Il primo documentario necessario per ascoltare un LP.
So cosa state pensando: perché spendere un pacco di soldi per vedere in uno squallido multisala di periferia il making of (in bianco e nero) di un album già uscito su Spotify? Ora cerco di spiegarvelo, ma nel frattempo collegate il jack delle cuffie e, prima di leggere i motivi per cui dovreste fiondarvi al cinema, fate partire i brani di Skeleton Tree, ultima fatica dei Nick Cave and the Bad Seeds.
Fidatevi, un 3D così non l’avete mai visto, capace di impadronirsi dello spazio e di ruotare attorno alla musica e ai suoi personaggi, sfiorare l’artista nel pieno del suo sforzo creativo. Andrew Dominik, regista del miglior western degli anni ’00 (L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford), non è un fan con la cinepresa in mano e nemmeno un povero filmmaker della domenica intimidito dal soggetto. È un amico di cui Cave si fida e conosce i metodi di lavoro, perfetto per depositare la prima pietra nella ricostruzione familiare ancor prima che musicale.
Un doc come pochi se ne vedono in giro, in cui il soggetto cambia a causa di un terribile e inaspettato evento. 112 minuti in cui il cinema diventa qualcos’altro, fondendosi in un’unica entità con la musica. In cui la nascita di un disco combacia tragicamente con la morte, presenza inevitabilmente totalizzante. Non solo per tutti gli amanti di Cave, ma per tutti coloro i quali vogliano capire cos’è la vera arte oggi.
Ascolta per intero Skeleton Tree, nuovo album di Nick Cave and the Bad Seeds.