Arca – Entranas
Assenza di forma e mutevolezza sono le dimensioni chiave del musicista venezuelano Alejandro Ghersi, e non c’è da meravigliarsi che il suo ultimo lavoro sia arrivato al di fuori del consueto formato album. Dopo due lavori incostanti per la Mute Records, Ghersi torna, con Entranas, al formato mixtape, presentando uno dei suoi lavori più inquietanti dall’uscita di &&&&&.
Come il suo predecessore Mutant , Entranas, è composto da 14 tracce in una massa traballante di sonorità. Si inizia lentamente per poi passare al marchio di fabbrica di Arca, le manipolazioni vocali, in questo di caso di gemiti animali, che vengono utilizzate come parte in ritmica. Il coro, impersonificato in una stalla, suona come il caos sanguinoso di un mattatoio.
A metà del lavoro, un ritmo industrial si fa avanti collegandosi ad un monologo di Charlotte Gainsbourg su toni acuti, che sembra ricordare Rabit dei Nine Inch Nails. Entranas è perturbante, è il racconto di un dramma nascosto, pronto a palesarsi.
La totalità dell’album è improntato sul dolore, la forza e la violenza, così come le abituali preoccupazioni di Ghersi per il grottesco. La bellezza terrificante di un racconto di questa mastodontica società. Spettacolarità e imprevedibilità sono come al solito una prerogativa di Arca che anche questa volta riesce a sorprendere ed innovare.