. In Time Moves Slow, miglior traccia del disco per orecchiabilità e sensazioni, Sam Herring -frontman dei Future Islands- incarna senza fallo i pensieri sonori dei BADBADNOTGOOD; altre scene salienti ringraziano Kaytranada, Mick Jenkins e Charlotte Day Wilson.
La maturità artistica dei BBNG spaventa, ma calma; le caviglie in piscina, e così tanti profumi.
Quante cose vorremmo dire, quante cose non riusciamo a dire!
Quante cose non diremo mai.
– Dariush
The Avalanches – Wildflower
Solo d’estate mi capita di svegliarmi all’alba, evento molto raro che per me porterà sempre con sé un alone di magico mistero. Qualche giorno fa mi è capitato: il caldo che mi bagnava la nuca mi ha fatta balzare dal letto alle 6 del mattino. Mi alzo e mi viene voglia di ascoltare un bel disco nuovo. Mi accorgo che è uscito un disco degli Avalanches. Di Wildflower ne abbiamo già parlato a lungo qui. Sedici anni di silenzio e poi un jamboree, un collage grande quanto un palazzo e variegato e cangiante. Quella mattina, ascoltandolo, ho osservato la città che si svegliava e pian piano tutti i pezzi del collage prendevano posto davanti ai miei occhi: come osservare gli ombrelloni colorati sulla spiaggia dall’alto. Ascoltare all’alba.
– Cecilia
Sango & Dave B – Tomorrow
Sono sempre stato attratto dall’idea degli Stati Uniti. E sì, lo so che non è tutto oro quello che luccica, che NY e LA non sono dappertutto, che loro rischiano di avere Trump e so pure che se ne vanno in giro con i fucili e che troppo spesso ammazzano i neri senza un reale motivo. Lo so. E sono sempre stato attratto da Seattle, con i suoi grattacieli e gli uffici della Microsoft, affacciati su quel braccio di Oceano che è il Puget Sound, il centro dell’America, l’Esmerald City, la chiamano. Tutti quelli che vengono fuori da Seattle, specialmente quelli che poi si ritrovano a giocare a basket in NBA, si riconoscono per un gesto (e molto spesso per un tatuaggio) che ricorda lo zip code dell’area: 206.
Questa storia mi serve per dirvi quanto mi sia affezionato al nuovo lavoro di Sango e Dave B prima ancora di averlo ascoltato. Si chiama “Tomorrow” e in copertina ha la una vecchia foto di una vecchia casa immersa nel bosco con due alberi molto alti che non saprei identificare. Non sono mai stato capace a distinguere gli alberi.
Poi l’ho ascoltato, e “Tomorrow” è diventato il mio disco dell’estate. Perché le melodie di Sango sono perfette per tutti i panorami che la bella stagione vi potrebbe offrire: il cielo tutto azzurro, i tramonti che non finiscono mai, quando piove e senti quell’odore di pioggia che lo riconosceresti ovunque, le notti troppo calde. Poi ci sarebbe la voce di Dave B, a raccontare storie del Northwest, e “fare cose” di cui dovrei parlarvi. Ma questa non è una recensione, è un consiglio.
– Francesco
Moroka – Kourou et Kabibi
Papa Wemba è scomparso lo scorso aprile e questo è il modo peggiore per iniziare questo consiglio per due motivi: perché parla di un tema triste e perché questo tema è collegato ad una persona non nota –perlomeno ai più. Però è l’incipt perfetto per farla breve ed incuriosirvi riguardo l’ultimo lavoro di Moroka, Kourou et Kabibi. L’EP altro non è che un tributo alla persona scomparsa, una reinterpretazione radicale del classico congolese La Vie Este Belle.
Preparatevi quindi ad un tour musicale tra campionamenti di dialoghi, suoni ed aggiunte postume per riattualizzare un classico che in molti non conoscono.
Non aspettare che la tua nave arrivi in porto, nuotale incontro.
– Gianluigi